Barletta: "Casa Mafè", ecco il punto di vista del sindaco più amato dai barlettani
di Nicola Ricchitelli. Parte oggi un nuovo spazio dedicato al sindaco più amato dai barlettani: immaginate il noto sottofondo che per anni ha accompagnato la sit di “Casa Vianello”... al via, quindi, la nostra finestra su “Casa Mafè”. Dalla vittoria alle elezioni, passando per l’apertura del locale per scambisti, arrivando alla problematica nomina della giunta, finendo alla tragica nomina del Presidente del Consiglio. Tutto ebbe inizio in quel grigio pomeriggio del 17 maggio 2011, quando in una triste “Casa Mafè” - ove non vi fu ombra di un segretario di partito – il povero Nicola capì sin da subito che “non sarà una av-ventura”. Infatti, subito partì la corsa agli assessorati... al che nel sonno, tra un incubo e l’altro, il povero Mafè gridò: «La dovete finire di chiamarmi notte e giorno per avere gli assessorati!». Come un fulmine in un cielo pieno di nuvole, arrivò la notizia dell’apertura di un locale per scambisti; or dunque, Mafè pensò: «A Barletta apre un locale per scambisti. Ho già prenotato un pullman e organizzato un gemellaggio con Milano grazie al quale avrò l'opportunità di scambiare un po' di scienziati politici barlettani». I giorni passavano, ed un'idea stuzzicò il caparbio Mafè: «Quasi quasi, se nessuno se ne accorge, questa volta non metto ne' Presidente del Consiglio ne' vicesindaco», visto che il povero Mafè constatava: «Dopo aver sentito "parlare" alcune new entry in consiglio comunale ha capito il senso del detto "si stava meglio quando si stava peggio. Nen avastivn l'analfabt ca tinimm?».
Insomma, i giorni passarono e di giunta non vi fu neanche l’ombra, finché arrivò il giorno che tra ordini e contrordini il buon Mafè la nominò: «Habemus Giuntam! Le deleghe sono state date ai nuovi assessori che devono riportarle domani firmate dai genitori o dal consigliere che ne fa le veci!», qui di seguito: Santo Mestolo, il fratello di Clinton, Mezzo riso, Dribbling, l’altro Maffione, Ghandi, quello di weekend con il morto, capo rosso. Di giunta balneare si parlò, Mafè provò a difendersi: «A qualcuno non piace la mia giunta "balneare" semplicemente perchè non l'ho fatta al Mennea! Poi uno mi accusa di non aver coraggio.. a me, che farò una giunta di Guerrieri!».
Non mancarono altri tipi di problemi al buon Mafè che, nel frattempo, subiva lo smacco della fermata dell’Eurostar... chiamate giunsero da Roma: «Mi ha appena contattato Moretti delle FS che non può più uscire di casa perché lo aspettano due gruppi organizzati con malevoli intenzioni. Uno e' guidato da Vinella e chiede la fermata a Canne e l'altro da Binetti che chiede quella a Barletta. E' esasperato e sta pensando alle dimissioni. Meno male che non sono andati pure ugello che vogliono lo stadio nuovo... ».
Insomma, tra una giunta ed un inaugurazione arrivò il primo consiglio comunale, alla vigilia il buon Mafè dichiarò: «Domani si terrà il primo consiglio comunale. Se per i nuovi eletti sarà come il primo giorno di scuola, mi domando e dico: allora per alcuni - come alcuni che siedono da 20 anni, ma anche da 5 - ascoltando il loro italianissimo, sarà l'ennesimo anno da ripetenti?».
E fu così che il primo consiglio comunale del Mafè bis iniziò: tempo qualche minuto che già il buon Nicola dichiarava: «Madù c' nè puzz' vdè a chiss'...!». Poi passarono ore ed ancora ore e di Presidente del consiglio ombra non vi fu. Il buon Mafè pensò: «Aspettiamo la telefonata di Bisignani per la nomina del Presidente del Consiglio», finchè fu vano tutto ciò e Mafè arrabbiato le dimissioni rassegnò.
Tutti si arrabbiarono, persino il buon Michele Emiliano: «Emiliano si è arrabbiato! Ora mi chiedo... quali dei suoi due pupilli, che si contendono il seggiolone del presidente del consiglio, sgriderà?
E menomale che erano tutti e due i "suoi candidati"», pensò il Mafè barlettano, non prima di una amara considerazione: «Però è anche vera una cosa, perchè se la scelta spetta al PD e quelli sono 6 su 10 a favore di Lasala bisogna per forza andare a r'carr all'ameicc della coalizione e dire che sono 11+4 quelli che vogliono a Delvecchio. Qualcuno alza la posta, ma qualcun altro s' vol' fr'chè tutt... E nou s'tm adas'p'ttè».
Insomma, i giorni passarono e di giunta non vi fu neanche l’ombra, finché arrivò il giorno che tra ordini e contrordini il buon Mafè la nominò: «Habemus Giuntam! Le deleghe sono state date ai nuovi assessori che devono riportarle domani firmate dai genitori o dal consigliere che ne fa le veci!», qui di seguito: Santo Mestolo, il fratello di Clinton, Mezzo riso, Dribbling, l’altro Maffione, Ghandi, quello di weekend con il morto, capo rosso. Di giunta balneare si parlò, Mafè provò a difendersi: «A qualcuno non piace la mia giunta "balneare" semplicemente perchè non l'ho fatta al Mennea! Poi uno mi accusa di non aver coraggio.. a me, che farò una giunta di Guerrieri!».
Non mancarono altri tipi di problemi al buon Mafè che, nel frattempo, subiva lo smacco della fermata dell’Eurostar... chiamate giunsero da Roma: «Mi ha appena contattato Moretti delle FS che non può più uscire di casa perché lo aspettano due gruppi organizzati con malevoli intenzioni. Uno e' guidato da Vinella e chiede la fermata a Canne e l'altro da Binetti che chiede quella a Barletta. E' esasperato e sta pensando alle dimissioni. Meno male che non sono andati pure ugello che vogliono lo stadio nuovo... ».
Insomma, tra una giunta ed un inaugurazione arrivò il primo consiglio comunale, alla vigilia il buon Mafè dichiarò: «Domani si terrà il primo consiglio comunale. Se per i nuovi eletti sarà come il primo giorno di scuola, mi domando e dico: allora per alcuni - come alcuni che siedono da 20 anni, ma anche da 5 - ascoltando il loro italianissimo, sarà l'ennesimo anno da ripetenti?».
E fu così che il primo consiglio comunale del Mafè bis iniziò: tempo qualche minuto che già il buon Nicola dichiarava: «Madù c' nè puzz' vdè a chiss'...!». Poi passarono ore ed ancora ore e di Presidente del consiglio ombra non vi fu. Il buon Mafè pensò: «Aspettiamo la telefonata di Bisignani per la nomina del Presidente del Consiglio», finchè fu vano tutto ciò e Mafè arrabbiato le dimissioni rassegnò.
Tutti si arrabbiarono, persino il buon Michele Emiliano: «Emiliano si è arrabbiato! Ora mi chiedo... quali dei suoi due pupilli, che si contendono il seggiolone del presidente del consiglio, sgriderà?
E menomale che erano tutti e due i "suoi candidati"», pensò il Mafè barlettano, non prima di una amara considerazione: «Però è anche vera una cosa, perchè se la scelta spetta al PD e quelli sono 6 su 10 a favore di Lasala bisogna per forza andare a r'carr all'ameicc della coalizione e dire che sono 11+4 quelli che vogliono a Delvecchio. Qualcuno alza la posta, ma qualcun altro s' vol' fr'chè tutt... E nou s'tm adas'p'ttè».
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