Esplode la rabbia del papà di Melissa: portatemelo qua

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BRINDISI. "E' stata mia moglie a darmi la forza di andare avanti perche' la amo, insieme al pensiero di Melissa, perche' lei ci voleva sempre vedere insieme". Sono le parole di Massimo Bassi, il padre di Melissa, durante l'incontro con i giornalisti nell'aula consiliare del Comune di Mesagne, in provincia di Brindisi, parlando della figlia uccisa nell'attentato esplosivo del 19 maggio. "Melissa - ha aggiunto - era una ragazza solare, educata e piena di vita".

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"Non vedo l'ora di andare a trovare le altre ragazze ferite -ha aggiunto- per altro Maurizio, il padre di Veronica, (la ragazza e' ricoverata a Pisa in gravi condizioni, ndr) e' un mio amico".

Riferendosi all'uomo che ha confessato di essere l'autore dell'attentato Massimo Bassi ha detto che secondo lui "non e' un padre, per me e' una persona che non esiste. Non c'e' definizione per questa persona. Io immagino che in questi 20 giorni quando e' stato con la sua famiglia e insieme alle figlie anche loro abbiano parlato della necessita' di prendere l'assassino".

Il padre di Melissa ha ringraziato le forze dell'ordine e la magistratura, oltre che i sanitari dell'ospedale di Mesagne che hanno avuto in cura la moglie rimasta ricoverata per alcuni giorni a causa dello choc. Nonostante questo, la donna, dimessa da pochi giorni ha voluto essere presente all'incontro con i giornalisti pur non prendendo mai la parola.

"PERCHE' NON ME LO PORTANO QUI?" - Il padre ha poi affrontato le domande dei cronisti e ha speigato che Giovanni Vantaggiato, questo il nome del bombarolo, "non esiste per me, lo ripeto, non esiste". Lei aveva mai pensato che dietro ci potesse essere la criminalità organizzata? "Non lo ho mai pensato - ha spiegato -, perché fare quelle cose la a dei bambini è impossibile". Quindi è stata riportata la frase di un amica di Melissa, che "spinta dall'onda emotiva" si chiedeva perché "non ce lo portano qua, a noi", l'assassino. "Mi associo a quella ragazzina - ha risposto il padre -. Mi associo. Comunque giustizia è stata fatta. Penserà chi di dovere a cosa fare. Ma la rabbia delle persone è questa qua. Si dice così".

"NON SO CHIAMARLO" - E ancora, il padre spezzato dal dolore, ha aggiunto: "Questa persona non so nemmeno come chiamarla, non riesco a trovare il termine giusto. Immagino questi 20 giorni che ha trascorso con la sua famiglia, con le sue figlie, ha mangiato insieme e come tutti gli italiani avranno commentato la notizia dell’attentato. Per me questa persona, sempre se la possiamo definire persona, non è un padre - ha ribadito -. Ha spezzato la mia famiglia, ha spezzato anche la sua famiglia e coinvolto un sacco di altri ragazzi in questa brutta esperienza".

LEGALE FAMIGLIA BASSI: ATTO MOSTRUOSO - L'avvocato della famiglia di Melissa Bassi, Fernando Orsini, parlando con i giornalisti nell'aula consiliare del Comune di Mesagne, per descrivere la vicenda dell'attentato esplosivo in cui e' morta la studentessa 16enne il 19 maggio scorso a Brindisi davanti all'Istituto superiore 'Morvillo-Falcone' ha richiamato la scrittrice tedesca Hannah Arendt e "la banalita' del male, di un atto mostruoso perpetrato da una persona che sembra terribilmente normale".

"La famiglia Bassi e' qui -ha spiegato- perche' ripone fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. Stanotte -ha concluso Orsini che e' anche presidente del Consiglio comunale- ho sentito la presenza dello Stato". Chiaro il riferimento al fermo del 68enne di Copertino che ha confessato di essere l'autore dell'attentato.