“Un saluto da Giornale di Puglia a… Roberto Terzani”: un passato da Windopen e Litfiba, un futuro ad “AltaPressione”

di Nicola Ricchitelli. Il primo basso acquistato con il primo stipendio da meccanico, visto che lasciò volutamente la scuola per andar a lavorare in un autofficina. Quindi le prime esperienze musicali con i Windopen nella sua Bologna con cui incise ben tre album a cavallo tra il 1978 e il 1982 – Windopen Rock, Commands, Nessun Controllo – poi l’arrivo a Firenze per contribuire al progetto Hypnodance. Sarà qui che conoscerà un batterista, un tal Daniele Trambusti, il quale gli fornirà le informazioni necessarie di una grande rock band italiana che in quel momento era in cerca di un bassista, visto l’addio di un certo Gianni Maroccolo. Stiamo parlando naturalmente dei Litfiba.
Era il 1990, alla vigilia dell’incisione dell’album che ne determinerà l’exploit della band di Piero Pelù e Gigo Renzulli – “El Diablo” - la canzone con cui fu provinato fu uno dei capolavori della band di Via dei Bardi, “Il Vento”. Di lì in poi si susseguirono ben quasi dieci anni di collaborazione. Roby Terzani contribuirà all’incisione di album che faranno la storia della rock band fiorentina: “El diablo”, “Terremoto”, “Spirito” , “Mondi Sommersi” e “Infinito”, poi l’addio al progetto coincise con l’addio di Pelù nel 1999, il quale ne condivise la strada da solista partecipando alla lavorazione degli album “Ne Buoni e ne Cattivi” e “Uds – Uomo della Strada”. L’addio al rocker fiorentino avvenne nel 2003 per intraprendere la strada da solista che si materializzerà con il primo album da solista pubblicato nel 2005: “Roberto Terzani hits”. Quindi un inaspettato ritorno sotto il marchio Litfiba nel 2007, quando nel frattempo a Gianluigi “Cabo” Cavallo era succeduta la bella voce di Filippo Mangheri – con lui al posto di Piero fin dalla prima ora “Elettromacumbiana” le cose sarebbero andate diversamente – con cui incide il progetto “Five on line” che si dimostrerà altresì essere il punto di non ritorno visto il totale disinteresse dei fans. Il suo addio – non senza strascichi polemici - coincise con il ritorno di Pelù nel Dicembre 2009.
D: Un saluto da Giornale di Puglia a Roberto Terzani. Roby come procede la tua carriera da solista?
R:«Ciao a tutti. In questo momento tutti i miei sforzi sono concentrati sugli “ALTAPRESSIONE”, giovane band toscana di cui sono produttore artistico».
D: E' di Maggio il tuo ultimo lavoro “XXI secolo”. Cosa c’è da raccontare di questo ventunesimo secolo?
R:«Di cose da raccontare ce ne sono anche troppe. Il ventunesimo secolo si sta raccontando molto bene anche da solo, purtroppo. Scrissi questa canzone nel 1999, ma devo dire che le cose nel mondo sono andate anche peggio di quanto chiunque avesse potuto immaginare. Ventunesimo secolo nell’immaginario di tutti noi rappresentava il futuro, la modernità, il raggiungimento di un alto livello di civiltà. La canzone (ed anche il relativo video di cui sono anche regista) vuol mettere in evidenza il fatto che in realtà stiamo tutti nella merda più di prima».
D: Come nasce la tua passione per la musica? Quale è stato il primo disco che hai acquistato?
R:«La mia passione per la musica è nata insieme a me. La consapevolezza di poter fare il musicista è cominciata all’età di 6 anni quando arrivò in casa nostra un vero pianoforte. Ci passavo sopra ore ed ore (naturalmente a discapito dei compiti di scuola). A sette anni ho “scritto” la mia prima canzone e a 11 ho acquistato il mio primo LP: “Near The Beginning” dei Vanilla Fudge».
D: C’è stato un momento che hai lasciato la scuola per lavorare in officina. Cosa ricordi di allora?
R:«Ecco, appunto, la scuola. La scuola era una vera tortura per me. Quando l’ho mollata per l’officina i miei genitori la presero malissimo ed hanno continuato a prenderla malissimo anche negli anni successivi. Finchè un giorno, molto tempo dopo, ad un concerto dei Litfiba, scoprii che mio padre firmava autografi ai miei fans e finalmente ammise di avermi sottovalutato e che alla fine avevo avuto ragione io. Piccole soddisfazioni della vita eh eh eh…».
D. Era il periodo dei Windopen per la precisione: con il primo stipendio hai comperato un basso. Quanto ti mancano quei tempi?
R:«Mi mancano moltissimo perché ero giovane e la vita era un sogno. Mi mancano tutti gli amici perduti col tempo. Ma preferisco non pensarci e guardare avanti. Per fortuna possiedo ancora curiosità e voglia di crescere e quando si cresce vuol dire che non c’è tempo per invecchiare. Ad ogni modo quel basso comprato col primo stipendio dell’officina è a tutt’oggi il mio strumento preferito».
D:Roby, quale il tuo parere sulla reunion di Ghigo Renzulli e Piero Pelù? Come mai non vi è stato anche il tuo ingresso visto il recente riavvicinamento a Ghigo?
R:«Ed eccoci alla inevitabile domanda cruciale. Innanzitutto non c’è mai stato nessun riavvicinamento con Ghigo (e soprattutto con Alberto Pirelli) in quanto abbiamo sempre continuato ad avere un nostro rapporto di amicizia indipendente dai Litfiba. Per quanto riguarda la famosa reunion, mi limiterò a dire che ci sono state profonde “divergenze religiose” col cantante…».
E' incredibile come certa gente possa covare tanto rancore per questioni di cui sanno solo loro. E chissà da quanto tempo coltivano astio a tua insaputa senza per altro avere almeno il coraggio di dirtelo in faccia. Ma quale rock'n'roll? Certa gente non mi dà niente perché è vuota, angosciata e presuntuosa! Parlando invece di altri, voglio augurare un grosso in bocca al lupo a Ghigo e ad Alberto per la "nuova" avventura che si apprestano ad affrontare.
D: Roby puoi dirci qualcosa di più in merito a questo post pubblicato 28 dicembre del 2009 su Facebook?
R:«Penso che ci sia poco altro da aggiungere. Si è trattato semplicemente di uno sfogo dovuto alla delusione nello scoprire di quanto mi ero sbagliato nel valutare certe persone. Una in particolare, indovinate chi».
D: A quale pezzo dei Litfiba sei maggiormente legato? Quale quello meglio riuscito? Quale quello che andava cestinato?
R:«Difficile sceglierne uno fra le decine e decine di capolavori a cui ho avuto il privilegio di contribuire. Forse “Il Vento” perché è il pezzo con cui feci il provino per entrare nei Litfiba.
Da cestinare? Sicuramente quasi tutto l’album “Infinito”, in particolare “Mascherina” e “Sexy Dream”».
D: Cosa c’è nel futuro di Roberto Terzani?
R:«Come dicevamo all’inizio ora ci sono gli ALTAPRESSIONE. Abbiamo da poco pubblicato il primo singolo. Abbiamo scelto di partire con una cover, ma presto usciremo con del nuovo fantastico materiale inedito. Per il momento andate a godervi il video di “Rocking Rolling” su YouTube».