Scuola: la rivoluzione digitale degli ebook resta ancora una "minaccia"
di Michele Tedesco
Quando sono stati introdotti sul mercato, gli ebook reader hanno fatto storcere il naso ai puristi della lettura, strenui difensori di polverose scaffalature tracimanti di volumi, sempre sull’ orlo di un rovinoso crollo. Ciò che distingue un ebook reader da un più comune tablet, oltre a una maggiore compattezza dimensionale, è il display non retroilluminato, il cui vantaggio si traduce in una congrua riduzione in termini di affaticamento visivo. L’ adozione della tecnologia “e-ink” (“inchiostro elettronico”), rende l’ esperienza della lettura quanto più prossima a quella tradizionale. In pochi centimetri e qualche decina di grammi, si possono dunque racchiudere e agevolmente trasportare migliaia di volumi (da 2 mila, fino a 4 mila, oltre a una serie di vocabolari e dizionari forniti già dalle case produttrici), economizzando su spazio, peso e consumo di carta. Se si considera, inoltre, il fatto che su questi dispositivi è anche possibile sottolineare, evidenziare, prendere appunti e usufruire di una, seppur limitata, connettività al web, si può ben notare come, da semplici oggetti “di svago”, questi possano essere riconsiderati come utili strumenti per l’ apprendimento. A tal proposito, la legge n.133 del 2008 prevedeva che, a partire dall’anno scolastico 2008-2009, una parte dei libri di testo venisse offerta in forma digitale, mentre dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio docenti di ciascun istituto adottasse esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista. Abbattendo i costi “vivi” della fabbricazione e del trasporto, la prospettiva del vantaggio in termini economici del libro elettronico, in un momento in cui la “spending review” spadroneggia in ogni dove, è quanto mai allettante.
Basti pensare che un ebook, solitamente, costa all’ incirca il 30% in meno di un libro tradizionale. Un altro vantaggio è quello in termini di salute degli studenti e in particolare dei più piccoli: l’ immagine del bambino-novello Atlante letteralmente piegato sotto il “peso della cultura” chiusa in uno zaino, un domani, forse, potrà essere solo un romantico ricordo. Le case editrici si dichiarano pronte per questa rivoluzione che, ad ora, resta solo una minaccia frenata dai prezzi. Le famiglie restano scettiche. Una riduzione dell’ IVA dal 21% al 4%, come quella applicata sui libri cartacei, potrebbe essere la miccia per il "boom" digitale tra i banchi di scuola.
