Operation Smile a Taranto, "Sulla portaerei Cavour per cambiare la vita di un bambino"

di Mauro Guitto - La portaerei Cavour ormeggiata alla base navale di Taranto nell'ultimo weekend di Maggio 2014 per donare sorrisi a chi ha bisogno.

A bordo, insieme al personale della Marina Militare, i medici e gli altri operatori sanitari di "Operation Smile" nell'ambito del progetto "Un mare di sorrisi".

L'Organizzazione dal 1982 opera in oltre 60 paesi tra i più poveri al mondo tramite i propri volontari (chirurghi, anestesisti, pediatri, dentisti, infermieri e logopedisti) e cura ogni anno migliaia di bambini nati con gravi malformazioni al volto e collabora con le istituzioni e il personale medico locale.

Ci siamo recati su nave Cavour che ci ha gentilmente ospitato insieme ai volontari dell'organizzazione e abbiamo parlato con il Dr. Domenico Scopelliti, chirurgo maxillo facciale, vicepresidente della Fondazione Operation Smile Italia Onlus e Cavaliere della Repubblica e con la Dr.ssa Maila Gatti, Assistente ai Programmi Medici di Operation Smile Italia.



Com'è nato il connubio tra Marina Militare e Operation Smile?
«Nasce nel 2010 in occasione del terremoto di Haiti quando la Marina Militare fu impegnata per la prima volta a prestare soccorso alle vittime utilizzando la struttura sanitaria presente sulla Cavour. Andammo lì con il nostro gruppo per prestare assistenza. Poiché la nostra Fondazione da diversi anni riceveva numerose richieste di aiuto non solo dall'estero ma anche da genitori italiani di bambini affetti da malformazioni al volto che non riuscivano a ricevere pronte risposte dal sistema sanitario nazionale italiano, circa un anno e mezzo fa il Capo di Stato Maggiore, l'Ammiraglio Giuseppe De Giorgi revisionando quanto fatto sulla nave ha deciso di coinvolgerci in un'attività congiunta: utilizzare le strutture sanitarie militari e nel caso specifico l'ospedale della nave Cavour per scopi civili umanitari (cura e assistenza ai bambini). Ne è nato un progetto denominato "Un mare di sorrisi" frutto di un protocollo di intesa, siglato da Operation Smile Italia e dalla Marina Militare Italiana il 24 maggio 2013.

Durata del progetto e i motivi della scelta di Taranto
«Generalmente queste operazioni vengono realizzate in centri specializzati che si trovano a Roma e nel nord Italia. Al sud non c'è una grande conoscenza di queste problematiche e così abbiamo individuato strategicamente Taranto come città dove dislocare una struttura ospedaliera per dare delle risposte immediate alle numerose richieste di assistenza provenienti dal centro-sud in modo che non gravassero sui costi del sistema sanitario nazionale. La Marina Militare mette a disposizione di Operation Smile la struttura sanitaria presente su nave Cavour per un fine settimana al mese a titolo gratuito. La Fondazione mette a sua volta a disposizione tutto il materiale di consumo e le prestazioni di medici e operatori sanitari che operano anch'essi a titolo gratuito.
Il progetto ha durata illimitata. Fino a quando non troveremo un'alternativa che potrà degnamente sostituire l'attività assistenziale in modo continuativo proseguiremo con il nostro lavoro. Ovviamente esistono altre realtà in territorio pugliese. Noi non vogliamo sostituirci al sistema sanitario nazionale ma andiamo a integrare il servizio rispondendo "on demand" alle esigenze di una famiglia che si rivolge alla fondazione per richiedere assistenza».
Come vengono individuati i pazienti da sottoporre agli interventi?
«Abbiamo realizzato una "Smile House" a Milano con l'Ospedale San Paolo che ha consentito di migliorare le capacità assistenziali e di qualificarci in maniera completa perché la malformazione ha sì bisogno di un trattamento chirurgico ma ha anche bisogno di una serie di specialisti che devono seguire i pazienti nella preparazione e anche dopo gli interventi fino alla fine della crescita".

Come procede l'attività di assistenza oggi?
«Con le adozioni internazionali stiamo registrando un aumento delle richieste di assistenza perché in molti Paesi le adozioni vengono facilitate se i futuri genitori sono disposti ad accettare i bambini con delle malformazioni. Abbiamo infatti operato moltissimi bambini provenienti dalla Cina e dall'Asia perché adottati da italiani erano giunti in Italia affetti da malformazioni al volto.
A bordo del Cavour abbiamo operato quasi 150 pazienti di varie nazionalità ma anche italiani. Pochi minuti fa per esempio abbiamo portato a termine un intervento a un bambino calabrese ma molti provengono anche dalla Puglia.
Avendo poi la fondazione sede a Roma, riceviamo richieste da tutte le parti d'Italia anche tramite internet.
Nell'ultimo anno abbiamo operato circa 19 mila bambini in tutto il mondo anche grazie al fatto che gli operatori degli altri Paesi possono poi garantire autonomamente l'assistenza dopo gli interventi».

Quanto può durare un intervento?
«Trattasi di interventi che richiedono una grande esperienza professionale che va dalla chirurgia all'odontoiatria e alla pediatria. La gente che lavora con noi è gente altamente qualificata. Non basta essere un chirurgo plastico o maxillo facciale ma bisogna avere anche una documentata esperienza nel campo delle malformazioni. Una operazione a un labbro può durare da 45' a un'ora. Poi ci sono situazioni più complesse che richiedono maggior tempo e che affrontiamo di volta in volta trovandoci il più delle volte davanti a casi di malformazioni al labbro e al palato che possono interessare anche l'arcata dentaria. In media riusciamo ad operare 5 pazienti al giorno per tavolo operatorio qui su nave Cavour».

Operate quindi non solo a Taranto

«Il progetto è nato per il centro sud con base operativa a Taranto e per noi si realizza qui a Taranto. Quando la portaerei si sposta in altri Paesi siamo in grado di prestare assistenza ovunque se ci offrono le stesse opportunità di operare e, cosa molto importante, se possono garantire l'assistenza post intervento altrimenti non avrebbe senso farlo».

Si prevedono altri tipi di collaborazione ?
«Siamo aperti a qualunque tipo di collaborazione a patto che ci sia qualcuno che richieda il servizio. Siamo felici di collaborare con la Marina Militare che ha messo a disposizione una struttura altamente qualificata e funzionale».
Alcuni casi che ricorda particolarmente ?
«L'anno scorso ho affrontato il caso di una bambina accompagnata dalla madre provenienti dal Guatemala dopo un viaggio rocambolesco di 9 gioni per arrivare sul sito della missione dal villaggio che era molto lontano. Era affetta da una malformazione bilaterale abbastanza complessa che aveva coinvolto anche l'occhio. Mi sono messo d'accordo con un medico locale che poteva seguirla e mi sono preso la responsabilità di operarla e come si vede dalle foto ne è valsa la pena. Ricordo un altro caso di un bambino con una malformazione alle orecchie condotto qui da un vigile del fuoco. Il bambino non usciva più di casa perchè la situazione era diventata anche psicologica e frustrante. Lo operammo ad Haiti sul Cavour riportandolo alla vita sociale»

Intercettiamo anche la Dr.ssa Gatti che ci parla delle tappe di Operation Smile e di alcune esperienze che ha vissuto.
«A bordo di nave Cavour l'associazione ha operato in Kenya, Madagascar, Mozambico, Sud Africa, Ghana e Algeria. La nave ha percorso altre tappe dove non abbiamo potuto operare perchè non erano stati stipulati gli accordi con i Ministeri della Salute locali».

Mentre ci parla la dottoressa assistiamo alla preparazione di un bimbo nero che sta per essere trasportato in sala operatoria e ci racconta un po' la sua storia.

«Questo bimbo si chiama Erineu, ha 4 anni e mezzo, è orfano di mamma, è nato con una malformazione facciale e una malformazione alla mano destra (ha delle dita attaccate). Arrivato in Italia la settimana scorsa lo abbiamo fatto visitare a un medico specialista chirurgo della mano che si è poi offerto volontario per operarlo. L' intervento sarà più lungo del solito perchè non interessa solo il volto e durerà almeno 4 ore».

Esperienze particolari?
«Durante la tappa in Angola siamo stati contattati dall'ambasciata italiana di Luanda che ci segnalava la storia di Erineu. Quando, come in questo caso, mancano gli accordi con i Ministeri della Salute locali oppure il paziente è affetto da malformazioni particolarmente complesse che necessitano di cure sanitarie adeguate durante e dopo l'operazione, l'Organizzazione inserisce il paziente in un programma specifico, "World Care Program". Tale programma ci ha quindi concesso di far venire il bambino in Italia, insieme al papà, per operarlo su nave Cavour.
Ricordo poi il caso in cui parlando io la lingua araba mi ritrovai anche a fare da volontaria come mediatrice linguistica. Una bambina palestinese si trovava a Roma per il trapianto del midollo osseo cui nel corso della sua degenza venne riscontrata anche una palatoschisi. Si rivolsero a noi per prestare un'assistenza di tipo logopedico. La bambina venne poi seguita dalla nostra logopedista per tre mesi.

Infine quello di una bambina della Bielorussia affetta da grave malformazione facciale che abbiamo operato più volte, la prima per la malformazione, la seconda a causa di un incidente. E' attualmente seguita nel suo recupero che è anche psicologico se consideriamo che la piccola non aveva più nemmeno il coraggio e la forza di stare a testa alta.»

In quale modo si può aiutare la Fondazione Operation Smile Onlus ?
«Ci sosteniamo tramite la raccolta fondi che può avvenire in vari modi con donazioni individuali online, donazioni continuative, con bonifico bancario oppure con la scelta della destinazione del 5xMILLE.

Per maggiori informazioni si può comunque visitare il sito dell'associazione http://www.operationsmile.it/sostienici/»

Operation Smile è dunque una missione densa di nobili significati umanitari che proseguirà a Taranto e in tutto il mondo grazie al supporto sempre costante di medici e operatori sanitari ma anche al sostegno di tutti noi tramite le donazioni che consentiranno al progetto di andare avanti.