Mosca-Kiev, nessun accordo sul gas. "Possibili interruzioni"
La Russia taglierà le forniture di gas all'Ucraina se Kiev non rimborserà il debito di 1,95 miliardi di dollari entro le 8 di oggi (ora italiana). Ad affermarlo il portavoce di Gazprom al termine dei negoziati chiusisi ieri sera senza alcun risultato.
In caso di mancato pagamento da parte di Kiev, la Russia ha annunciato che introdurrà un regime di pagamenti anticipati e che potrebbe anche decidere di chiudere i rubinetti del gas. Una minaccia questa che fa tremare l'Europa, visto che dai gasdotti ucraini passa circa la metà del metano diretto verso il vecchio continente.
In caso di mancato pagamento da parte di Kiev, la Russia ha annunciato che introdurrà un regime di pagamenti anticipati e che potrebbe anche decidere di chiudere i rubinetti del gas. Una minaccia questa che fa tremare l'Europa, visto che dai gasdotti ucraini passa circa la metà del metano diretto verso il vecchio continente.
Il fallimento della nuova tornata di negoziati (la prima si era svolta ieri) è arrivato al termine della giornata di lutto, indetta in Ucraina oggi dal presidente Petro Poroshenko, dopo che nella notte tra venerdì e sabato i separatisti hanno fatto una strage abbattendo nei cieli di Lugansk un aereo cargo con a bordo 49 militari. Nessuno si è salvato, e dopo questa carneficina il leader ucraino ha chiesto all'Occidente di inasprire le sanzioni contro Mosca, accusata da Kiev di armare i miliziani filorussi.
Le tesissime relazioni bilaterali fra i due maggiori Paesi ex sovietici sono state ulteriormente inasprite da una violenta protesta ieri davanti all'ambasciata russa a Kiev e soprattutto da una frase non proprio lusinghiera nei confronti dello 'zar' Putin ("è uno stronzo") da parte del ministro degli Esteri ucraino, Andrii Deshizia, che si era recato sul posto per cercare di calmare i dimostranti e ha invece fatto indignare Mosca ancora di più. Il leader del Cremlino è ormai il nemico numero uno della piazza nell'Ucraina centro-occidentale.
Le tesissime relazioni bilaterali fra i due maggiori Paesi ex sovietici sono state ulteriormente inasprite da una violenta protesta ieri davanti all'ambasciata russa a Kiev e soprattutto da una frase non proprio lusinghiera nei confronti dello 'zar' Putin ("è uno stronzo") da parte del ministro degli Esteri ucraino, Andrii Deshizia, che si era recato sul posto per cercare di calmare i dimostranti e ha invece fatto indignare Mosca ancora di più. Il leader del Cremlino è ormai il nemico numero uno della piazza nell'Ucraina centro-occidentale.
