La prima sagra della focaccia a Bari

di Vittorio Polito - Si svolgerà a Bari, in Piazza Diaz, (data da destinarsi, causa maltempo) la prima sagra della focaccia, uno degli alimenti più tradizionali e tipici di Bari, organizzata dall’Assipan e dal Consorzio focaccia barese.

La bontà e la varietà delle focacce, le ricorda ampiamente Vittorio Stagnani nel suo libro “La luna e la focaccia” (Progedit Editore). Stagnani ha interpellato decine di personaggi tra scrittori, giornalisti, attori, poeti, pittori, registi, insegnanti, avvocati, gente comune, chiedendo ad ognuno di essi qualche particolare ricordo o curiosità sulla nostra buona e insostituibile “fecàzze”. Ne è venuto fuori una sorta di vademecum della focaccia nel quale si legge di tutto: se si deve mangiare in piedi o seduti, da soli o in compagnia, se accompagnata da birra o vino.

Oltre alla numerose chicche presenti nel volume di Stagnani, sono da registrare le considerazioni di persone illustri, come l’ex Sindaco di Bari, Emiliano, che della focaccia dice che è “uno dei grandi piaceri della vita”. Corrado Petrocelli, già Magnifico Rettore dell’Università di Bari, oggi dell’Università di San Marino, nel suo ricordo sottolinea come l’insostituibile alimento sia “Invitante, accattivante, seducente, è uno degli odori che da sempre hanno la capacità di farsi catturare (e così di catturarci) mentre fluttuano nell’aria. Un ‘filo’ un’‘ombra’ che si insinua per le strade e nei vicoli, mescolandosi con la brezza salmastra e lieve dando vita a quell’essenza che ci ha accompagnato, sin dagli anni della prima scuola…”. Anche il Presidente della Camera di Commercio, Alessandro Ambrosi, esprime il suo parere sulla focaccia adagiata ‘iìnd’a la tiedde che na crosce d’egghie’. “È l’olfatto la miglior bussola per farsi orientare nella ricerca, e ad innestare un desiderio cui è difficile rinunciare. Un’esperienza che non ci si stanca mai di ripetere”.

E, infine, tra le curiosità relative alla focaccia, vi è quella riferita a Pasquale Sorrenti (1927-2003), scrittore e poeta barese, gestore di una libreria in via Andrea da Bari, il quale una mattina aprendo il suo negozio, nel registrare la visita dei ladri, notò un gran disordine, un buco al muro, calcinacci disseminati qua e là, libri per terra. Normalmente in queste occasioni ci si agita, si chiama la polizia, ecc. Ma il buon Sorrenti non si scompose più di tanto. Posò la sua borsa, richiuse il locale e si diresse verso il “suo” panificio Arciuli in via Roberto da Bari e si mangiò la solita mezza ruota di focaccia. Dopo di che tornò in libreria, imprecò quanto bastava e telefonò ai carabinieri.


Per concludere, una quartina di Giovanni Panza (1916-1994), a proposito della focaccia:

Che taralle e che fecazze
Tu t’allicche le mestazze.
Come calde d’o furne iesse
Pu uaddore diviinde fesse.

(Tarallini e focaccette/ son delizia del palato/ così buone, così schiette,/ dal profumo sei incantato).


E non dimenticate che la focaccia è una ruota della baresità.