Cgil-Cisl-Uil, summit per intesa su lavoro

Non è stato aperto nessun canale di confronto con i sindacati ed il premier che anzi - accusa la leader della Cgil, Susanna Camusso - sembra invece dialogare solo con Confindustria. E' alto il pressing su Renzi ma con la consapevolezza della Cgil che la battaglia su Jobs act e articolo 18 sarà lunga e che non saranno nè la decisione della direzione del Pd di oggi nè l'approvazione della legge delega a mettere la parola fine allo scontro. Possibilità di successo? "Credo che ne abbiamo, perchè credo che il Paese ne abbia bisogno", sottolinea la Camusso.

I leader di Cgil, Cisl e Uil si vedranno oggi e, dopo la 'fuga in avanti' della Cgil (che sarà in piazza San Giovanni a Roma il 25 ottobre e preannuncia lo sciopero generale se ci sarà una accelerazione del Governo con un decreto), misureranno se ci sono margini per ricondurre le diverse posizioni ad una azione unitaria. "Non sarà facile", viene fatto notare da più parti. Resta molto cauta la Cisl, che vorrebbe ripartire dalla piattaforma lanciata prima dell'estate e cercare quindi una mediazione sull'articolo 18 nel quadro di un confronto più ampio: fisco, politica industriale, investimenti, precarietà. 

Cauta anche la Uil che attende una posizione chiara e definitiva del governo, e che nel pomeriggio terrà una riunione del suo esecutivo proprio mentre sarà in corso la direzione Pd.

Intanto ieri Renzi era andato di nuovo all'attacco sul lavoro: "Io - dice, intervistato da Fabio Fazio A Che Tempo che fa - non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori". Il premier dice basta a una sinistra "opportunista e inchiodata al 25%", che fa dell'articolo 18 una "battaglia ideologica". Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che "la memoria senza speranza è un museo delle cere".

Ed ecco quindi che il premier liquida una volta per tutte l'articolo 18 ("gli imprenditori devono poter licenziare") e annuncia la cancellazione dei contratti precari, dai co.co.pro in poi. Non solo. 

Promette che ci saranno anche le risorse per i nuovi ammortizzatori sociali, le vere tutele che secondo lui servono al Paese e a combattere la disoccupazione: si tratta di 1,5 miliardi che saranno inseriti nella legge di Stabilità, un'operazione che in totale varrà 20 miliardi senza però "1 cent di tasse in più". Le minoranze interne sono dunque avvisate, sarà battaglia.

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