Caso Margilio: ancora troppe zone d'ombra nell'inchiesta

di Silvia Resta. Nuovi sviluppi giudiziari nell’ambito della vicenda che vede come protagonisti l’imprenditore 46enne di Lecce, Fabio Margilio, proprietario a Lecce, Mesagne e Squinzano delle case di riposo per anziani della catena Villa Iris e la moglie, Alessandra Ruggeri, vittime di una feroce aggressione subita la sera del 18 febbraio scorso. I due infatti sono stati iscritti dalla Procura di Lecce nel registro delle notizie di reato per false comunicazioni sociali, truffa e appropriazione indebita. A dare avvio all’inchiesta la denuncia presentata proprio dal presunto mandante di quell’aggressione, Antonio Greco, ex socio in affari della coppia nella società Ideas.
I dissidi tra l’uomo, assistito dagli avvocati Silvio Verri e Antonio De Mauro, e i due soci erano iniziati già molto tempo prima. A febbraio, quattro giorni prima dell’aggressione, il Tribunale civile di Campi aveva emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Greco, in virtù di utili pregressi per diverse centinaia di migliaia di euro. A giugno i suoi legali avevano presentato un ricorso urgente per la revoca dell’amministratore delegato della società, Alessandra Ruggeri, per irregolarità nella gestione della stessa. A settembre il Tribunale di Campi aveva emesso un nuovo decreto ingiuntivo nei confronti di Greco. A novembre, quando si sarebbe dovuto discutere il ricorso, i legali dell’uomo hanno scoperto che la società era stata trasformata da Sas a Srl e l’amministratore era stato sostituito. Operazioni che avevano fatto decadere il ricorso. Da qui la denuncia presentata contro ignoti, che ora vede indagati Margilio e la moglie. Due fascicoli, dunque, e due storie apparentemente parallele che sembrano però sfiorarsi. Il fascicolo dell’inchiesta, di cui è titolare il pubblico ministero Paola Guglielmi, ruota comunque proprio attorno alla figura di Greco come presunto mandante. Un’ipotesi che non sembra però aver trovato, almeno per ora, molti riscontri investigativi.