A Bari serve un secondo CARA?
di Nicola Zuccaro - Quali sono le anomalie del CARA? A distanza di una settimana dal sopralluogo della Commissione Consiliare
Pari Opportunità del Comune di Bari, presso la medesima struttura, nella mattinata di martedì 21 ottobre, la stessa è tornata su
un argomento di stretta attualità, poche ore dopo la tragedia sfiorata presso l'Ex Convento di Santa Chiara.
Il quesito menzionato in apertura, posto dal vice presidente del Consiglio Comunale, Pasquale Finocchio, ha introdotto un vivace confronto fra i membri la suddetta Commissione. Varie e numerose le tematiche emerse fra cui, in ordine cronologico, la mancanza di controllo sia in entrata che in uscita agli ingressi della struttura.
Secondo quanto rilevato da Filippo Melchiorre, sussiste all'interno del CARA la presenza di soggetti " ospitati " dagli effettivi ospiti. La nota positiva riguarda le condizioni di salute. A tutt'oggi non è stato riscontrato alcun caso inerente la presenza del virus Ebola ma il quadro sanitario viene tenuto ugualmente sotto controllo con l'assegnazione, a ciascun ospite, di una cartella clinica, sulla quale vengono periodicamente annotate le singole condizioni di salute.
La nota negativa riguarda, invece, la mancata attivazione presso la stessa struttura del servizio per la raccolta differenziata dei rifiuti, per la quale sarà interpellato, con apposita nota scritta, il Presidente dell'Amiu, Gianfranco Grandagliano.
E sul tema della sicurezza sono tornati - nel corso dei lavori - i consiglieri Romeo Ranieri e Giuseppe Neviera. Entrambi, insieme agli altri componenti la Commissione, hanno evidenziato la necessità di rafforzare la sorveglianza a seguito dell'incendio divampato, nel maggio scorso, sempre all'interno del CARA, proponendo l'invio di una nota scritta, contenente le rilevazioni emerse, da inviare al Prefetto di Bari.
A quest'ultimo spetterà il compito di girare le stesse al Ministro degli Interni, al fine di evitare che Bari divenga la seconda Lampedusa d'Italia. Un rischio sempre più reale nella città italiana con il secondo e più grande centro di accoglienza presente lungo il territorio nazionale; quest'ultimo divenuto insufficiente, tanto da richiederne alle autorità competenti l'apertura di un altro. Possibile, per quest'ultimo, l'utilizzo di una delle non poche caserme abbandonate, ubicate nel capoluogo pugliese.
Il quesito menzionato in apertura, posto dal vice presidente del Consiglio Comunale, Pasquale Finocchio, ha introdotto un vivace confronto fra i membri la suddetta Commissione. Varie e numerose le tematiche emerse fra cui, in ordine cronologico, la mancanza di controllo sia in entrata che in uscita agli ingressi della struttura.
Secondo quanto rilevato da Filippo Melchiorre, sussiste all'interno del CARA la presenza di soggetti " ospitati " dagli effettivi ospiti. La nota positiva riguarda le condizioni di salute. A tutt'oggi non è stato riscontrato alcun caso inerente la presenza del virus Ebola ma il quadro sanitario viene tenuto ugualmente sotto controllo con l'assegnazione, a ciascun ospite, di una cartella clinica, sulla quale vengono periodicamente annotate le singole condizioni di salute.
La nota negativa riguarda, invece, la mancata attivazione presso la stessa struttura del servizio per la raccolta differenziata dei rifiuti, per la quale sarà interpellato, con apposita nota scritta, il Presidente dell'Amiu, Gianfranco Grandagliano.
E sul tema della sicurezza sono tornati - nel corso dei lavori - i consiglieri Romeo Ranieri e Giuseppe Neviera. Entrambi, insieme agli altri componenti la Commissione, hanno evidenziato la necessità di rafforzare la sorveglianza a seguito dell'incendio divampato, nel maggio scorso, sempre all'interno del CARA, proponendo l'invio di una nota scritta, contenente le rilevazioni emerse, da inviare al Prefetto di Bari.
A quest'ultimo spetterà il compito di girare le stesse al Ministro degli Interni, al fine di evitare che Bari divenga la seconda Lampedusa d'Italia. Un rischio sempre più reale nella città italiana con il secondo e più grande centro di accoglienza presente lungo il territorio nazionale; quest'ultimo divenuto insufficiente, tanto da richiederne alle autorità competenti l'apertura di un altro. Possibile, per quest'ultimo, l'utilizzo di una delle non poche caserme abbandonate, ubicate nel capoluogo pugliese.
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