Staminali: terapia Stamina, "pericolosa e scadente"
ROMA - Dalla trasmissione di virus all' insorgenza di tumori: sono numerosi i rischi per la salute del metodo Stamina secondo le carte dell'inchiesta di Torino. L'elenco completo è contenuto in un documento redatto dal pm Raffaele Guariniello e dai suoi collaboratori già nel 2012. I problemi erano legati anche al fatto che lo staff di Davide Vannoni operava in "locali di cui non erano certificate la sterilità e l'adeguatezza". Quanto ai rischi potenziali, l'elenco è particolarmente lungo ed è suddiviso in base agli step del procedimento.
La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i "medicinali imperfetti", viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da "nausea e cefalea" per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle "localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate" e al "rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione/trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro".
Sono stati gli scantinati di edifici di varie località italiane, e anche a San Marino, a tenere a battesimo la terapia Stamina di Davide Vannoni. E' quanto emerge dalle carte dell'indagine della procura di Torino. l'Ordine dei medici bocciò le strutture già nel 2008. L'indagine della procura di Torino, chiusa nel 2012, è stata di fatto quasi subito riaperta e integrata con altri elementi. L'associazione presieduta da Vannoni operava in "più strutture, alcune palesemente inidonee e ricavate da scantinati". In altri casi le sedi erano state "nascoste a San Marino nel palese intento di sfuggire ai controlli istituzionali previsti in Italia". A Torino, peraltro, c'era già stato, il 27 marzo 2008, un "parere negativo" formulato dall'Ordine dei medici.
VICENDA DAI "PROFILI GIUDIZIARI INQUIETANTI" - Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, definisce la vicenda del metodo Stamina, mentre la commissione Sanità del Senato annuncia oggi l'avvio di un'indagine conoscitiva in merito. Una storia dai molti interrogativi, quella legata al presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni, sulla quale sono giunte nuove rivelazioni: non ci sarebbero cellule staminali nelle infusioni effettuate ai pazienti secondo il metodo Stamina, come invece sostenuto dall'ideatore del protocollo.
A questa conclusione - secondo quanto pubblicato sul quotidiano La Stampa - sono giunti i carabinieri dei Nas ed il comitato scientifico nominato dal ministero della Salute. Nuovi dati che spingono ricercatori ed esperti di staminali a chiedere di bloccare i trattamenti in atto. Tra i rischi legati al metodo vi è anche quello di contrarre il morbo della mucca pazza, mentre "la popolazione cellulare che si ottiene - afferma il comitato - non è purificata, non è omogenea, non è una popolazione di cellule staminali". Inoltre, sempre per il comitato, non c'è nulla che dimostri la trasformazione delle cellule del midollo osseo in cellule neuronali con finalità terapeutiche. I dati fanno anche riferimento ai verbali del 2012 successivi alla chiusura dei laboratori degli Spedali civili di Brescia dove si coltivavano le cellule Stamina, a seguito della visita ispettiva dell'Agenzia italiana del farmaco. (Fonte: ANSA)
La biopsia midollare, la manipolazione delle cellule staminali, le reintroduzioni mediante puntura lombare, i "medicinali imperfetti", viste anche le condizioni di lavoro, non erano esenti da controindicazioni anche gravissime: si parte da "nausea e cefalea" per arrivare alle meningiti batteriche, dagli ematomi ai traumi midollari, fino alle "localizzazioni cellulari atipiche e incontrollate" e al "rischio di insorgenza di tumori dovuti alla possibile selezione/trasformazione di cellule preneoplastiche durante le manipolazioni in vitro".
Sono stati gli scantinati di edifici di varie località italiane, e anche a San Marino, a tenere a battesimo la terapia Stamina di Davide Vannoni. E' quanto emerge dalle carte dell'indagine della procura di Torino. l'Ordine dei medici bocciò le strutture già nel 2008. L'indagine della procura di Torino, chiusa nel 2012, è stata di fatto quasi subito riaperta e integrata con altri elementi. L'associazione presieduta da Vannoni operava in "più strutture, alcune palesemente inidonee e ricavate da scantinati". In altri casi le sedi erano state "nascoste a San Marino nel palese intento di sfuggire ai controlli istituzionali previsti in Italia". A Torino, peraltro, c'era già stato, il 27 marzo 2008, un "parere negativo" formulato dall'Ordine dei medici.
VICENDA DAI "PROFILI GIUDIZIARI INQUIETANTI" - Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, definisce la vicenda del metodo Stamina, mentre la commissione Sanità del Senato annuncia oggi l'avvio di un'indagine conoscitiva in merito. Una storia dai molti interrogativi, quella legata al presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni, sulla quale sono giunte nuove rivelazioni: non ci sarebbero cellule staminali nelle infusioni effettuate ai pazienti secondo il metodo Stamina, come invece sostenuto dall'ideatore del protocollo.
A questa conclusione - secondo quanto pubblicato sul quotidiano La Stampa - sono giunti i carabinieri dei Nas ed il comitato scientifico nominato dal ministero della Salute. Nuovi dati che spingono ricercatori ed esperti di staminali a chiedere di bloccare i trattamenti in atto. Tra i rischi legati al metodo vi è anche quello di contrarre il morbo della mucca pazza, mentre "la popolazione cellulare che si ottiene - afferma il comitato - non è purificata, non è omogenea, non è una popolazione di cellule staminali". Inoltre, sempre per il comitato, non c'è nulla che dimostri la trasformazione delle cellule del midollo osseo in cellule neuronali con finalità terapeutiche. I dati fanno anche riferimento ai verbali del 2012 successivi alla chiusura dei laboratori degli Spedali civili di Brescia dove si coltivavano le cellule Stamina, a seguito della visita ispettiva dell'Agenzia italiana del farmaco. (Fonte: ANSA)
