Montesardo in b/n, successo della mostra fotografica

di Francesco Greco - MONTESARDO (Le) – Un tenero, struggente “Come eravamo”. Un commuovente “tribute” alle proprie radici, alla memoria che scorre sensuale nel tempo attraversata da una musica dolce, all’appartenenza a un popolo, al suo ricco epos. E’ quello vissuto dalla comunità di Montesardo, in Salento, attraverso una mostra fotografica dal titolo “Mi ritorni in mente”, che ha avuto un successo inaspettato, al di là di ogni previsione. Un modo intelligente di riflettere sul passato per meglio decifrare il presente e cercare di modulare il futuro: un’incognita che non deve spaventare, una magnifica opportunità con nuove sfide che attendono.

L’idea è stata di Antonio Nuzzo, un ragazzo impegnato socialmente: “Mi è venuta osservando in un bar l’interesse con cui la gente guardava e commentava una vecchia foto dove apparivano dei giovani nella piazza del paese”. Ne ha parlato col talentuoso fotografo Mauro Greco de “L’angolo del fiore” e subito con entusiasmo si sono messi al lavoro. Casa per casa, è così iniziata la paziente ricognizione delle tracce del passato, proposte in concomitanza con la festa annuale di Sant’Antonio, il patrono del paese.

“Sulle prime – aggiunge Nuzzo, che lavora alla Salento Ecolab di Lequile - c’è stata un po’ di diffidenza; adesso, invece, molti ci offrono le foto per le successive edizioni della mostra”. Ed ecco allora emergere dal passato i dolci iceberg della memoria proposti in termini dialettici con la modernità del tablet e Facebook.

“La mostra – aggiunge Nuzzo - ha messo in risalto gli aspetti della vita quotidiana di ieri della nostra comunità, ma anche angoli del paese oggi profondamente modificati”. Ecco dunque nei “clic” di fotografi professionisti (Luigi Calzolaro) o improvvisati emergere dagli angoli più segreti del tempo la Montesardo di ieri con i suoi riti e personaggi: al lavoro (in foto “lu ‘ntrifanasegge”, l’intrecciatore delle sedie di paglia), il maestro di forche, nei campi, con le contadine impegnate sulle prime macchine agricole, che si rilassa al bar nelle afose giornate d’estate, a scuola (altra foto Anni Sessanta); e poi la spiritualità delle processioni, la banda musicale, la cassa armonica con la commissione schierata, il Presepe vivente nelle grotte di Macurano (con le massaie impegnate a friggere le “pittele”); e ancora le sagre, i giovani in piazza col vecchio parroco don Giovanni Piscopo, il matrimonio con le bianche colombe nel cielo, le ragazze della Prima Comunione e la Cresima, ecc.
I pannelli in piazza Sant’Antonio hanno richiamato i cittadini dell’antico paese (di origine messapica, Tracheion Oros il nome antico) ma anche gli emigranti tornati per le ferie e la curiosità di tantissimi turisti. Tutti impegnati a riconoscere un parente, un amico, qualcuno che non c’è più, che è invecchiato, emigrato all’estero. Circa un centinaio di foto, anche se il materiale raccolto era molto più vasto. I costi della mostra sono stati sostenuti dal comitato-festa (oltre a Nuzzo ne fan parte Francesco Lecci, Alfredo Torsello 1, Luigi Brogna, Palmiro Lecci, Cristina Carluccio, Antonio Carluccio, Antonio Buffelli, Valerio Lecci, Antonio Melcarne, Alfredo Torsello 2, Marcello Brogna, Alessandro Arigliano).

La festa al tempo della crisi ha pensato però anche ai bambini. E’ stata perciò arricchita da un’altra idea vincente: l’ha avuta Marcello Brogna (cuoco all’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase), padre di Giacomo. Nelle piscine di plastica installate in Piazza Giovanni XXIII, i bambini hanno potuto giocare (foto) fino a tardi, a costo zero. Replica nel 2015, con qualche novità per rendere i giochi ancora più divertenti. Se la crisi morde, in un paese dove storicamente la fantasia (qui nacque, idea di Biagio Bisanti e Gino Russo, lo “Zecchino di Montesardo” che richiamò folle immense, con Pippo Franco, Gigi Sabani, ecc. e da poco la “Filarmonica del Capo di Leuca” di Antonio Sergi), il talento (sono nati, fra gli altri, Monsignor Belisario Balduino, il Vescovo di Larino che 450 anni fa fondò il primo seminario della cristianità e il musicista Girolamo Melcarne detto “Il Montesardo”) e la creatività non mancano, si attrezzano per combatterla, socializzando, stando insieme, arricchendosi reciprocamente, divertendosi. Un format vincente. Da esportare.