La nuova ossessione: la 'selfie' mania

di Adriana Dibattista - I celebri autoritratti di Van Gogh, Gauguin, Frida, Dalì e molti altri ancora rappresentavano una forma di de-personalizzazione , quasi che l’artista osservasse se stesso dall’esterno.

Il maestro d’arte, quindi, si poneva intimamente di fronte allo specchio della sua anima. Ad elidere la consistenza artistica ed introspettiva dell’autoritratto ci ha pensato la nuova moda del selfie.  Il fenomeno consiste nella fotografia fatta a se stessi, solitamente scattata con uno smartphone o una webcam e poi condivisa sui social network.

Un innocuo autoscatto, tale da renderci più sicuri e consapevoli della nostra persona. Ma è solo questo il movente che ci porta a prendere uno smartphone ed immortalare un momento qualsiasi della giornata, della nostra quotidianità? Un recente studio dell’ APA- American Psychiatric Association-  ha evidenziato nelle persone che praticano il “selfie” un vero e proprio disturbo mentale.

L’associazione americana dà anche un nome a questa nuova patologia dell’era digitale: Selfite. Chi ne è colpito soffre di un desiderio compulsivo di realizzare fotografie di sé per poi pubblicarle e condividerle con altrettanta gente. Le ragioni di questa ossessione/mania, sarebbero da ricercare nella mancanza di autostima che, tramite la pratica dell’autoscatto , sembra che vada colmata. Ma basta davvero un  autoscatto a renderci più sicuri e consapevoli della nostra persona e a dare consistenza al nostro corpo , contenitore di insoddisfazione? E le celebrità? Anche loro sono affette da “Selfite”?

La parodia della selfie della notte degli Oscar
Quando si parla di selfie è impossibile non pensare ai famosi autoscatti dei divi hollywoodiani ( basti pensare alla notte degli oscar). Eppure gli stessi, secondo l’APA, non sarebbero “malati dell’autoscatto”, in quanto nel loro caso si tratterebbe di semplice e puro marketing. Questa mania non risparmia nessun momento della vita: dal  macabro “Funeral Selfie” all’ esposizione imbarazzante delle proprie gambe cotte al sole ( selfie-wrustel); o addirittura l’ “aftersex -selfie”, ovvero l’autoscatto di coppia dopo il rapporto sessuale.

Ebbene si, anche l’intimità è da condividere sui social network in cui, tra una coccola ed un selfie ci si sente più vivi ed addirittura più complici! Insomma il selfie da uno strumento di marketing riservato alle star, sta diventando una vera e propria piaga sociale. Il raccapricciante fenomeno, vedendo protagonisti noi tutti, dove ci porterà? Dove è finito il sapore dell’inibizione, il profumo dell’intimità, il gusto di un emozione “mia” , “tua” ,“nostra” o “vostra”?

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