"Prenderemo Kinshasa", ribelli congolesi avanzano verso Capitale
ROMA. Continuano i colloqui ad alto livello per porre fine alla nuova escalation di violenze che di recente ha investito la Repubblica democratica del Congo.
Ieri, a Kampala, il presidente ugandese Yoweri Museveni ha separatamente incontrato il suo omologo congolese Joseph Kabila e il ruandese Paul Kagame.
Il faccia a faccia e' stato circondato dal massimo riserbo ed e' giunto all'indomani della conquista da parte dei ribelli del movimento M23 della citta' di Goma, localita' situata nella parte orientale del Paese lungo la riva settentrionale del Lago Kivu, dove si estende uno dei territori piu' ricchi di materie prime tra i piu' ambiti su scala globale, e dove circa una ventina di italiani sono rimasti intrappolati in seguito ai disordini.
''Il nostro paese non ha bisogno di fare una guerra'', ha commentato Kabila a margine del testa a testa. ''Il Congo e il popolo congolese hanno bisogno di sviluppo. Ma quando una guerra ci viene imposta, si ha l'obbligo di resistere.
Bisogna lottare per raggiungere l'obiettivo di una pace durevole''.
Sul binario opposto il ministro degli Esteri ruandese, Louise Mushikiwabo, secondo cui ''la caduta di Goma dimostra chiaramente che l'opzione militare per arrivare a una soluzione della crisi e' fallita. L'unica strada percorribile - ha detto - e' quella del dialogo politico''. Piu' cauto il capo della diplomazia di Kampala, Asuman Kiyingi: ''Almeno stanno parlando, penso che tutto stia andando bene''.
L'incontro tra i due leader rivali e' giunto in occasione della risoluzione Onu adottata nella notte all'unanimita' dal Consiglio di Sicurezza, sotto proposta di Parigi, di imporre delle sanzioni ai ribelli del movimento M23 che nei giorni avevano irrotto a Goma rapendo donne e bambini. La risoluzione chiama inoltre in causa i Paesi sostenitori dell'M23, come il Ruanda, al fine che cessi il loro supporto nei confronti dei disertori.
Dal canto loro i dissidenti, attraverso le parole del loro portavoce sono tornati a chiedere le dimissioni del presidente Joseph Kabila poiche' ''non e' il legittimo vincitore delle elezioni tenute lo scorso anno''. Parlando di fronte una folla di sostenitori, Viannay Jazarama ha anche giurato che l'M23 non si fermera' alla conquista della citta' di Goma, ma proseguira' la sua lotta assumendo il controllo delle ''localita' di Bukavu, Kisangani e Kinshasa''.
Sul fronte internazionale, intanto, gli Stati Uniti si sono detti ''gravemente preoccupati'' dalla rapida escalation di violenze nella Repubblica democratica che sta ''velocemente deteriorando la sicurezza'' nella regione. In una nota diramata dal portavoce del Dipartimento di Stato Usa Victoria Nuland, si precisa che Washington ''condanna la rinnovata campagna militare da parte dei ribelli dell'M23: un affronto alla sovranita' e l'integrita' territoriale della Repubblica democratica del Congo che viola il diritto internazionale''. (ASCA)
Ieri, a Kampala, il presidente ugandese Yoweri Museveni ha separatamente incontrato il suo omologo congolese Joseph Kabila e il ruandese Paul Kagame.
Il faccia a faccia e' stato circondato dal massimo riserbo ed e' giunto all'indomani della conquista da parte dei ribelli del movimento M23 della citta' di Goma, localita' situata nella parte orientale del Paese lungo la riva settentrionale del Lago Kivu, dove si estende uno dei territori piu' ricchi di materie prime tra i piu' ambiti su scala globale, e dove circa una ventina di italiani sono rimasti intrappolati in seguito ai disordini.
''Il nostro paese non ha bisogno di fare una guerra'', ha commentato Kabila a margine del testa a testa. ''Il Congo e il popolo congolese hanno bisogno di sviluppo. Ma quando una guerra ci viene imposta, si ha l'obbligo di resistere.
Bisogna lottare per raggiungere l'obiettivo di una pace durevole''.
Sul binario opposto il ministro degli Esteri ruandese, Louise Mushikiwabo, secondo cui ''la caduta di Goma dimostra chiaramente che l'opzione militare per arrivare a una soluzione della crisi e' fallita. L'unica strada percorribile - ha detto - e' quella del dialogo politico''. Piu' cauto il capo della diplomazia di Kampala, Asuman Kiyingi: ''Almeno stanno parlando, penso che tutto stia andando bene''.
L'incontro tra i due leader rivali e' giunto in occasione della risoluzione Onu adottata nella notte all'unanimita' dal Consiglio di Sicurezza, sotto proposta di Parigi, di imporre delle sanzioni ai ribelli del movimento M23 che nei giorni avevano irrotto a Goma rapendo donne e bambini. La risoluzione chiama inoltre in causa i Paesi sostenitori dell'M23, come il Ruanda, al fine che cessi il loro supporto nei confronti dei disertori.
Dal canto loro i dissidenti, attraverso le parole del loro portavoce sono tornati a chiedere le dimissioni del presidente Joseph Kabila poiche' ''non e' il legittimo vincitore delle elezioni tenute lo scorso anno''. Parlando di fronte una folla di sostenitori, Viannay Jazarama ha anche giurato che l'M23 non si fermera' alla conquista della citta' di Goma, ma proseguira' la sua lotta assumendo il controllo delle ''localita' di Bukavu, Kisangani e Kinshasa''.
Sul fronte internazionale, intanto, gli Stati Uniti si sono detti ''gravemente preoccupati'' dalla rapida escalation di violenze nella Repubblica democratica che sta ''velocemente deteriorando la sicurezza'' nella regione. In una nota diramata dal portavoce del Dipartimento di Stato Usa Victoria Nuland, si precisa che Washington ''condanna la rinnovata campagna militare da parte dei ribelli dell'M23: un affronto alla sovranita' e l'integrita' territoriale della Repubblica democratica del Congo che viola il diritto internazionale''. (ASCA)
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Esteri
