Antonello Fassari al Gdp, 'Il successo dei Cesaroni? Siamo sempre al passo coi tempi'

di Pierpaolo De Natale - All'indomani della prima puntata della serie tv più amata dagli Italiani, Antonello Fassari - nel ruolo, Cesare - risponde in esclusiva al Giornale di Puglia, lasciandoci anche una piccola anticipazione sulle vicende che riguarderanno la famiglia più seguita d'Italia. (Foto: P.Bruni)


Prima di tutto, complimenti. Quasi cinque milioni di telespettatori e circa il 21% di share.

Grazie, grazie. Siamo andati bene, di questi tempi... alla grande, anche perchè il secondo ha fatto 12%.

Proprio a tal proposito, quale pensi che sia l'elemento che, giunti alla sesta stagione, continua a dar successo ai Cesaroni?

Secondo me, perchè seguiamo un po' l'andamento della società, in questi dieci anni siamo cambiati come è cambiata l'Italia in questi ultimi anni. Siamo sempre più preoccupati, un po' più invecchiati e preoccupati.


Antonello Fassari e Cesare Cesaroni, quanto hai in comune col personaggio che interpreti?

Guarda, io in comune con Cesare ho solo la faccia. Tutto li resto no, neanche un po'. Ultimamente, proprio rivedendomi ieri, stavo pensando a come questo Cesare assomiglia sempre più a mio padre, che non c'entra niente (ride, ndr) - lo so - però più che me, ricorda mio padre. Un certo modo di essere burbero, anche perchè Cesare, non c'è niente da fa', è più un uomo dell'ottocento, come lo chiamo io. Un uomo di prima della guerra, ancora con una serie di valori, un uomo che cerca di fermare il tempo.
Che effetto ti fa rivederti in tv dopo le riprese?

Oramai nessuno, prima di tutto sono abituato a vedermi e poi, quando mi vedo, cerco di vedere se ho realizzato il disegno che dovevo dare del personaggio.Io faccio Cesare, non sono Cesare, quindi cerco di vedere qual è il mio approccio con gli altri personaggi in generale, verifico se ho fatto un lavoro buono.

Guardando le varie puntate, si assiste a momenti che riguardano i diversi aspetti dell'animo umano: si piange, ci si preoccupa, si provano emozioni. I momenti più leggeri e divertenti, però, sono quelli in cui recitano Cesare e, da poco, Augusto (interpretato da Maurizio Mattioli). Cosa pensi che sia la comicità?

Per chi la fa è un istinto. Si possono poi fare mille ragionamenti su cos'è una risata o su cos'è la comicità... Illustri personaggi hanno scritto su questo, io penso che è una questione di istinto. Fin da quando cominci a far questo mestiere, anche senza saperlo, ti rendi conto che dentro hai delle qualità, un talento per far ridere. Io poi ho capito una cosa: più si sta nel personaggio e più è facile che nasca la risata. Dopotutto questa nasce sempre da elementi di tragedia, di fame, o di miseria - come insegnano i grandi comici. Si passa quindi da questi elementi al ridicolo e, quindi, al comico.

Cosa ci dici della prossima puntata, in onda mercoledì 10 settembre?

La prossima settimana, come si è capito dalla prima puntata, ci separiamo tutti e andiamo tutti dentro casa Cesaroni a vivere insieme. Ci sarà poi una grossa sorpresa, relativa al nuovo fratello che arriva.


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