Ilva: “Bene la decisione del tribunale, ora chi ha sbagliato paghi”
BARI
. “Condividiamo appieno quanto deciso in sede di riesame dal tribunale di Taranto. Ora, chi ha sbagliato paghi. E’ giunto il momento, dopo anni di immobilismo, di aprire un nuovo capitolo della storia dell’Ilva caratterizzato dalla reale volontà di voltare pagina, nel rispetto del lavoro, dell’ambiente e della salute dei cittadini. Non ci si illuda che il licenziamento di Girolamo Archinà, da taluni trasformato in fretta nel capro espiatorio della problematica, possa rappresentare la cura miracolosa per mali ormai atavici: il cammino da percorrere è ancora lungo e tortuoso e non deve prescindere da una concertazione determinata che coinvolga, stavolta costantemente, le parti sociali”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, commenta così la decisione del gip di confermare il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva, ma con facoltà d’uso.
“Quando si rende necessario l’intervento della magistratura – continua Pugliese - significa che si è costretti a commentare un clamoroso fallimento. Il fallimento, innanzitutto, di un Governo centrale non all’altezza della situazione tempisticamente, ma anche qualitativamente e quantitativamente: i 336 milioni di euro messi a disposizione per le bonifiche sono spiccioli rispetto alla mole degli interventi che si renderanno necessari per l’ambientalizzazione del territorio. Inoltre, non si può prorogare oltremodo la copertura dei parchi minerali e l’intervento sulla megadiscarica industriale, che assieme ad altre tre enormi discariche presenti in zona, mete dei rifiuti provenienti da ben dieci regioni italiane, ha contribuito a trasformare la provincia jonica nella pattumiera d’Italia, danneggiando la salute dei cittadini, in particolare di quelli del rione Tamburi”.
Ma esenti da colpe non sono certo le istituzioni locali, giacché “nessuno dimentichi che l’Aia, prima di ricevere il visto buono a Roma, era stata approvata in pompa magna dalla Regione Puglia. La stessa Regione Puglia che ha dovuto attendere il diktat dei giudici per stanziare fondi utili alla messa in sicurezza della zona, pur avendo disposto in passato di tutto il tempo del mondo per attingere dai Por e dai Fas”.
Stesso discorso per Comune e Provincia di Taranto, che Pugliese definisce “spesso meri e quindi colpevoli spettatori della vicenda, come quando, assieme alla Regione Puglia hanno ritirato la costituzione di parte civile nei confronti dell’Ilva, lasciando la UIL sola nella propria coerenza”.
La conclusione del Segretario Generale della UIL regionale è un invito “ai lavoratori e ai cittadini che hanno subito danni alla salute a causa delle emissioni dello stabilimento, a chiedere un risarcimento consono alle sofferenze patite finora”.
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