"Scu, crisi humus in cui fiorisce criminalità"

BARI. "La crisi economica e' l'humus in cui fiorisce la criminalita'", ha spiegato il presidente della Corte d'appello di Lecce Mario Buffa, nel capitolo della sua relazione dedicato all'evoluzione della criminalita' organizzata salentina, precisando che i gruppi della Scu "hanno attualmente operativita' limitata rispetto agli anni 89 e 90".

"La criminalita' pugliese - ha precisato - ha abbandonato le strategie violente, diventando nel momento di crisi economica anche referenti dei bisogni dei cittadini, i quali non sentendosi rappresentati dallo Stato per la tutela del bisogno primario del lavoro, si sono rivolti ad essi innescando meccanismi di connivenza. Cosi' e' stata avviata un'operazione di consenso, che si nutre di connivenze o peggio di riconoscenza. Le organizzazioni criminali hanno rinunciato a imporre il controllo del territorio con la forza intimidatrice e preferiscono stabilire un rapporto di affari, con metodi illegali occulti di attivita' che all'esterno appaiono lecite: tale strategia le rende piu' pericolose, perche' diventa piu' difficile riconoscerle e perche' l'associazione puo' inserirsi piu' facilmente nel tessuto sociale".

"La nuova criminalita' - ha aggiunto Buffa - ha cominciato a impegnarsi in attivita' collaterali ma meno compromettenti, sostituendosi per esempio alle banche e iniziando a erogare finanziamenti sia alle famiglie che alle imprese, diventando - tramite fidate teste di legno - proprietarie di attivita' lecite. Anche quando si impegna in attivita' lecite, pero', la criminalita' organizzata continua ad usare metodi illeciti: evade le imposte, usa lavoratori in nero, combatte la concorrenza con metodi sleali e violenti, mette in circolazione merci contraffatte, cerca di condizionare le istituzioni, ricorre alla corruzione, quindi distorce l'economia reale".