Sfregia schiava del sesso, arrestata nigeriana a Brindisi
VILLA CASTELLI (BR). Costretta a venire in Italia con la vana promessa di trovare un lavoro ma poi avviata alla prostituzione. Non solo: anche ustionata e sfregiata dalla presunta aguzzina, sua connazionale. Sono le disavventure capitate a una donna nigeriana di 27 anni. Stamane gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, in collaborazione con la Squadra Mobile di Taranto, hanno arrestato nel capoluogo jonico A.H., 28 anni, piu' conosciuta come Sandra, di nazionalita' nigeriana.
La donna, in regola con il permesso di soggiorno, e' nota alle forze dell'ordine poiche' ha precedenti per rapina. Sarebbe stata lei ad aver fatto entrare in modo clandestino in Italia la vittima con la falsa promessa di trovarle un lavoro. In realta' l'intenzione era quella di farla prostituire, come poi e' avvenuto. Nei confronti di H. e' stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini. Allo sfruttamento della prostituzione, si sono aggiunti in questo caso due gravi aggressioni.
H. ha costretto la vittima a prostituirsi nella zona di Villa Castelli, in provincia di Brindisi. Di fronte al rifiuto della vittima, minacciata anche di ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti in Nigeria, la maman, il termine con il quale sono conosciute in gergo le protettrici nell'ambiente della prostituzione, l'avrebbe torturata versandole una pentola d'acqua bollente sulle gambe e provocandole quindi ustioni permanenti.
La donna, in regola con il permesso di soggiorno, e' nota alle forze dell'ordine poiche' ha precedenti per rapina. Sarebbe stata lei ad aver fatto entrare in modo clandestino in Italia la vittima con la falsa promessa di trovarle un lavoro. In realta' l'intenzione era quella di farla prostituire, come poi e' avvenuto. Nei confronti di H. e' stata eseguita una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini. Allo sfruttamento della prostituzione, si sono aggiunti in questo caso due gravi aggressioni.
H. ha costretto la vittima a prostituirsi nella zona di Villa Castelli, in provincia di Brindisi. Di fronte al rifiuto della vittima, minacciata anche di ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti in Nigeria, la maman, il termine con il quale sono conosciute in gergo le protettrici nell'ambiente della prostituzione, l'avrebbe torturata versandole una pentola d'acqua bollente sulle gambe e provocandole quindi ustioni permanenti.
