Giustizia: la questione dei tribunali pugliesi sbarca in Parlamento

BARI - Con 49 voti favorevoli, 1 astenuto e 1 voto contrario il Consiglio regionale ha approvato la proposta di adesione alla richiesta del referendum abrogativo della legge che prevede la soppressione dei tribunali minori, a seguito della riorganizzazione degli uffici giudiziari.

Tale proposta aderisce all’analoga iniziativa intrapresa da altre Regioni (Abruzzo, Calabria e Campania).

Sono stati eletti dal Consiglio regionale anche i due membri (effettivo e supplente) quali rappresentanti del Consiglio regionale della Puglia delegati per il referendum. Rispettivamente si tratta dei consiglieri Antonio Maniglio e Nino Marmo.

ZULLO: VOTO SCONTATO E COERENTE - “Sul referendum per le sedi giudiziarie il voto di astensione in Commissione aveva destato un po’ di perplessità in coloro che hanno seguito tutto il nostro percorso, perplessità ampiamente dissipate in aula con il voto convinto e favorevole.  Abbiamo sostenuto la causa sui territori, fianco a fianco agli esercenti le professioni forensi, per poi schierarci da subito, apertamente e in solitudine con il Presidente Introna nella conferenza dei Capigruppo non appena lo stesso Presidente annunciò che avrebbe portato all’esame del Consiglio il provvedimento. In Commissione un’astensione tattica simile a quelle mosse che molto spesso mettono in atto gli avvocati per stanare l’avversario che nel nostro caso si identifica in Vendola, più volte chiamato in causa da noi a spendere autorevolezza, carisma e leadership a favore della nostra Puglia ma, purtroppo, ancora una volta lontano dai reali bisogni dei pugliesi. Era anche assente in aula! Ancora una volta, abbiamo dovuto sostituirlo.”

ROMANO: POSIZIONE UN PO' FORTE - Il capogruppo del Partito democratico, Giuseppe Romano ha sottolineato in aula la sua posizione relativamente alla proposta di referendum abrogativo della legge di soppressione dei tribunali minori nell’ambito della legge di riorganizzazione e degli uffici giudiziari.
Secondo Romano la scelta di proporre un referendum per sollecitare il Governo nazionale ad una maggiore attenzione alla questione “sembra un po’ forte”. “Sarebbe stato più opportuno – ha detto Romano -  proporre un ordine del giorno o una raccomandazione al presidente Vendola perché intervenisse personalmente per questa opera di sensibilizzazione”. Comunque per Romano non ci sono posizioni pregiudiziali, “se l’assemblea decide per questa strada, che questa strada sia, quale utile espressione di volontà politica di tutto il Consiglio regionale della Puglia”.  Soprattutto  perché il capogruppo del Pd condivide in pieno la necessità di rivedere nei contenuti questa riforma che porta a risultati discutibili dal punto di vista dell’efficienza della macchina della giustizia e del risparmio presunto, oltre che alla considerazione dei possibili disagi per i cittadini.

M5S PORTA QUESTIONE A MINISTRO CANCELLIERI - Intanto i deputati del MoVimento 5 Stelle portano direttamente all’attenzione del Ministro Cancellieri la drammatica situazione dei tribunali pugliesi. Con una interrogazione parlamentare del deputato Andrea Colletti, controfirmata dai colleghi pugliesi del M5S Giuseppe L’Abbate, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia e Diego De Lorenzis, viene richiesto dunque al Ministero di far chiarezza sul Decreto Ministeriale dell’8 agosto 2013, con cui è stato autorizzato l’utilizzo per altri 5 anni delle sedi giudiziarie soppresse. Si chiede di sapere se sia stato preceduto dal controllo preventivo della Corte dei Conti e dal parere delle amministrazioni locali previsto dalla legge e, in caso affermativo, secondo quali criteri dunque sia stato valutato il risultato di tali consultazioni.

I deputati del MoVimento, inoltre, chiedono unintervento urgente sulla riorganizzazione della geografia giudiziaria (D. Lgs. 155/2012) così da eliminarne le evidenti criticità. Dal Gargano al Salento, infatti, sono state numerose le azioni intraprese dagli amministratoricomunali, dagli avvocati e dalle associazioni di categoria: manifestazioni, proteste e ricorsi al TAR evidenziati nella interrogazione e su cui si richiede che il Governo Letta ne tenga in debito conto. L’interrogazione parlamentare si conclude con l’invito al Ministro Cancellieri di predisporre una “riforma organica dell’amministrazione della giustizia che consenta di superare pienamente l’inefficienza e gli sprechi che la contraddistinguono da decenni”. Nella situazione attuale, infatti, a detta degli stessi operatori del settore, si rischia una ulteriore paralisi della giustizia: una macchina già in precario funzionamento e che necessita di 6-7 anni per il giudizio in primo appello.