Un altro orso morto in Abruzzo
BARI - Lega Nazionale per la Difesa del Cane si trova a constatare, con estrema amarezza e un senso di allarme, quanto questo sia un periodo davvero tragico per gli orsi. Sono trascorsi soltanto pochissimi giorni dalla deprecabile morte di Daniza ed ecco che un’ulteriore vicenda va ad arricchire negativamente il panorama desolante di come viene tutelata questa specie in Italia. Purtroppo nel Parco Nazionale d’Abruzzo è stato rinvenuto, riverso ai margini di una strada, nei pressi di un bosco, il corpo senza vita di un giovane esemplare di orso marsicano.
Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato intervenuti sul posto hanno constatato l’assenza di ferite d’arma da fuoco o di altri traumi visibili ipotizzando la morte per avvelenamento anche se un risultato certo si avrà comunque soltanto dopo l’esame autoptico, che verrà eseguito dall’Istituto Zooprofilattico di Grosseto.
Dato che l’animale era privo di collare identificativo, si suppone che si tratti di uno dei tre esemplari presenti nei boschi della riserva del Monte Genzana. Esemplari che da qualche giorno sono bersaglio delle proteste di alcuni contadini che, a loro dire, avrebbero subito una razzia di galline e dunque richiesto alle autorità locali un intervento mirato a salvaguardia della popolazione.
Salvaguardia che decisamente non c’è stata per il povero plantigrado, così come era avvenuto per gli orsi marsicani, tre maschi e due femmine, con cuccioli al seguito, che negli ultimi tre anni sono stati uccisi all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, in quello che eufemisticamente viene denominato ”centro di sorveglianza”.
Sorveglianza decisamente fallimentare viste le periodiche uccisioni perpetrate indiscriminatamente e delle quali probabilmente non si troveranno mai i responsabili, nonostante gli investigatori della Forestale abbiano depositato una notizia di reato a carico di ignoti ipotizzando il reato di uccisione di animale. Inevitabile che a fronte di questa realtà la Lega Nazionale per la Difesa del Cane assuma una posizione fortemente critica nei confronti del Ministro dell’Ambiente Galletti, inerte nel gestire una situazione a dir poco imbarazzante, lasciando carta bianca ad amministrazioni locali incompetenti e pressapochiste oltre che avvezze ad adeguarsi alle irrazionali nonché interessate richieste da parte dei residenti.
Si richiede al Ministero competente un atteggiamento meno defilato da quello osservato fin’ora, ricordando che nella Direttiva Habitat 92/43 dell’Unione Europea è contemplata una ”protezione rigorosa”, termini che, alla luce dei fatti fin’ora accaduti, sono da ritenere senza dubbio disattesi.
L’auspicio dell’Associazione è che l’orso in Italia non sia considerata una specie protetta soltanto sulla carta al fine di beneficiare dei soliti contributi europei quali il Life Dinalp Bear che, per la cronaca, durante il periodo 2014-2019 porterà, immeritatamente, nelle italiche casse una cifra per un ammontare di quasi 6 milioni di euro.
Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato intervenuti sul posto hanno constatato l’assenza di ferite d’arma da fuoco o di altri traumi visibili ipotizzando la morte per avvelenamento anche se un risultato certo si avrà comunque soltanto dopo l’esame autoptico, che verrà eseguito dall’Istituto Zooprofilattico di Grosseto.
Dato che l’animale era privo di collare identificativo, si suppone che si tratti di uno dei tre esemplari presenti nei boschi della riserva del Monte Genzana. Esemplari che da qualche giorno sono bersaglio delle proteste di alcuni contadini che, a loro dire, avrebbero subito una razzia di galline e dunque richiesto alle autorità locali un intervento mirato a salvaguardia della popolazione.
Salvaguardia che decisamente non c’è stata per il povero plantigrado, così come era avvenuto per gli orsi marsicani, tre maschi e due femmine, con cuccioli al seguito, che negli ultimi tre anni sono stati uccisi all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, in quello che eufemisticamente viene denominato ”centro di sorveglianza”.
Sorveglianza decisamente fallimentare viste le periodiche uccisioni perpetrate indiscriminatamente e delle quali probabilmente non si troveranno mai i responsabili, nonostante gli investigatori della Forestale abbiano depositato una notizia di reato a carico di ignoti ipotizzando il reato di uccisione di animale. Inevitabile che a fronte di questa realtà la Lega Nazionale per la Difesa del Cane assuma una posizione fortemente critica nei confronti del Ministro dell’Ambiente Galletti, inerte nel gestire una situazione a dir poco imbarazzante, lasciando carta bianca ad amministrazioni locali incompetenti e pressapochiste oltre che avvezze ad adeguarsi alle irrazionali nonché interessate richieste da parte dei residenti.
Si richiede al Ministero competente un atteggiamento meno defilato da quello osservato fin’ora, ricordando che nella Direttiva Habitat 92/43 dell’Unione Europea è contemplata una ”protezione rigorosa”, termini che, alla luce dei fatti fin’ora accaduti, sono da ritenere senza dubbio disattesi.
L’auspicio dell’Associazione è che l’orso in Italia non sia considerata una specie protetta soltanto sulla carta al fine di beneficiare dei soliti contributi europei quali il Life Dinalp Bear che, per la cronaca, durante il periodo 2014-2019 porterà, immeritatamente, nelle italiche casse una cifra per un ammontare di quasi 6 milioni di euro.
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