Obesità infantile, il “nemico” è culturale
Francesco Greco. Le scuole hanno riaperto, gli zainetti dei nostri bambini sono pieni di penne, quaderni e merendine belle a vedersi ma colme di coloranti, conservanti, zuccheri in eccesso, spesso sostanze cacciate dalla porta da UE e OMS e rientrate dalla finestra di multinazionali che sanno come farle accettare dai mercati. Nonostante si lodi la bontà della dieta mediterranea, l’aggressività della pubblicità tiene lontani i consumatori dai prodotti naturali, a km. zero, a favore di roba che nella migliore delle ipotesi porta patologie, nella peggiore modifica il dna delle nuove generazioni.
La dottoressa Simona Dongiovanni, dietista, specializzata in Scienze della Nutrizione Umana, è da anni un must della materia. Lavora fra Roma e il Salento, collabora a giornali e riviste popolari (ha un blog seguitissimo: http/salute nutrizione.wordpress.com).
Domanda: L’obesità è una patologia a etimologia multifattoriale e diversi studi confermano dati allarmanti anche in età pediatrica: come valuta il fenomeno?
Risposta: “In Italia molti sono stati gli studi che hanno rivolto l’attenzione a monitorare e attuare strategie per ridurre comportamenti alimentari errati. Per esempio, Health Behaviour School Aged Children (HBSC) è uno studio che dal 1982 monitora i comportamenti dei giovani in età scolare e permette di avere una visione dettagliata per intervenire e prevenire. Aderiscono diversi Paesi (l’Italia dal 2010) insieme a Ricercatori di tutto il mondo e all’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’ultima indagine è del 2010 e conferma dati preoccupanti di sovrappeso e obesità specie nel Centro-Sud”.
D. Quali le cause?
R. “Il sovrappeso in età pediatrica può dipendere da diversi fattori: genetici, familiari, psicologici e sociali, alimentazione scorretta, poca attività fisica. Queste due variabili possono essere migliorate subito”.
D. Strategie di intervento delle istituzioni?
R. “Da alcuni anni l’OMS ha adottato strategie che indicano livelli adeguati di buona alimentazione e attività fisica da raggiungere rivolte alla popolazione in generale, ma ancor più ai giovani, perché più di altri sono, per la prima volta secondo gli esperti, la prima generazione che potrebbe vivere meno o in cattive condizioni di salute, perché il sovrappeso e le patologie a esso correlate sono in aumento anche in età pediatrica. Il Ministero della Salute da qualche anno cerca di consolidare un’intesa con la scuola, il luogo privilegiato che consente di agire su comportamenti non ancora stabilizzati, pertanto suscettibili di modifiche e che coinvolge le figure affettive che ruotano intorno al bambino. L’educazione alimentare a scuola ha l’obiettivo di promuovere una dieta sana e attuare azioni di controllo che coinvolgono la scuola nel complesso, come il miglioramento del menù di ristorazione per mezzo di una corretta formazione e informazione”.
D. La sua esperienza di esperta nel campo della Nutrizione cosa permette di osservare?
R. “Di recente ho contribuito a un progetto di studio sulla prevenzione dell'obesità infantile con l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. "Mensa Sana, Corpore Sano" rientra nel Programma di Azione Nazionale per l'Agricoltura Biologica e i Prodotti Biologici, approvato da D.M dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha come obiettivo la prevenzione della salute in età pediatrica sia in termini di prevenzione per l’obesità infantile, una malattia complessa che comporta numerosi rischi, ma anche la prevenzione da contaminanti ambientali: bisogna ricordare che alimentarsi in modo sano vuol dire anche preferire prodotti non trattati e quindi privilegiare il consumo di prodotti di qualità promuovendo alimenti biologici anche nelle mense scolastiche. Attraverso indagini che sono state rivolte in molte scuole sul territorio nazionale, si confermano dati elevati di sovrappeso nelle regioni del Centro-Sud, anche se nel complesso possiamo dire che c’è stata una grande sensibilizzazione e attenzione all’educazione alimentare da parte dei bambini e dei genitori, anche se in maniera minore”.
D. Come riesce ad avvicinare i bambini a comportamenti alimentari più sani?
R. “Con l’esperienza nelle scuole attraverso progetti di educazione alimentare. La metodologia di apprendimento è improntata attraverso l’attività ludica, soprattutto con i più piccini, con i ragazzi più grandi. Le lezioni sono interattive per aver maggiore attenzione. Ho avuto varie esperienze come Dietista nelle scuole, il risultato finale è molto positivo, la partecipazione alta. Ognuno ha il suo metodo: importante è trasmettere un messaggio semplice e diretto”.
D. Quali difficoltà ha riscontrato?
R. “E’ necessario promuovere progetti di educazione alimentare anche ai genitori. Sono responsabili delle scelte alimentari dei figli. Negli ultimi anni l’interesse da parte loro è aumentato, ma non è ancora del tutto piena la loro attenzione. Inoltre è importante che l’educazione fisica che la scuola prevede durante la settimana sia fatta in maniera idonea. Successivamente consiglio di cercare di conciliare scuola e tempo libero, avvicinando il figlio a uno sport”.
D. La scuola è cominciata: consigli?
R. “Bisogna iniziare la giornata con una colazione sana e nutriente per dar loro la giusta carica: latte, yogurt con biscotti o fette biscottate con un po’ di marmellata e perché no succo di frutta o buone spremute di frutta fresca. La giornata deve seguire con uno spuntino leggero e nutriente, la ricreazione l’avranno anche inventata per qualcosa! Un panino va bene, ma l’importante è che sia leggero e non troppo ‘carico’, quindi farcito con verdura (pomodorini o insalata), un pò di formaggio o tonno o un paio di fettine di prosciutto (crudo o cotto). Variare è la parola d’ordine: sì al panino ma almeno 3 volte a settimana mettete nello zainetto un bel frutto di stagione con biscottini o crakers, possibilmente senza sale. Si abitueranno al consumo di frutta anche se non sono propensi. Non dimenticate la bottiglietta d’acqua. Devono seguire pranzo e cena completi di tutti i nutrienti necessari alla crescita”.
D. Un ultimo consiglio?
R. “La prevenzione inizia a tavola: è il mio motto… Se ci pensiamo è proprio così. Mangiare sano a ogni età vuol dire vivere meglio!”.
Domanda: L’obesità è una patologia a etimologia multifattoriale e diversi studi confermano dati allarmanti anche in età pediatrica: come valuta il fenomeno?
Risposta: “In Italia molti sono stati gli studi che hanno rivolto l’attenzione a monitorare e attuare strategie per ridurre comportamenti alimentari errati. Per esempio, Health Behaviour School Aged Children (HBSC) è uno studio che dal 1982 monitora i comportamenti dei giovani in età scolare e permette di avere una visione dettagliata per intervenire e prevenire. Aderiscono diversi Paesi (l’Italia dal 2010) insieme a Ricercatori di tutto il mondo e all’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’ultima indagine è del 2010 e conferma dati preoccupanti di sovrappeso e obesità specie nel Centro-Sud”.
D. Quali le cause?
R. “Il sovrappeso in età pediatrica può dipendere da diversi fattori: genetici, familiari, psicologici e sociali, alimentazione scorretta, poca attività fisica. Queste due variabili possono essere migliorate subito”.
D. Strategie di intervento delle istituzioni?
R. “Da alcuni anni l’OMS ha adottato strategie che indicano livelli adeguati di buona alimentazione e attività fisica da raggiungere rivolte alla popolazione in generale, ma ancor più ai giovani, perché più di altri sono, per la prima volta secondo gli esperti, la prima generazione che potrebbe vivere meno o in cattive condizioni di salute, perché il sovrappeso e le patologie a esso correlate sono in aumento anche in età pediatrica. Il Ministero della Salute da qualche anno cerca di consolidare un’intesa con la scuola, il luogo privilegiato che consente di agire su comportamenti non ancora stabilizzati, pertanto suscettibili di modifiche e che coinvolge le figure affettive che ruotano intorno al bambino. L’educazione alimentare a scuola ha l’obiettivo di promuovere una dieta sana e attuare azioni di controllo che coinvolgono la scuola nel complesso, come il miglioramento del menù di ristorazione per mezzo di una corretta formazione e informazione”.
D. La sua esperienza di esperta nel campo della Nutrizione cosa permette di osservare?
R. “Di recente ho contribuito a un progetto di studio sulla prevenzione dell'obesità infantile con l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. "Mensa Sana, Corpore Sano" rientra nel Programma di Azione Nazionale per l'Agricoltura Biologica e i Prodotti Biologici, approvato da D.M dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha come obiettivo la prevenzione della salute in età pediatrica sia in termini di prevenzione per l’obesità infantile, una malattia complessa che comporta numerosi rischi, ma anche la prevenzione da contaminanti ambientali: bisogna ricordare che alimentarsi in modo sano vuol dire anche preferire prodotti non trattati e quindi privilegiare il consumo di prodotti di qualità promuovendo alimenti biologici anche nelle mense scolastiche. Attraverso indagini che sono state rivolte in molte scuole sul territorio nazionale, si confermano dati elevati di sovrappeso nelle regioni del Centro-Sud, anche se nel complesso possiamo dire che c’è stata una grande sensibilizzazione e attenzione all’educazione alimentare da parte dei bambini e dei genitori, anche se in maniera minore”.
D. Come riesce ad avvicinare i bambini a comportamenti alimentari più sani?
R. “Con l’esperienza nelle scuole attraverso progetti di educazione alimentare. La metodologia di apprendimento è improntata attraverso l’attività ludica, soprattutto con i più piccini, con i ragazzi più grandi. Le lezioni sono interattive per aver maggiore attenzione. Ho avuto varie esperienze come Dietista nelle scuole, il risultato finale è molto positivo, la partecipazione alta. Ognuno ha il suo metodo: importante è trasmettere un messaggio semplice e diretto”.
D. Quali difficoltà ha riscontrato?
R. “E’ necessario promuovere progetti di educazione alimentare anche ai genitori. Sono responsabili delle scelte alimentari dei figli. Negli ultimi anni l’interesse da parte loro è aumentato, ma non è ancora del tutto piena la loro attenzione. Inoltre è importante che l’educazione fisica che la scuola prevede durante la settimana sia fatta in maniera idonea. Successivamente consiglio di cercare di conciliare scuola e tempo libero, avvicinando il figlio a uno sport”.
D. La scuola è cominciata: consigli?
R. “Bisogna iniziare la giornata con una colazione sana e nutriente per dar loro la giusta carica: latte, yogurt con biscotti o fette biscottate con un po’ di marmellata e perché no succo di frutta o buone spremute di frutta fresca. La giornata deve seguire con uno spuntino leggero e nutriente, la ricreazione l’avranno anche inventata per qualcosa! Un panino va bene, ma l’importante è che sia leggero e non troppo ‘carico’, quindi farcito con verdura (pomodorini o insalata), un pò di formaggio o tonno o un paio di fettine di prosciutto (crudo o cotto). Variare è la parola d’ordine: sì al panino ma almeno 3 volte a settimana mettete nello zainetto un bel frutto di stagione con biscottini o crakers, possibilmente senza sale. Si abitueranno al consumo di frutta anche se non sono propensi. Non dimenticate la bottiglietta d’acqua. Devono seguire pranzo e cena completi di tutti i nutrienti necessari alla crescita”.
D. Un ultimo consiglio?
R. “La prevenzione inizia a tavola: è il mio motto… Se ci pensiamo è proprio così. Mangiare sano a ogni età vuol dire vivere meglio!”.
