Ilva: 6.500 lavoratori in cigs

L'Ilva di Taranto annuncia cigs per 6500 operai
TARANTO. La notizia era nell'aria ed è arrivata puntuale la conferma dell'azienda. L'Ilva ha comunicato ai sindacati di categoria che chiedera' la cassa integrazione straordinaria per 6.500 lavoratori (di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto).

La cassa integrazione, secondo fonti sindacali,comincera' il 3 marzo prossimo e durera' di 24 mesi. L'istanza e' motivata dalla ristrutturazione in atto nell'ambito della procedura per la bonifica degli impianti inquinanti, secondo quanto prevede l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia).

Adriana Poli Bortone
POLI BORTONE: PROPRIETA' CHIARISCA SORTI OPERAI - “Il numero di dipendenti in cassa integrazione è assolutamente eccezionale. Da Ilva vogliamo sapere con esattezza se manterrà per il futuro le produzioni attuali o se ha intenzione di dismettere rami d’azienda e comunque dobbiamo sapere se e come verranno eventualmente riconvertiti gli operai attraverso corsi di formazione finalizzati ad altro tipo di attività garantita. Quello che non possiamo permettere è un’ operazione al buio perché si tratta della vita della gente che a suo tempo ha abbandonato settori produttivi dell’economia tarantina, come ad esempio l’agricoltura, per affidare la propria vita lavorativa all’ industria siderurgica. Questi 6500 lavoratori in cassa integrazione si aggiungerebbero ad altri lavoratori che operano in settori in crisi anche nello stesso tarantino che però restano abbastanza sommersi, come il settore dell’ ippica che sta molto soffrendo per le inadempienze del Ministero nell’ erogazione di somme dovute.” Lo ha detto la senatrice di Grande Sud Adriana Poli Bortone, questa sera in conferenza stampa a Taranto.


UILM - Seimilacinquecento cassa integrati per il gruppo Ilva. Si tratta di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione nell'ambito della procedura per la bonifica degli impianti. La cassa dovrebbe iniziare il 3 marzo e avere durata di 24 mesi. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, in un'intervista a La stampa, spiega quali sono le richieste dell'azienda. Il piano di ristrutturazione presentato oggi prevede anche la chiusura di alcune linee, in particolare l'altoforno uno che e' gia' chiuso, e l'altoforno cinque.

"Non sono previsti esuberi, almeno secondo quanto dichiara l'azienda, e sono previsti investimenti per la bonifica", spiega Palombella. Si parla, in particolare, di due miliardi e mezzo di euro di investimenti. La cassa interesserebbe 6.417 addetti nello stabilimento di Taranto su un totale di 6.507, il totale della richiesta. Altri addetti andranno in cassa negli impianti di Novi Ligure e Pratica di Mare. "Sono numeri drammatici", dice Palombella.

Adesso si aprira' la trattativa con i sindacati, per "attenuare la cifra per la rotazione, la formazione e eventuali contratti di solidarieta'. Sono numeri che prevedono per due anni lacrime e sangue ma e' anche vero che investimenti per la bonifica significano anche che l'Ilva non chiudera' e quindi tra due anni ci sara' nuovo lavoro", dice Palombella. In questi due anni la produzione, che a regime ammontava dalle 30mila tonnellate giorno e che attualmente e' pari a 18mila tonnellate giorno, passera' a diecimila tonnellate giorno.