Facebook: allarme pedofilia? Attenti ai gruppi a cui vi unite
di Roberta Calò. "Diventare padre o madre era il dono più grande della mia vita". Si tratta del nome di un gruppo creato su Facebook che di recente ha spaccato in due l'opinione pubblica che ha messo in dubbio la finalità di tale iniziativa. Molte persone continuano a far circolare sulla propria home page l'invito a non unirsi a tale gruppo perchè si tratterebbe di un gruppo di pedofili che sfruttando il contatto, prelevano eventuali foto di minori e simili pescando dai dati messi a disposizione dagli utenti che si registrano.
L’allarme viene lanciato proprio da uno dei membri della pagina: “Attenzione i fondatori di questo gruppo si pensa siano ped0fili, ed hanno creato il gruppo per accedere alle foto dei vostri figli, quindi uscite, visto che ho già segnalato il gruppo ai carabinieri, rischiate di finire sotto inchiesta, quindi segnalate il gruppo e uscite e bloccate sergio r. russo. ps ai fondatori, anche se mi bloccate ho 23 account attivi su fb, quindi ogni volta rientrerò e vi toglierò i membri”.
Non sono mancate le offese rivolte al creatore della pagina il quale, sulla bacheca del sito, rivela di aver ricevuto minacce private in chat: "Pedofilo del cazzo ri vazzuu coddai a mammarua bastardo figlio di puttana napoletano figlio di troia, o merda sei un pedofilo del cazzo chi ra ciappu ri segu sa uddaaaaa". L'amministratore cercando di annientare le malelingue che hanno danneggiato la sua iniziativa ha pubblicato sulla bacheca le offese ricevute e ha aperto il sito a chiunque voglia parteciparvi come amministratore.
"L'ho scritto sopra cosa mi ha spinto a creare il gruppo... per sfatare una delle tante bufale che girano su Facebook di chi posta... ‘Attenzione!!! il gruppo tal dei tali è di pedofili…’ e non si preoccupa de verificare se esiste o meno un gruppo con quel nome - spiega l'amministratore - Poi ho nominato vari amministratori... così è aperto.. se qualcuno vuole occuparsene... lo faccia pure".
Ogni giorno nascono gruppi, vengono fondati profili, vengono liberate informazioni i cui riflessi di visibilità appaiono sempre più incontrollabili; l'arma marchiata FB sembra non poter salvare nessuno da questo flusso irrefrenabile di dati in cui la tutela della privacy è diventata pura utopia.
Cautelare giovani e minori dovrebbe diventare una priorità degli organi competenti che dovrebbero in casi come questi valutare la necessità di un intervento o meno che faccia luce sulla natura di simile iniziative. A noi utenti, invece, è affidato il delicato compito di dosare l’utilizzo di tali social network e di condividere i dati senza dimenticare di aver consapevolmente o inconsapevolmente sottoscritto un contratto al momento della registrazione riportante le seguenti diciture in materia di dichiarazione dei diritti e delle responsabilità: “Per quanto riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale, ad esempio foto e video ("Contenuti IP"), l'utente concede a Facebook le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e delle applicazioni: l'utente fornisce a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sotto-licenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l'utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook ("Licenza IP"). La Licenza IP termina nel momento in cui l'utente elimina i Contenuti IP presenti sul suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati. Quando l'utente elimina Contenuti IP, questi vengono eliminati in modo simile a quando si svuota il cestino del computer. Tuttavia, è possibile che i contenuti rimossi vengano conservati come copie di backup per un determinato periodo di tempo (pur non essendo visibili ad altri). Quando si usa un'applicazione, i contenuti e le informazioni vengono messi in condivisione con l'applicazione. Le applicazioni devono rispettare la privacy dell'utente, ed è l'accordo accettato al momento dell'aggiunta dell'applicazione che controlla il modo in cui l'applicazione può utilizzare, archiviare e trasferire i contenuti e le informazioni”.
L’allarme viene lanciato proprio da uno dei membri della pagina: “Attenzione i fondatori di questo gruppo si pensa siano ped0fili, ed hanno creato il gruppo per accedere alle foto dei vostri figli, quindi uscite, visto che ho già segnalato il gruppo ai carabinieri, rischiate di finire sotto inchiesta, quindi segnalate il gruppo e uscite e bloccate sergio r. russo. ps ai fondatori, anche se mi bloccate ho 23 account attivi su fb, quindi ogni volta rientrerò e vi toglierò i membri”.
Non sono mancate le offese rivolte al creatore della pagina il quale, sulla bacheca del sito, rivela di aver ricevuto minacce private in chat: "Pedofilo del cazzo ri vazzuu coddai a mammarua bastardo figlio di puttana napoletano figlio di troia, o merda sei un pedofilo del cazzo chi ra ciappu ri segu sa uddaaaaa". L'amministratore cercando di annientare le malelingue che hanno danneggiato la sua iniziativa ha pubblicato sulla bacheca le offese ricevute e ha aperto il sito a chiunque voglia parteciparvi come amministratore.
"L'ho scritto sopra cosa mi ha spinto a creare il gruppo... per sfatare una delle tante bufale che girano su Facebook di chi posta... ‘Attenzione!!! il gruppo tal dei tali è di pedofili…’ e non si preoccupa de verificare se esiste o meno un gruppo con quel nome - spiega l'amministratore - Poi ho nominato vari amministratori... così è aperto.. se qualcuno vuole occuparsene... lo faccia pure".
Ogni giorno nascono gruppi, vengono fondati profili, vengono liberate informazioni i cui riflessi di visibilità appaiono sempre più incontrollabili; l'arma marchiata FB sembra non poter salvare nessuno da questo flusso irrefrenabile di dati in cui la tutela della privacy è diventata pura utopia.
Cautelare giovani e minori dovrebbe diventare una priorità degli organi competenti che dovrebbero in casi come questi valutare la necessità di un intervento o meno che faccia luce sulla natura di simile iniziative. A noi utenti, invece, è affidato il delicato compito di dosare l’utilizzo di tali social network e di condividere i dati senza dimenticare di aver consapevolmente o inconsapevolmente sottoscritto un contratto al momento della registrazione riportante le seguenti diciture in materia di dichiarazione dei diritti e delle responsabilità: “Per quanto riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale, ad esempio foto e video ("Contenuti IP"), l'utente concede a Facebook le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e delle applicazioni: l'utente fornisce a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sotto-licenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l'utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook ("Licenza IP"). La Licenza IP termina nel momento in cui l'utente elimina i Contenuti IP presenti sul suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati. Quando l'utente elimina Contenuti IP, questi vengono eliminati in modo simile a quando si svuota il cestino del computer. Tuttavia, è possibile che i contenuti rimossi vengano conservati come copie di backup per un determinato periodo di tempo (pur non essendo visibili ad altri). Quando si usa un'applicazione, i contenuti e le informazioni vengono messi in condivisione con l'applicazione. Le applicazioni devono rispettare la privacy dell'utente, ed è l'accordo accettato al momento dell'aggiunta dell'applicazione che controlla il modo in cui l'applicazione può utilizzare, archiviare e trasferire i contenuti e le informazioni”.
