Lecce, CNA: "Il Pos? Un abuso del governo"

LECCE - Lo scorso 12 dicembre 2013, la CNA Lecce, con documenti pubblicati sul suo portale e sui giornali, denunciava l'imminente pubblicazione del decreto per l'uso obbligatorio dei POS in ogni attività sul territorio nazionale.

Rispetto a quanto previsto dalla proroga del decreto, l'unica "variazione" ad oggi è stato il semplice "slittamento", dal 1 gennaio 2014 al 1 luglio 2014, della data di attuazione.
L'obbligo del POS è stato voluto dal Governo Monti e condiviso dai successivi per diminuire il fenomeno dell'evasione, è valido per tutti gli importi superiori a 30 euro ed al momento non sono previste sanzioni nei confronti degli esercenti sprovvisti.

La CNA di Lecce trova che l'obbligatorietà dei POS sia un vero e proprio abuso da parte del Governo sia nei confronti dell'esercente che del cliente (quanti, in questo periodo di crisi e disoccupazione potrebbero non avere più un conto?), oltre a rappresentare un vero favore nei confronti degli istituti bancari, molti dei quali in crisi e sottocapitalizzati, per "scelte" dettate, spesso, dalla stessa politica.
La CNA Lecce, ritiene, inoltre, offensivo che ad ogni artigiano venga associata la parola "evasore" sia dallo Stato, che dovrebbe tutelare una categoria ormai a rischio d'estensione, che dagli organi di informazione troppo spesso poco critici nei confronti di una classe politica incapace di rappresentare e tutelare coloro che li hanno eletti, sacrificandoli spesso al grido di "ce lo chiede l'Europa".

Teniamo a precisare che gli artigiani sono costantemente penalizzati: nel 2014 un artigiano, in Italia, dovrebbe fregiarsi del titolo di "eroe" per l'impegno preso a tenere in vita un'attività in un ecosistema divenuto ormai ostile, dove l'accesso al credito è pressoché nullo (le banche preferiscono investire in titoli del debito di Stato) ed i pagamenti dovuti dalla pubblica amministrazioni restano inevasi al punto che è necessario un decreto, il cui varo non giunge mai, per "cercare" di pagarli!

La Provincia di Lecce inoltre, da uno studio condotto dalla CNA Nazionale, risulta essere una delle più tartassate: il 62% che ogni azienda fattura va a finire allo Stato e tutto questo senza avere in cambio assolutamente nulla, se consideriamo la carenza dei principali servizi di cui una società moderna ha bisogno, quali i trasporti, linee di comunicazione adeguate e sicurezza.

Comunicato del 12/12/2013 sull'obbligatorietà del POS

Dal 1 gennaio 2014 ogni attività commerciale, professionale che vende prodotti o eroga servizi è obbligata ad avere nella propria sede o ufficio un P.O.S. per i pagamenti elettronici di qualsiasi importo.

Il P.O.S. (Point of Sale – Punto di vendita) è uno strumento utile per trasferire denaro elettronico dal compratore al venditore utilizzando bancomat, carte di credito e carte prepagate. Appena ricevuta la notifica del pagamento la Banca trasferisce il denaro sul conto corrente del venditore.
Questa nuova disposizione è dettata dall'art. 15 nel comma 4 del DL 179/2012 che recita: “A decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231.”

Questa norma comporta per l'esercente, già ultra tartassato, un ulteriore aggravio, in particolare per avere un Pos l'esercente deve mettere in conto: il costo di installazione, il canone mensile e la percentuale che l'istituto di credito trattiene su ogni singola transazione effettuata.

In tutto questo chi ha legiferato non ha tenuto conto delle tipologie di Aziende presenti sul territorio, non ha fissato un importo minimo, non ha valutato i rapporti tra azienda e cliente e la distanza effettiva in cui i rapporti si perfezionano, ha solamente imposto l'obbligatorietà.

La domanda sorge spontanea, se esistono altre modalità di pagamento e ogni transazione è tracciabile a cosa o a chi serve penalizzare ancora di più i poveri esercenti?
Visti i tempi brevi si spera in uno slittamento e in una rivisitazione nel testo del decreto.

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