Origini di Ceglie del Campo e storia delle sue Chiese



di Vittorio Polito. BARI. Ceglie del Campo ha un’età certamente superiore a quella di Carbonara, essendo stato un municipio romano menzionato già prima dell’era cristiana. D’altro canto gli scavi di qualche anno fa, che hanno portato alla luce antiche testimonianze e la diffusione nel mondo di reperti o cimeli di Ceglie, confermano tale tesi.

Il nome di Ceglie oggi quartiere di Bari, pare derivi dall’italico “Caelia (tempio) o da “Kailia (tagliare). Il nucleo originario di Ceglie viene da molto lontano, si parla di periodi di sicuro splendore intorno al V-IV secolo a.C., epoca in cui risalgono una cinta muraria ed una preziosa necropoli che ha restituito ceramiche di pregevole fattura, come ricordano Vito Buono e Angela Delle Foglie nella pubblicazione “Bari & Hinterland” (Levante Editori, Bari).

Il 14 maggio 1863, in una seduta presieduta dal sindaco di Ceglie, Nicola Carmosini, come ricorda Vito A. Melchiorre nel suo libro “Storie di Bari” (Adda Editore), si volle cambiare nome al Comune, che si chiamava solo Ceglie, e dal momento che ve ne era un altro con denominazione simile “Ceglie di Ostuni”, fu deciso di chiamarla “Ceglie antica”. I cegliesi non gradirono però il mutamento, anzi la maggior parte dissentì e tre giorni dopo il sindaco fu costretto a riconvocare il consiglio per informarlo della contrarietà della popolazione e che «occorreva perciò dare un contentamento al pubblico», operando una diversa scelta.

Fu così che il consiglio all’unanimità decise che fosse conveniente assumere la denominazione di “Ceglie del Campo”, legata anche alla devozione verso la Madonna locale ed accettata volentieri dai cegliesi che, gelosi del loro passato, ritennero di tutelare il diritto al nome del luogo nativo, non fidandosi solo delle decisioni dei consiglieri comunali, pur legittimati, ma volendo esprimere anche essi il loro parere.

Molto probabilmente la prima chiesa parrocchiale di Ceglie del Campo potrebbe essere stata l’antica cappella dedicata a San Pietro Martire, attualmente San Giuseppe, la quale essendo molto piccola rispetto all’aumentato numero della popolazione, fu costruita nel ’700 l’attuale Chiesa Matrice dedicata all’Assunta, ma venerata con la denominazione di Santa Maria del Campo.
La costruzione fu attuata con il fondo iniziale delle Confraternite del SS. Sacramento, del Purgatorio e del Rosario con il concorso del popolo e del Comune. L’architetto Giuseppe Gimma firmò il progetto dando alla chiesa la forma di croce greca. La prima pietra fu posta il 27 agosto 1776 e la costruzione fu proseguita a varie riprese. Incendiata dalle truppe francesi nel 1799, la chiesa fu restaurata dall’arcivescovo Clary nel 1824, come ricorda l’iscrizione posta sulla facciata.
Con la morte dell’arciprete Giuseppe Sisto (1953), i Giuseppini che reggevano già la parrocchia della Pietà di Ceglie e del Rosario in San Nicola in Carbonara , chiesero all’arcivescovo Nicodemo che venisse loro affidata anche la Chiesa Matrice di Ceglie con lo scopo di attuare una migliore vita comunitaria. L’arcivescovo, aderendo alle pressioni dei religiosi, concedeva dal 1° novembre 1954 il possesso della parrocchia matrice affidandola al primo arciprete padre Antonio Sinibaldi.

La Chiesa di Santa Maria della Pietà fu fatta costruire da Vito Domenico Accettura per devozione verso Gesù Morto, la cui statua fu acquistata nel 1908 in occasione della prima processione a Ceglie dei Misteri del Venerdì Santo.
La prima pietra fu posta nel gennaio 1913, sotto la direzione dell’ing. Luigi Colonna, mentre la costruzione fu realizzata dall’impresa Filippo Ventrella di Carbonara. Il 2 aprile 1914 la chiesa, dedicata a S. Maria della Pietà, fu inaugurata dal vescovo di Conversano Antonio Lamberti, a causa della malattia del vescovo di Bari Giulio Vaccaro. I due avvenimenti sono ricordati da una epigrafe.
Nei primi anni la cura della chiesa fu eseguita dallo stesso Accettura che si avvalse della collaborazione di alcuni sacerdoti locali, fra i quali don Vito Sisto di Carbonara, fino a che il 19 gennaio 1928 il proprietario donò chiesa e casa canonica all’arcivescovo di Bari, Agostino Curi, a condizione che essa fosse affidata a religiosi che si occupassero in modo particolare dell’educazione della gioventù. La parrocchia, inaugurata il 19 dicembre 1929, fu affidata ai padri Giuseppini, dando il possesso al primo parroco don Attilio Befundi.
Il 10 marzo 1979, fu celebrato con un concerto di campane elettroniche, il cinquantenario della fondazione, presenti tutti i parroci succedutisi negli anni precedenti.

A circa un chilometro da Ceglie sorgeva la borgata di Buterrito con l’annessa Chiesa di Santa Maria facente parte dello stesso casale, la cui esistenza è documentata fin dal XII secolo. Infatti, della borgata di Buterrito si parla nella Bolla di Alessandro III (1171), tra le chiese dipendenti dalla giurisdizione degli arcivescovi di Bari nel Catalogo della distribuzione delle monete di Carlo I d’Angiò (1276). L’ultimo documento in cui è nominata è del 1375, quando il feudatario Rainaldo del Balzo la donò al capitolo di San Nicola.

Secondo gli storici locali venne distrutta nel XIV secolo, in occasione della scorreria compiuta in Puglia dagli Ungheresi. Nel sito ove sorgeva la borgata vi è ora il Cimitero di Ceglie con una Chiesa in cui è conservato il dipinto dell’affresco della Madonna di Buterrito, chiamata così perché, secondo la leggenda, esso sarebbe stato rinvenuto per caso da un gruppo di ragazzi che mentre giocavano in quel sito si calarono in una grotta sotterranea per recuperare una boccia caduta. Su detta grotta fu costruita una piccola cappella in cui venne conservato il dipinto fino a che nel 1837, in seguito alla costruzione del cimitero la grotta fu adibita ad ossario.

L’attuale chiesa, che fu costruita nel 1912 su progetto dell’ing. Luigi Sylos e sorge sulla demolita antica cappellina.

La Confraternita di Santa Maria di Buterrito, istituita dall’arcivescovo Giulio Vaccaro il 17 maggio 1902, ha sede nella piccola Cappella dell’Immacolata, sita nei pressi della stessa Chiesa Matrice.

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