Libri: l’attività del Comune di Bari dal 1806 al 1989

di Vittorio Polito. Per l’interesse e la valorizzazione della memoria storica della nostra città e per recuperare l’orgoglio di essere “baresi”, qualche decennio fa (1989), per iniziativa dello storico Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), e con la sensibilità della Levante Editori di Bari, fu pubblicato un bel volume di grande formato, di oltre 500 pagine (€ 92.97), che descrive la cronologia delle amministrazioni e delle attività del Comune di Bari dal 1806, anno della venuta dei francesi e dell’avvento del Comune moderno, al 1989.
«Nella quotidiana dimestichezza con quelle carte – scrive l’Autore nella introduzione – mi affannai sempre ad appagare la mia curiosità, annotando e ricopiando (specialmente quando non esistevano ancora le macchine fotocopiatrici), tutto quanto potesse servire a ricostruire i trascorsi e l’opera di un così fondamentale istituto».
Vito Antonio Melchiorre due lauree (Giurisprudenza e Lingue e letterature straniere), funzionario per oltre 40 anni del Comune di Bari, ricoprì anche l’incarico di Capo di Gabinetto con il sindaco Nicola Vernola. Negli anni ’70 è stato temporaneamente comandato a prestare servizio presso la Regione Puglia. È autore di centinaia di volumi dedicati a Bari ed alla sua storia, pubblicati con rinomate case editrici.
Il Comune, secondo Melchiorre, è la più importante istituzione cittadina, in quanto la maggior parte della vita pubblica gravita e si articola intorno ad esso da circa 2000 anni, poiché secondo gli “Annali di Tacito”, la data di nascita è attestata perlomeno al 66 d.C., e la sua notevole attività è testimoniata da numerosi documenti d’archivio, dai quali si rilevano molti fatti e curiosità.
Il 4 settembre 1812, ad esempio, il decurionato, una sorta di Giunta comunale del tempo, stabiliva, a proposito del suono abusivo delle campane delle chiese, che ciascun suono non doveva superare la durata di 10 minuti, mentre la prima delibera consiliare dattiloscritta, risalente al 4 luglio 1918, conferisce la cittadinanza barese al Presidente degli Stati Uniti d’America, Woodrow Wilson. Il sindaco Giuseppe Bottalico annuncia il 3 novembre 1918, un giorno prima del comunicato del Comando Supremo delle Forze Armate, la vittoria italiana nella prima guerra mondiale. Il Re Gioacchino Murat con decreto n. 182 del 26 settembre 1908 fece trasferire, da Bari a Trani, il Tribunale di prima istanza dell’Intendenza. Il 23 agosto 1810 compare per la prima volta il vocabolo “budget” (bilancio preventivo), nell’ordine del giorno del Consiglio Comunale. Il 24 novembre 1946, in occasione delle elezioni comunali, fu presentata una lista con il contrassegno di “San Nicola”, che ottenne ben 34287 voti e 24 seggi, contro i 6682 e 4 seggi della lista “Scudo Crociato”.
Il piano per il nuovo Borgo, datato 30 giugno 1790, già approvato dal Re Ferdinando IV di Borbone il 18 dicembre 1790, rimase ineseguito sia per l’opposizione dei proprietari dei suoli, che non intendevano cederli, sia per motivi politici, per cui il progetto, rielaborato dall’architetto Giuseppe Gimma, fu approvato dal Decurionato solo nella seduta del 14 settembre 1812.
Nei giorni 24 e 25 aprile 1813, Bari ospitò re Gioacchino Murat, il quale si recò il 24 a visitare la Basilica di San Nicola, mentre il 25, nel corso di una solenne cerimonia, pose la prima pietra del borgo nuovo fuori la “porta di mare” – l’attuale incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Cavour. Il relativo decreto, adottato il 25 aprile porta il numero 1720. Una targa posta sul palazzo ex Motta attesta l’evento.
I frutti di mare? Sono stati sempre sacri per i baresi, come conferma un’ordinanza dell’Intendente di Bari del lontano 1819, a proposito della chiusura settimanale dei negozi nei giorni festivi, con la quale marinai e barbieri furono autorizzati a svolgere liberamente le rispettive attività anche nei giorni di festa (!).
Il Consiglio Comunale in data 8 giugno 1825 decideva, su reclamo delle monache del monastero di Santa Teresa, la dismissione del macello comunale ubicato sotto lo stesso convento. Il 2 ottobre 1843 il Consiglio comunale trattò il reclamo di “pizzicagnoli” (salumieri), per aumentarsi il prezzo dei caci. Non come avviene oggi che ogni esercente decide autonomamente gli aumenti da apportare alle merci. Nel 1848 esistevano mulino e macello intorno ai cortili della Basilica di San Nicola. Il Consiglio comunale, in una seduta dello stesso anno, trattava la “spesa per l’avvelenamento dei cani”. Sulla scrivania del Sindaco, invece, sono scolpite, oltre allo stemma della città, la Cattedrale e il monumento a Niccolò Piccinni.
La voluminosa e bella pubblicazione fornisce l’elenco dei sindaci di Bari dal 1346 al 1989, dal quale si rileva che il primo sindaco era un nobile e si chiamava Nicolò de Piltro, ed un “Album dei ricordi”, che contiene un contributo fotografico di documenti, personaggi, curiosità e appelli dei sindaci, nonché un elenco dei Commissari straordinari che si sono succeduti nel corso del tempo e le relative relazioni gestionali.
Si tratta di una utilissima ed interessante pubblicazione, grazie al lavoro predisposto dallo storico Vito Antonio Melchiorre, ed all’arte tipografica dell’Editore Levante, seguita nell’anno 1989 direttamente da don Mario Cavalli (1916-2004), fondatore della casa editrice, insieme ai figli Irene, Gianni e Lello, per la delizia dei ricercatori, degli storici, degli studiosi e di tutti coloro che vogliono sapere di tutto e di più sulla storia e la vita amministrativa di Bari.
Giuseppe Dibenedetto, direttore dell’Archivio di Stato, che firma la prefazione così conclude: «Con questo contributo di studio, una pietra fondamentale viene certamente ad aggiungersi all’edificio delle ricerche storiche municipali, senza dubbio meritevoli della massima attenzione, dato il ruolo fondamentale sempre svolto dalla civica rappresentanza nell’assolvimento dei compiti a lei delegati dalla comunità di cui è l’espressione più alta».