Beppe Grillo show a Bari. "Aboliamo i sindacati e chiudiamo Equitalia"
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| Il leader M5S Beppe Grillo a Bari ed è subito spettacolo |
Andrea Stano. E’ stato un Beppe Grillo senza peli sulla lingua e come al solito dissacrante quello che si è esibito ieri sera a Palaflorio di Bari.
“Signore e signori, com’è?”, esordisce così l’ex comico ligure entrando sul campo da basket alle 21.10 accolto dal boato fragoroso della folla in delirio. Il suo comizio itinerante (cammina per tutto il tempo spostandosi da curva a curva) durerà circa un’ora e mezza.
La serata sarà all’insegna del populismo ed è lo stesso Grillo ad invitare la folla ad urlarglielo contro. Prima freccia scagliata sul redditometro, “studio di settore sulla famiglia, è il rovesciamento dell’onere della prova, noi non dobbiamo dimostrare i soldi, sono loro che lo devono fare”, dove quel loro sta per politici, la preda preferita di Grillo.
Si passa poi alla guerra in Mali e i bombardamenti su musulmani e Tuareg da parte della Francia che ha coinvolto il nostro paese per le preziosi basi logistiche militari in Italia.
Grillo è un fiume in piena, non lesina parolacce e battute divertenti, e diventa incontenibile sulla vicenda inceneritore in Val d’Aosta. “Il Governo che non c’è (concetto ribadito più e più volte) bypassa la volontà dei cittadini con l’intento di annullare il referendum perché la questione rifiuti è di competenza statale”.
“L’unica cosa da fare è mandarli tutti a casa”, esplode così lo stadio gremito, trai cui settori di tanto in tanto si vedono passare i volontari del Movimento 5 stelle che raccolgono soldi per l’autofinanziamento.
Prima di elencare gli intendimenti del movimento e i punti chiave del loro programma, Grillo si concede un’autocelebrazione quando sfoggia con orgoglio il successo delle Parlamanetarie online, “Tutti ci guardano nel mondo per quello che abbiamo fatto in soli tre anni. Hanno paura di noi e ci vogliono tagliare fuori ma se ci faranno entrare, apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”, seguono ulteriori applausi e frasi di stima dagli astanti.
Demagogia, qualunquismo e populismo costituiscono il minimo comune denominatore della serata, Grillo lo sa e se ne compiace divertito, assieme ai suoi sostenitori.
Dopo essersi soffermato sul debito pubblico (duemila miliardi di euro), aver profetizzato il fallimento del nostro paese, “siamo già morti, Francia e Germania ci faranno fallire, non siamo più appetibili”, Beppe Grillo passa ai fatti e viene al sodo. Acqua pubblica, sanità pubblica, ridimensionamento degli stipendi della classe dirigente politica.
“Quindici nostri parlamentari in Sicilia hanno il diritto di avere ventimila euro mensili ma loro ne percepiscono solo il 30%, l’obiettivo è arrivare a un milione entro la fine dell’anno per finanziare poi, la piccola e media impresa siciliana”.
Sta molto a cuore al mattatore di “Te la do io l’America” la questione piccole imprese, “sono il cuore del nostro paese, non possono avere tasse esagerata, occorre la diminuzione della tassazione alle imprese, puntando forte sul made in Italy”, e prosegue, “in Italia pagano 1800 euro all’ettaro per piantare vitigni francesi, le arance vengono da Tunisi, siamo uno dei paesi più prolifici nella produzione d’olio ma anche trai massimi importatori dello stesso prodotto, non è possibile, dobbiamo produrre e poi al massimo aumentiamo noi di un euro il prodotto per le esportazioni”.
Beppe Grillo poi si concentra su un tema delicato, uno dei leit motiv di questi anni, quello dell’energia. La sua crociata contro il carbone, causa di guerre, malattie e inquinamento ambientale, rappresenta l’intervento più lungo su cui si è soffermato durante la serata. La parola d’ordine è “solo energie rinnovabili”.
E poi continua, “rivedere la scuola pubblica, ci riprendiamo le concessioni, facciamo una Banca di Stato, finanziamo le nuove idee con bassa tassazione, università con dentro aziende coi nostri studenti” ma alla frase “Chiudiamo Equitalia”, la folla va in visibilio. “La casa è un bene primario, è come un rene, non va pignorata”.
Prima di chiudere e proporre ulteriori scampoli del programma e dei suoi personali desiderata, “wifi gratuito per tutta la città, referendum propositivo senza quorum, eliminazione dei sindacati, ormai vecchi e inutili, dazio sull’acciaio cinese perché la Cina, dopo essere entrata nel WTO non ha rispettato nessuna regola” Grillo si sofferma sul proprio movimento e la sua gestione politica.
“E’ semplice cambiare”, dice il 64enne attivista genovese, “noi non abbiamo bisogno di un leader, il nostro leader è il GPS che ci dice dove andare”, e continua, “chiunque può entrare, basta che abbia idee buone perché le idee buone non sono né di destra né di sinistra”.
Sui rimborsi elettorali, che con Grillo sparirebbero, dice, “non venissero a dirci che la politica ha i suoi costi perché noi non abbiamo preso un euro da nessuno e siamo diventati quello che siamo”.
In chiusura di serata Beppe Grillo, successivamente attorniato dalla stampa, cede la parola ad alcuni dei suoi candidati alla Camera e al Senato tra cui anche due rappresentanti del gentilsesso, “le nostre donne si fanno il culo tutto il giorno, ed è questo che voglio in Parlamento”.
Ma le sorprese non sono finite perché lo “Tsunami Tour” vive anche di improvvisazioni e accadimenti estemporanei. Beppe Grillo, che reputa la tv un mezzo falso ed ormai obsoleto, “la farò, ma più avanti, quando non ci s ranno più quelli di adesso” si innervosisce quando viene a conoscenza di quanto avvenuto in tv con la Annunziata, rea di aver trasmesso in onda, col subdolo fine di sminuire l’evento, uno spicchio di curva vuoto, francamente, uno dei pochi spazi vuoti del Palaflorio. Anche “La Repubblica” che intitola senza spiegazioni o motivazioni, “Aboliamo i sindacati”, si guadagna la disapprovazione di Grillo che invita ironicamente il pubblico a comprare quel tipo di giornali.
Si chiude così la grande serata all’insegna di Grillo, che in giornata aveva toccato anche Brindisi e che questa sera terrà il proprio comizio a Taranto in Piazza Maria Immacolata alle 21.00.
Il Movimento 5 stelle, che aveva subito una lieve flessione nelle scorse settimane, grazie anche allo “Tsunami Tour”, iniziato il 14 gennaio e che terminerà il 22 febbraio dopo aver percorso tutta l’Italia, è tornato a gravitare attorno al 17% secondo i sondaggi elettorali più recenti.
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cominciava a starmi antipatico, ma con l'affermazione aboliamo si sindaciti a ripreso tutti i punti persi e anche di piu
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