Trinitapoli: replica di Piccino su mancato finanziamento a interventi urbanizzazione, immobilismo in giunta Di Feo


Michele Mininni. Sulla mancata partecipazione al bando regionale per gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria è secca la replica del capogruppo del Partito Democratico Donato Piccinino: “Nessun abbaglio, sappiamo bene di cosa stiamo parlando. E’ solo una occasione persa. Avrebbero fatto bene, invece, a consultarsi prima con l’ufficio finanziario oppure con l’ex assessore al Bilancio e farsi dare qualche spiegazione in più. Oppure possono chiedere a qualche comune limitrofo (sei comuni della Bat hanno ricevuto il finanziamento) e chiedere come si sono comportati in merito alla stessa possibilità di accesso ai fondi.

Se non approfittiamo di interventi straordinari che ci offre, ad esempio, la Regione Puglia, con quali altri strumenti possiamo pensare di far ripartire l’economica locale? Considerata la risposta dell’Amministrazione sembra che non ce ne siano per cui è facile dedurre che il loro ormai è solo istinto di sopravvivenza che è però del tutto contrario agli interessi collettivi della città da tutelare.”
E’ questa la domanda a cui il PD chiede risposte chiare per i cittadini che non solo vedono l’immobilismo in cui versa la Giunta ma, soprattutto, sono preoccupati per le gravi ripercussioni che si potranno avere nel futuro della nostra città.

“Il Comune, partecipando al Bando, non avrebbe dovuto contrarre nessun mutuo – dichiara il capogruppo Donato Piccinino – Non vedo dove ci sia la prescrizione che la quota di cofinanziamento (il 20%, su un importo massimo richiesto di 400 mila euro, della somma finanziata ritenuta ammissibile) doveva essere coperta con un mutuo considerando anche che le eventuali risorse comunali, per partecipare alla progettualità da candidare, si potevano trovare nel nostro bilancio. E’ questione di scelte politiche: meglio utilizzare risorse, per esempio, per alcune spese come lo Staff (in questo momento non una priorità) oppure dirottarli a cofinanziare interventi per infrastrutture e servizi? Senza dimenticare che il cofinanziamento comunale poteva essere costituito anche dall’immobile oggetto della riqualificazione sulla base del valore immobiliare ai sensi del Decreto Legge n.41/2004. Una via d’uscita appositamente predisposta da parte della Regione per accedere a queste risorse pubbliche  senza pesare sulle casse vuote dei comuni”.

“Il finanziamento regionale era proprio destinato per garantire un effetto diffuso sul territorio ed un sostegno immediato all’economia locale e soprattutto al sistema delle piccole e medie imprese particolarmente gravate dalla crisi economica in atto attraverso la concessione di risorse finanziare che dovevano essere restituite al fondo di rotazione, ad interessi zero, entro dieci anni da quando veniva concesso il finanziamento. Questi interventi riguardano proprio gli enti locali che sono impossibilitati oggi a contrarre altri mutui tanto che il prestito sarebbe stato restituito iniziando solo entro due anni dalla data di inizio dei lavori. Quasi tutti i comuni si trovano in queste condizioni e anche l’ANCI da tempo promuove queste forme di sostegno agli enti locali accanto alla battaglia per allentare la pressione del patto di stabilità e liberare risorse per investimenti immediati”.

Sul tema rincara la dose Piccinino che difende l’Amministrazione Di Gennaro: “L’audacia di dichiarare di aver aperti diversi cantieri è uno smacco alla verità: non c’è nessun intervento che porti la firma di questa amministrazione, tutti i cantieri aperti (alcuni ancora chiusi, altri in ritardo) vengono dall’amministrazione di Gennaro: opere nella zona industriale, Unrra Casas, alloggi del Progetto Camelot, rigenerazione urbana, recupero masseria Scarola, efficentamento energetico, Cittadella della Cultura/Museo Civico. Parliamo di circa 10 milioni di euro di investimenti pubblici. Non c’è altro modo per rispondere al consigliere Derosa, a cui consiglio prudenza prima di parlare di passato che per ovvie ragioni non conosce direttamente. Altre progettualità da lasciare in dote non se ne vedono all’orizzonte perché, lo ripetiamo, una programmazione non esiste. Anche la politica di riduzione dell’indebitamento e della spesa sono scelte che vengono da lontano e certo non una loro scoperta: non potevano fermare un treno già in corsa. Ma tutto questo, oggi, non basta. Non solo sono inesistenti grandi idee o progetti ma si perdono anche le occasioni a portata di mano per azioni di rilancio immediate che diano sollievo all’economia”.

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