Monopoli, figlio pentito collabora con giustizia, pusher ricattano genitori: 1 arresto
BARI. Uno dei due figli adottivi, entrambi arrestati nel dicembre del 2008 perche' entrati a far parte di un gruppo di spacciatori di droga, decide, successivamente, di collaborare con la giustizia e con le sue dichiarazioni contribuisce alla cattura di pericolosi pusher del clan Misceo del quartiere San Paolo di Bari.
Ma la coppia di genitori, entrambi del capoluogo, in particolare il padre, un'insegnante di 60 anni in pensione, viene avvicinata a marzo da un pregiudicato di Noicattaro che pretende dei soldi a titolo di un presunto risarcimento per le spese legali sopportate dalle persone arrestate a causa dei figli.
La triste vicenda e' stata ricostruita dai carabinieri della Compagnia di Triggiano che hanno arrestato Domenico Carfagna, 25 anni, di Noicattaro, accusato di estorsione e tentata estorsione, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.
L'ESTORSIONE - Facendo leva sull'affetto che il padre, comunque, continuava a nutrire nei confronti dei suoi due figli adottivi, fonte di numerosi problemi giudiziari, e nonostante i due all'uscita dal carcere non siano tornati a casa, Carfagna e' riuscito, in poco meno di un mese, ad estorcere all'uomo oltre 15mila euro. Alla fine la vittima, per porre fine alle sempre piu' pressanti richieste e alle minacce, ha deciso di denunciare il suo estorsore ai carabinieri.
I due fratelli, originari di un paese dell'Est, furono adottati 13 anni fa, quando avevano 9 e 11 anni, da una coppia di insegnanti che coronarono cosi' il sogno della vita. A loro venne attribuito un nuovo cognome. Ma qualche anno fa sono entrati a far parte di 'un brutto giro' di spaccio di stupefacenti e sono stati arrestati. Uno di loro, pochi mesi dopo, ha deciso di collaborare.
LA PARTITA DI DROGA NON PAGATA - Le loro vicende giudiziarie non hanno smesso pero' di perseguitare la coppia di insegnanti. Carfagna, presentatosi sotto falsa identita', ha chiesto all'insegnante, nel frattempo in pensione, dei soldi, sostenendo che uno dei figli era a conoscenza della richiesta, tanto da fare da tramite.
Come motivazione, oltre alle spese legali, ha addotto anche una 'partita' di droga non pagata sempre da uno dei due figli. Spettava al padre, secondo il pregiudicato, saldare il debito con l'organizzazione criminale.
LE MINACCE - Il pensionato, impaurito dalle minacce ma soprattutto convinto da uno dei due figli a cedere al ricatto ''per sistemare le vicende'', in modo da stare tutti tranquilli, ha cominciato a pagare.
Durante il mese di aprile l'insegnante ha cercato di tenere a tutti i costi al riparo la moglie dalla vicenda, ma quando l'estorsore si e' presenta direttamente a casa e la donna si e' spaventata, ha capito che per porre fine a quelle continue richieste estorsive, ma soprattutto alle minacce, doveva rivolgersi ai carabinieri.
Cosa che ha fatto. I carabinieri della Compagnia di Triggiano hanno trovato riscontri alle dichiarazioni dell'uomo, ad esempio nei movimenti bancari, negli interrogatori, nei tabulati e nelle intercettazioni. Si e' giunti cosi' all'emissione dell'ordinanza di custodia in carcere.
Ma la coppia di genitori, entrambi del capoluogo, in particolare il padre, un'insegnante di 60 anni in pensione, viene avvicinata a marzo da un pregiudicato di Noicattaro che pretende dei soldi a titolo di un presunto risarcimento per le spese legali sopportate dalle persone arrestate a causa dei figli.
La triste vicenda e' stata ricostruita dai carabinieri della Compagnia di Triggiano che hanno arrestato Domenico Carfagna, 25 anni, di Noicattaro, accusato di estorsione e tentata estorsione, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.
L'ESTORSIONE - Facendo leva sull'affetto che il padre, comunque, continuava a nutrire nei confronti dei suoi due figli adottivi, fonte di numerosi problemi giudiziari, e nonostante i due all'uscita dal carcere non siano tornati a casa, Carfagna e' riuscito, in poco meno di un mese, ad estorcere all'uomo oltre 15mila euro. Alla fine la vittima, per porre fine alle sempre piu' pressanti richieste e alle minacce, ha deciso di denunciare il suo estorsore ai carabinieri.
I due fratelli, originari di un paese dell'Est, furono adottati 13 anni fa, quando avevano 9 e 11 anni, da una coppia di insegnanti che coronarono cosi' il sogno della vita. A loro venne attribuito un nuovo cognome. Ma qualche anno fa sono entrati a far parte di 'un brutto giro' di spaccio di stupefacenti e sono stati arrestati. Uno di loro, pochi mesi dopo, ha deciso di collaborare.
LA PARTITA DI DROGA NON PAGATA - Le loro vicende giudiziarie non hanno smesso pero' di perseguitare la coppia di insegnanti. Carfagna, presentatosi sotto falsa identita', ha chiesto all'insegnante, nel frattempo in pensione, dei soldi, sostenendo che uno dei figli era a conoscenza della richiesta, tanto da fare da tramite.
Come motivazione, oltre alle spese legali, ha addotto anche una 'partita' di droga non pagata sempre da uno dei due figli. Spettava al padre, secondo il pregiudicato, saldare il debito con l'organizzazione criminale.
LE MINACCE - Il pensionato, impaurito dalle minacce ma soprattutto convinto da uno dei due figli a cedere al ricatto ''per sistemare le vicende'', in modo da stare tutti tranquilli, ha cominciato a pagare.
Durante il mese di aprile l'insegnante ha cercato di tenere a tutti i costi al riparo la moglie dalla vicenda, ma quando l'estorsore si e' presenta direttamente a casa e la donna si e' spaventata, ha capito che per porre fine a quelle continue richieste estorsive, ma soprattutto alle minacce, doveva rivolgersi ai carabinieri.
Cosa che ha fatto. I carabinieri della Compagnia di Triggiano hanno trovato riscontri alle dichiarazioni dell'uomo, ad esempio nei movimenti bancari, negli interrogatori, nei tabulati e nelle intercettazioni. Si e' giunti cosi' all'emissione dell'ordinanza di custodia in carcere.
