Cardigliano, il Museo dedicato a Eros di Baldassarre

Francesco Greco. Maestro, lei parla spesso di morte come avesse il presentimento di morire giovane: vuole essere ricordato come pittore di paesaggi della sua terra o come l’artista dell’amore carnale, dell’erotismo esplicito, della speculazione su un tema immortale che ha intrigato e tormentato le menti più alte e le sensibilità più estreme, da Saffo a Leopardi, portandole spesso alla follia? Antonio Baldassarre si liscia il pizzetto candido, ci pensa un istante e con un lampo negli occhi saraceni risponde: “Per entrambe le cose: come pittore, perché per tutta la vita ho dipinto solo paesaggi del Salento, la terra dove sono nato, l’ho portato nel mondo, e come scultore che si è dedicato anima e corpo alla realizzazione della Residenza dell’Amore, l'Opera Unica”.
 
A Borgo Cardigliano, località Sarroni, dolce collina fra Specchia e Ruffano (Capo di Leuca), su un’estensione di 6mila metri quadrati c’è qualcosa di unico al mondo: il Museo dell’arte erotica. Dall’Olanda alla Gran Bretagna, richiama ogni anno gente da tutto il mondo. Sul brogliaccio lasciano pensieri affettuosi e i punti esclamativi abbondano: ”Sei grande Antonio, sei mondiale!”, hanno scritto Katia e Monica. Ci sono poi quelli che considerano le “stazioni” una sorta di iniziazione all’età adulta e per questo sono grati al Maestro.

Arte pura? Speculazione estetica e filosofica? Trasgressione elevata alla massima potenza in un contesto al fondo ancora bigotto e neo-con, arcadico e fintamente liberato da tutte le rivoluzioni sessuali dell’altro secolo? Provocazione futurista fra belle-epòque e Toulouse-Lautrèc? Devozione a Priapo? Surrogati di decadentismo fin-de-siècle? Lacerti di dannunzianesimo esasperato e provocazioni contro la morale borghese alla Oscar Wilde? Blog scagliato nel tempo, in anticipo sui tempi? Quale password usare per accedere alla magione tra falli enormi e vagine parlanti glorificati dalla solarità della pietra leccese e del carparo, che catturano la luce in tutte le sfumature?

“Sa che mi hanno soprannominato il D’Annunzio del Salento? Lui aveva le ciabatte falliche, io scarpe comuni…”, ride l’artista. Ma se il Vate, l’Immaginifico, l’Orbo Veggente fosse vivo sarebbe stupito per come è stato scannerizzato un tema che, a sbagliare codice d’accesso, si finisce nella banalità, nella pornografia, la volgarità. non tanto per l’audacia estetizzante delle soluzioni quanto per i postulati che sono alle radici e la successiva estrinsecazione.

D’altronde, forse intimiditi dalla barocca maestosità dell’Opera Unica, Vittorio Sgarbi il decadente rimanda la visita con diplomatiche e-mail, e Tinto Brass, regista diciamo del ramo, intrigato dalle sciarade sui 3 siti di Baldassarre non trova il tempo per un salto in Salento per vedere.  
 
Più aspettano, più rischiano di trovarla diversa da com’è oggi: Baldassarre è sempre scosso dal fuoco creativo e sta realizzando un teatro (ultimato), per autori e script d’avanguardia, un’enorme conchiglia, un Nettuno virile col tridente. Prossima opera da realizzare il “Tempio dell’Amore Prigioniero” e il “Labirinto dell’Amore”. Ma ha in mente altri eventi, come un’estemporanea di scultura erotica con artisti da tutto il mondo per riempire il paesaggio intorno di altre opere.
 
“L’amore per una pessima donna ha dato adito alla mia creatività”, ha scritto sul portone d’entrata. L’input alla Casa dell'Amore è stata una relazione tormentata. Baldassarre è nato a Ruffano il 24 settembre 1950. Autodidatta “in tutto”, sino al 2001 aveva dipinto solo il Salento nei suoi paesaggi portandolo in giro (Roma, Cosenza, Lecce, Brindisi, Ischia, Latina, Bari, Parma, Modena, Verona, Ferrara, Mantova, Vicenza, Treviso, Svizzera, etc.) e vivendo, di rado accade, della sua arte.
 
“Mi sono messo a lavorare per non pensare a lei, per non autodistruggermi. Tutti i rapporti, ben coltivati, portano frutti, anche se fatti di ansie, paure - aggiunge mentre attiva le fontane - ho voluto mostrare il coraggio, nonostante l’handicap fisico, di osare in un contesto culturalmente arretrato e preda di tabù dov’è ancora forte la repressione sessuale. E così io che per 40anni avevo dipinto solo paesaggi mi sono ritrovato a scolpire scene d’Amore e di Sesso come mai avrei pensato potesse accadere. Una visione dell’Amore personale, sessualmente definito, scene esplicative di passioni momentanee, tradimenti di epoche, elisir, favole…Un Amore che va oltre i limiti di tempo, spazio e azione, un luogo dove i sentimenti sono contrastanti, l’istinto prevale sulla ragione e tutto si fonde in azioni spontanee che profumano di ardore e…”.
 
Ci distraiamo un attimo, e forse, nel tramonto bodiniano screziato di luna piena non cogliamo “il profumo del divino disciolto nell’aria”, come dice il Maestro, ma le pale eoliche dell’impianto vicino fanno un rumore che stizzisce anche le cicale petulanti tra i fichi. “Non me ne parli: quelle dovrebbero buttar giù, e non qualcosa di abusivo che ho realizzato con tanta fatica”.
 
Per entrare nella “Stanza dell’Amore” guidati dal novello Dante occorre chinarsi sotto l’arco in segno di sottomissione: citazione del Vate. Dopo la statua “Segregata dalla sua verginità” (riferita all’amante che non fu), si procede su mosaici allusivi e d’improvviso una fossa nel pavimento da cui sbucano i piedi di un uomo che non ha apprezzato (era gay?) i doni della donna e si è dannato. Lei Maestro ha un’alta concezione dell'eterno femminino. “La donna è la Regina - spiega - colei che tutto può, ha il potere di decidere i destini dell’uomo”. Si esce storditi per sostare davanti al ”Risveglio di Biancaneve”, “7 spose per 7 fratelli”, agli altarini: nelle nicchie i ”Santi” sono un fallo e una vagina. D’improvviso si sbatte in una piramide di vetro: citazione del Louvre Pei. Poi una grande A: “Nessuno sinora aveva mai scolpito una A, è l’essenza dell’amore”, aggiunge l'artista. Quindi le coppie di amanti celebri in posizioni che non lasciano spazio alla fantasia: Saffo e Catullo, Cyrano e Rossana, Dante e Beatrice come non l’immaginereste mai, loro che pare si amarono platonicamente, Paolo e Francesca, Eloisa e Abelardo, Giulietta e Romeo in chiave Von Masoch (“la nostra sofferenza, la nostra felicità”), Otello e Desdemona. E poi “Invito alla fontana”, “Giardino dei Miracoli”, ecc.
 
Domanda: Maestro, lei sublima un senso mistico nell’erotismo?
Risposta: “Ultimamente non più, perché non credo a niente, anzi, credo solo nella scienza che può salvare gli uomini, alle cose essenziali, all’amore che supera ogni barriera”.
D. La modestia forse non è il suo forte, s’è immortalato da solo, ha molta autostima…
R.“Si riferisce alla frase ‘Io vivo nei secoli e tie mancu unu’? Ho voluto dire che l’arte è immortale, non muore mai…”.
D. Usa spesso, quando parla, il termine coraggio: lei ne ha?
R. ”Ne ho avuto tanto in una terra dove politici assetati di escort ti danno il numero falso, per affrontare le sofferenze dell’amore e la doppiezza degli altri… Dovremmo dare più valore alla vita, si vive una volta sola… E continuare a credere nell’uomo, nonostante tutto…”.
D. Lei è contro la morale cattolica?
R. ”Non ho niente contro il Cattolicesimo, tant’è che disegno anche Santi e Madonne. E quando morirò voglio essere portato su un tràino con un cavallo, un funerale senza preti né condoglianze. Che la mia bara sosti un attimo davanti alla chiesa, per rispetto a tutti gli artisti che nelle chiese hanno lavorato e creato: è tutto merito loro, la mano divina non c’entra nulla…”.
D. Che cosa intende per Spirito dell’Amore?
R.”E’ come se fosse entrato in me e mi avesse costretto a estrinsecare quel che mi voleva far fare…”.
D. La passione deve divorare gli amanti, mutandoli ai loro stessi occhi?
R. ”La passione domina tutto, non ha limiti né pudori, non è mai volgare. L’amore è sofferenza, dolore, ma oggi è banalizzato, se ne parla troppo, ma lo stesso si soffre e per amore si uccide. Uomo e donna sono un corpo unico”.
D. Come i grandi artisti d’ogni tempo, a un certo punto lei deve aver confuso vita e arte…
R. “E’ vero, l’osmosi è continua…”.
D. Si considera un artista mediterraneo o mitteleuropeo?
R. ”Sono oltre questi schemi: le mie radici sono i topoi più antichi di questa terra”.
D. Il fatto sconvolgente è che è arrivato d’istinto dove le dottrine e le filosofie orientali hanno impiegato secoli, millenni…
R. ”Tutto è la conseguenza di un percorso personale. Solo ora, su Internet, ho scoperto che in Francia hanno una mostra itinerante con tutte le posizioni del Kamasutra, in India il tempio di Khayuraho, e poi i templi e il parco erotico in Corea, la Cina e le sue sculture falliche… E poi Gaudì, quello della ‘Sacrada Famiglia’, la casa di Mirò a Barcellona… Ma forse io stesso sono un dio e...".
Su Cardigliano e la Casa dell'Amore cala il tramonto, è tempo di andare. Sgarbi e Tinto Brass non sanno cosa si perdono: peggio per loro...

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