Fli Puglia: a Bari tavola rotonda 'Verso il polo riformatore'
BARI. “La tavola rotonda”, ha spiegato Surico, “è un’occasione di confronto e di riflessione sul delicato momento storico, economico e politico in corso che richiede un impegno chiaro, concreto e perseguibile delle forze politiche riformatrici. Sul piano nazionale, come su quello locale e regionale, l’area moderata deve riannodare il rapporto di fiducia con i cittadini e i territori, avanzando proposte coerenti sulla base di una piattaforma programmatica condivisa, che superi le logiche ideologiche, ma che non ceda alla tentazione di alleanze innaturali e deleterie con chi oggi non dimostra senso di responsabilità verso il Paese. In questa ottica Fli organizzerà una campagna d'autunno all'insegna dell'inclusione e della partecipazione diretta dei territori, delle forze sociali, intellettuali e imprenditoriali locali”.Riforma elettorale, lavoro, politiche fiscali a favore delle imprese e della famiglia, formazione, università, sono solo alcune delle tematiche che saranno affrontate in occasione della tavola rotonda di lunedì e che saranno introdotte dal capogruppo Fli alla Camera dei deputati, Benedetto Della Vedova e dal coordinatore regionale di Fli Puglia, Francesco Divella. Moderati da Giammarco Surico, interverranno il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, l’imprenditore Vito Pertosa, presidente della Mermec Puglia, Isabella Loiodice, ordinario di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano ed il direttore del TgNorba, Enzo Magistà.
“La crisi congiunturale che ha colpito l’Europa, ma non solo”, ha affermato il coordinatore regionale di Fli Puglia, on. Francesco Divella, intervenendo con una nota “ci impegna ad imboccare una nuova via della responsabilità. E’ l’impegno in primis della politica, chiamata a costruire le condizioni perché il nostro Paese possa ripartire su basi più forti in quanto davvero capaci di fare la differenza sul mercato interno e internazionale e di rispondere, restituendo al sistema industriale, culturale e terziario una concreta capacità competitiva, alla sacrosanta domanda di occupazione e di sviluppo che proviene dalla società”.
“Ma è anche l’impegno cui sono chiamati tutti i settori produttivi”, ha concluso, “le forze intellettuali e i cittadini, con una partecipazione diretta al dibattito e con la proposta, in una più profonda e convinta consapevolezza che questa spaventosa crisi può e deve diventare l’occasione per un cambiamento costruttivo, per un ammodernamento del sistema Italia e per realizzare finalmente un progetto riformatore di grande respiro europeo, salvaguardando l’identità nazionale”.
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Politica locale
Gianfranco Fini (questo il suo nome, che qui ricordiamo perché se n’era ormai
RispondiEliminapersa la memoria) ha deciso che forse è venuto il momento di «sciogliere il Fli»,
partito tra i più sfortunelli, bisogna dire, elettoralmente e politicamente parlando. Fini intende sciogliere il partito, racconta De Turris, «dopo avere constatato, aggiustandosi la cravatta, che “alle amministrative abbiamo dimostrato la nostra marginalità e in certi casi ininfluenza”».
Be, forse «marginalità» e «ininfluenza» non sono termini abbastanza forti né abbastanza eloquenti.
«Inesistenza», senza offesa, rende meglio l’idea: c’è più massa e sostanza (bosonicamente parlando) nella Befana o nelle Inique Sanzioni o nella
Perfidia d’Albione o nell’Asse Roma-Berlino che nell’intero organigramma e pro-
gramma politico del Fli.