Bari: 'La manifattura delle idee', resoconto sul confronto organizzato da Pietro Petruzzelli‏‎

BARI - “È necessario dare una mission seria alla Manifattura. Vogliamo che diventi un Polo giudiziario? Che vi si crei un sistema di housing sociale con l'Università (visto che ne possiede una parte)? Oppure farne la sede di assessorati in modo da tagliare drasticamente le spese che il Comune ha per gli affitti? Io dico di deciderlo insieme e darci da fare perché la politica finora ha solo rinviato”.

Il candidato al Consiglio Comunale, Pietro Petruzzelli, ha chiuso con questo suggerimento l’incontro che si è tenuto nel Comitato elettorale di via Putignani La Manifattura delle idee – Percorsi di rigenerazione urbana dedicato alla struttura di via Ravanas, da anni sede del mercato giornaliero ex via Nicolai. Architetti, ingegneri e designer si sono confrontati sul tema, esprimendo all’unisono un concetto basilare: Bari deve ridare ai cittadini ciò che per una vita gli è stato tolto; deve ridare quegli spazi che giacciono abbandonati tra un palazzo e l’altro e sono interdetti all’utilizzo. “Sono i cittadini, le associazioni, i gruppi, le cooperative sociali a chiedercelo – continua il candidato Petruzzelli -. Il nostro compito è ascoltare le esigenze”.

Bari, quindi, può e deve avviare percorsi di rigenerazione dei contesti periferici e semiperiferici partendo dai suoi contenitori dismessi e interpretandoli come opportunità di sviluppo, specie per i più giovani. Oltre alla Manifattura tabacchi, in città esiste un sommerso di luoghi come l’ex Centrale del Latte, l’Istituto Nautico, la Casa del Rifugiato, il mercato coperto di via Carrante, l’ex Caserma Rossani, che rappresentano occasioni concrete per ridisegnare le politiche economiche, culturali e sociali, valorizzando il ruolo sussidiario del terzo settore e riducendo i rischi di consumo di suolo.“Iniziamo i nostri appuntamenti dalla Manifattura perché giace nel quartiere più popoloso, popolare e multietnico di Bari e perché afflitta da un silenzio ormai decennale che va interrotto. Quella di inserire lì il mercato giornaliero di via Nicolai è stata una scelta sbagliata perché la struttura è troppo vincolata e lavori strutturali non possono essere fatti. Per questo il mercato si trova in quelle condizioni”.

 All’incontro ha partecipato l’assessore comunale al Patrimonio, Titti De Simone, fresca di nomina: “Le città – ha esordito - devono utilizzare al meglio le migliaia di metri quadri pubblici abbandonati. Il riutilizzo della Manifattura farebbe rivivere il quartiere Libertà e non solo, diventando un nuovo polo culturale”. Ma un problema si pone: “Gli spazi, però andranno gestiti in qualche modo e bisognerà studiarne un metodo. Serve quindi una programmazione pianificata su riuso e riutilizzo delle strutture, da attivare insieme a gruppi e associazioni locali”.

“Bisogna pensare a contenitori multifunzione”, suggerisce Patrizia Pirro, fondatrice, insieme a Marco Degaetano, di X-Scape, associazione culturale composta da architetti impegnati nell’urbanistica e nella progettazione dello spazio pubblico. “Al quartiere Libertà bisogna muoversi su più piani, interrogando prima di tutto i cittadini che subiscono le decisioni della politica. L’amministrazione, poi, dovrebbe attivare un tavolo interassessorile e una task force per ripensare a tutto il rione, non solo alla Manifattura. Qui carenze strutturali e richiesta dei cittadini vanno di pari passo: le prime sono tante; le seconde ancora di più”.

Ma c’è un problema che viene portato alla luce sia da Pirro che dal collega di Pop Hup, Luca Langella: “Chi paga? Va bene riqualificare gli spazi a fronte di una domanda enorme. Va bene dare nuova vita agli immobili ma come li manteniamo economicamente? Come paghiamo le utenze. Soprattutto chi?”. Alessandro Cariello, del collettivo SmallLab, quindi interviene: “Ci sarà la necessità di costruire a breve una piattaforma di cittadinanza attiva proprio per definire al meglio i ruoli di ognuno nel riuso dei beni”. E per crearla bisognerà prima di tutto partire dalle scuole: “Molti ragazzi – continua – non hanno neppure idea cosa si nasconda tra le varie strade del quartiere Libertà. Non sanno neppure che ci sono immobili abbandonati. Ma quando siamo entrati nelle scuole e glielo abbiamo fatto notare, hanno espresso il meglio di se stessi contribuendo con tante idee innovative”.