L’Intervista dei Sonohra: i fratelli Fainello raccontano, “La Storia parte da qui”

di Nicola Ricchitelli. Partirà proprio dalla Puglia il nuovo tour dei fratelli Fainello – al secolo Sonohra - il 14 giugno per la precisione dalla piazza di San Paolo di Civitate (FG). Le altre date ad oggi confermate della tournée sono il 7 luglio alla Notte Rosa di Comacchio (FE), il 14 luglio al Centro Sportivo di Pontedera (PI), il 16 agosto all’Arena Estiva Giardino del Principe di Loano (SV) e l’1 settembre al Teatro Romano di Verona.
Sul palco, insieme a Luca e Diego Fainello (alle chitarre acustiche ed elettriche), ci saranno Luciano Santoro al basso, Pietro Cuppone alla chitarra, e Andy Eynaud alla batteria.
Il nuovo disco di inediti dei Sonohra, “La storia parte da qui”, è composto da tredici brani, sette in italiano, quattro in inglese e due strumentali, che trattano d’amore e di temi sociali, come la violenza sui minori e la crisi di valori della società.
Per la realizzazione dell’album, masterizzato ai celebri Sterling Sound Studios di New York da Ted Jensen, il duo veronese ha collaborato con artisti come la star del panorama folk internazionale Hevia, Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Roberta Di Lorenzo, la band americana dei Secondhand Serenade ed il rapper Michael Adrian.

Questa la tracklist di “La storia parte da qui": “Moonrise”, “Il cielo è tuo”, “Liars”, “Il re del nulla” feat. Michael Adrian, “Ciò che vuoi”, “The night is ours”, “Nuda fino all’eternità” feat. Secondhand Serenade, “La storia parte da qui”, “Si chiama libertà” feat. Hevia, “It’s much too late”, “L’amante di Lady Chat”, “Andromeda”, “The sky is yours”.

D: Ragazzi, da dove riparte la storia dei Sonohra?
R:«La nostra storia riparte sempre dalla nostra passione per la musica, dalla voglia di suonare e dividere con chi ci ascolta buona energia ed emozioni importanti. In questo nuovo disco ci sono i Sonohra così come sono adesso, siamo cresciuti in questi anni e ci sembrava giusto ripartire dalla nostra vera realtà e non dalle etichette che ci hanno imposto».

D: Quali sono i temi principali affrontati nei testi delle undici tracce che compongono il vostro terzo album?
R:«Noi viviamo la realtà quotidiana in questa nostra nazione triste e scoraggiata, ne sentiamo le pulsioni e le vogliamo raccontare, la vacuità di una vita “virtuale”, la violenza sui bambini, le difficoltà di utilizzare l’energia del cuore piuttosto che quella della mente, insomma raccontiamo la vita così come la vediamo senza voler fare prediche ma “cantando” il nostro punto di vista».

D: Quali le analogie e le differenze rispetto ai precedenti lavori?
R:«Beh, rispetto ai primi due dischi qui abbiamo lavorato in assoluta libertà, abbiamo prodotto noi questo disco che più degli altri ci rappresenta, siamo stati liberi di seguire le nostre passioni musicali che sono sempre in continua evoluzione».

D: Nell’album sono presenti quattro brani con testi in inglese – Liars, The Night is Ours, It’s Much Too Late, The Sky is Yours – a dimostrazione di un seguito che si è esteso aldilà dei confini nazionali. Cosa potete raccontarci delle tournée che avete portato avanti in America, Colombia, Argentina, Messico, Brasile?
R:«Noi conserviamo un ricordo speciale della nostra avventura sudamericana, abbiamo conosciuto tanti amici, tutta gente speciale che vive sorridendo, molto di più di quello che facciamo noi anche se magari vivono in situazioni più precarie. Lì abbiamo respirato un’energia molto stimolante, speriamo di ritornarci quanto prima, sarebbe un altro nostro sogno che si avvera».

D: Nell’ album “La Storia parte da qui” hanno collaborato personalità del calibro di Hevia, Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Roberta Di Lorenzo, la band americana dei Secondhand Serenade ed il rapper Michael Adrian. Cosa avete provato a lavorare fianco a fianco con personalità di tale portata?
R:«La scelta di aprirci allle collaborazioni è nata molto semplicemnete, volevamo un confronto e un aiuto da autori e musicisti che abbiamo conosciuto e che stimiamo molto, ognuno di loro ha dato un contributo importantissimo a questo nuovo lavoro. Siamo molto onorati di queste collaborazioni».

D: Come sono cambiati i fratelli Fainello dagli esordi ad oggi?
R:«Come tutti i ragazzi che crescono, siamo maturati sia professionalmente che personalmente; facciamo il lavoro che ci piace e questo ha contribuito notevolmente ad una crescita positiva. Siamo più attenti ai meccanismi del business musicale, non ci facciamo prendere in giro da nessuno ma, anzi, abbiamo imparato anche a battere i pugni sul tavolo quando serve…».

D: A cosa vi siete ispirati nella scelta del nome?
R:«Quando abbiamo scelto il nome pensavamo ad un concetto di “vastità” e l’immagine che ci è venuta in mente è quella di un deserto, da lì ha lavorato l’immaginazione».

D: Il vostro tour partirà dalla Puglia: come mai questa scelta?
R:«La Puglia è una terra molto vivace, lì abbiamo una nutrita schiera di fan molto aggueriti, siamo proprio felici di iniziare il tour proprio da lì, abbiamo bisogno dell’incoraggiamento più sincero e gli amici pugliesi lo sanno fare molto bene. Arrivederci dunque, vi aspettiamo al concerto!».

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