Nella zona industriale di Ostuni continua ad essere ignorata la videosorveglianza. Alfonso Casale lancia l'allarme
OSTUNI (BR). Nella Città Bianca ormai si parla delle quaranta telecamere che, di lì a breve, vigileranno per quasi tutta la città , dando così maggiore sicurezza ai cittadini.Ma, nella zona industriale di Ostuni, tuttora le telecamere di videosorveglianza sono assenti, e così tornano a farsi sentire le voci degli imprenditori.
Alfonso Casale, proprietario della Telcom, importante azienda ostunese di materiale termoplastico, ribadisce l’assenza ormai da anni di controllo in una zona ad alta densità di rischio. Punta i fari sull’inefficienza delle telecamere impiantate alcuni anni fa.
“Telecamere inadeguate per due ragioni: principalmente perché sono insufficienti in quanto l’area è molto estesa" ha dichiarato Alfonso Casale "E poi perché pare che non siano collegate al sistema operativo centrale allestito presso il centro di controllo del Comando di Polizia Municipale di Ostuni”.
Dunque la proposta suggerita dal titolare della ditta Telcom è di installare nuovi occhi elettronici come avvenuto nell’area industriale di Brindisi e di collegare, quei pochi esistenti e impiantati dal Sirsi, al sistema centrale che da qui a breve sarà operativo presso il Comando dei vigili urbani.
“L’esigenza di legalità e di sicurezza" continua Casale "è stata rappresentata come un desiderio avvertito da tutti i titolari di un’impresa in questa vasta area tra le più sensibili del paese e che maggiormente necessitano di sistemi di videosorveglianza al fine di tutelare le persone, il patrimonio e quindi le imprese da episodi criminosi”.
Per quel che riguarda l’area Sirsi, la tensione delle imprese è sempre alta. L’appello degli industriali di cui si fa ora portavoce Casale è continuare a rendere nevralgica l’attenzione dell’Amministrazione ostunese, della Provincia e dell’Asi, ente responsabile della zona industriale in cui la Città bianca è rappresentata su questa area produttiva e trainante della città .
Daniele Martini