"Il pane e le rose", quando l'amore per la vita si fa scrittura

di Roberta Calò - Se qualcuno mi chiedesse “Qual è il tuo piatto preferito?”, io probabilmente risponderei “Il pane e le rose”. Edito dalla casa editrice FaLvision, quello di Massimo Diodati non è un saggio, non è narrativa, non è poesia, non è un ricettario; a me piace pensarlo come un piatto unico della letteratura contemporanea in cui il racconto di esperienze di vita passa attraversa il cibo per inebriarsi di passione e arrivare al lettore attraverso il semplice canale di una lettura coinvolgente.

L'autore in occasione di una, come piace definirla a lui, "chiacchierata critico-amicale" presenterà il suo libro venerdì 11 ottobre alle ore 18:00 presso la Sala Convegni della Banca Apulia palazzo Barone Ferrara.

Interverranno la professoressa Paola Loria e la giornalista Caterina Cappelluti. In attesa dell'evento abbiamo voluto intervistare l'autore per avere in anteprima un assaggio delle sue pagine:

1- Come nasce quest’opera e l’idea di un titolo simile?

C’è un momento nella vita nel quale si tirano le somme. Il titolo discende da una vecchia frase estratta dal  “cassetto dei ricordi”, evoca una collana editoriale degli anni ’60, e soprattutto il pane dichiara del cibo del corpo e le rose altro non sono che il nutrimento dello spirito.

2- Come si conciliano cucina, narrativa, arte figurativa, poesia, esperienze di vita in uno stesso libro?

 Come suggerisce la sua domanda: sono esperienze di vita e ci stanno come tali in un libro che racconta di esse.

3- Benedetto Croce sosteneva che fino a 18 anni tutti scrivono poesie, poi quelli che continuano a farlo o sono poeti o sono cretini. Lei come si considera e cos’è per Lei la scrittura?

Personalmente, ho superato la minore età e, pur concordando con Croce, fermare sulla carta un pensiero, in versi o in prosa non mi fa sentire compreso ne fra la prima ne fra la seconda Categoria.

4- Lei scrive all’inizio del libro “Il single non è una persona sola, anzi seleziona chi lo circonda. Da solo, non solo!” . Cosa vuol dire per Lei essere single?

Se e quando è una scelta, questa condizione di vita significa innanzitutto sentirsi bene con se stessi e, come è facile intuire, vivere da soli non implica essere soli.

5- In questo libro a parer mio compaiono varie forme di amore che hanno diversi destinatari. Si tratta ovviamente di una mia visione strettamente personale. Quali sono le diverse forme di amore e a chi sono rivolte dal Suo punto di vista?

Non esistono “forme d’amore”. O si ama o no! Amore è dare; e quando si è felici di dare non ci pongono domande sul come o a chi dare

6- Qual è la sua visione della donna? Cos’è per Lei la donna e che legame può trovare tra la donna e la cucina, cucina come via alternativa per accedere all’universo femminile?

Definire la donna significa catalogarla, relegarla ad un compito, definirla ed un essere umano uomo o donna è una entità che non deve essere racchiuso in stereotipi. La cucina è un grande atto d’amore, quindi dovrei ripetere quanto appena detto.

7- In che misura si alternano in questo libro fantasia ed esperienza personale?

Sottrarsi dalla fantasia nella realtà è come voler ammirare un bel paesaggio con gli occhi chiusi.

8- Anche nei momenti in cui la scrittura sembra farsi più dura, interviene il cibo ad addolcire la mano. Che ruolo ha il cibo in questo libro?

Non ci si può privare da una buona dose di endorfine e la cioccolata, come le rose sono una vera carezza dell’anima.

9- In un passaggio Lei scrive: “E’ incredibile, sul serio, come le mani di una persona dicano sempre la verità più della stessa bocca. Le sue mani hanno parlato per lui e con lui”. Nel suo libro si parla di cibo, di corpi, di emozioni, di sentimenti . In quali percentuali sono presenti mente, cuore e corpo? Quale prevale di più tra tutti?

La comunicazione non verbale è ormai accettata universalmente. L’osservazione, non sommaria, delle mani fornisce molto spesso tantissime informazioni sul personaggio. Per quanto riguarda le percentuali, non credo esistano grafici o formule per indicarle o definirle.

11- All’interno del libro e sul retro di copertina ci sono i disegni di una giovane artista in erba,Silvia Ferrante. Qual è il suo rapporto con l’arte e soprattutto con i giovani artisti? Cosa consiglierebbe ai giovani artisti in un mondo in cui la meritocrazia ormai non ha più voce?

Grazie per questa domanda sono felice di sottolineare che sia i disegni che il magnifico ritratto che mi ritrae in quarta di copertina sono di una giovane artista - in verità scultrice - Silvia Ferrante, e per me questo è anche un modo per dare voce a chi merita.

12- Progetti futuri?

Finché c’è vita c’è un progetto per il futuro. Come si dice: “Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere” è un uomo che  ha messo la barca alla deriva”!