Bari, 'Idra 2014': ecco il resoconto

di Catello Masullo, ingegnere idraulico - BARI. Dal 7 al 10 settembre si è tenuto presso il Politecnico di Bari la 34-esima edizione del Convegno di idraulica e Costruzioni Idrauliche.

E’ un incontro ricorrente. Che, puntualmente, ogni due anni, vede l’incontro di tutti gli studiosi e operatori della ingegneria idraulica e della meccanica dei fluidi, a rotazione in tutte le facoltà di ingegneria italiane. E che, da qualche anno, ha assunto il logo semplificato “Idra”, affiancato dall’anno in cui si tiene, per distinguere ciascun convegno da quelli precedenti.

Per la prima volta ha avuto una struttura molto compatta. Una durata di soli 3 giorni, contro i 5 o i 6 delle edizioni precedenti. La durata inferiore ha comportato il contenimento dei costi. Favorendo una più ampia partecipazione. Ed è stato un successo. Con oltre 400 partecipanti. Molti dei quali giovani. Come auspicato. Certo la struttura si è dovuta adeguare. Compattandosi. Ogni giorno c’erano 4 sessioni parallele. E ovviamente se ne poteva seguire solo una. Ma ci sono state molte e ampie “sessioni poster”. Che hanno dato la possibilità agli interessati di seguire anche i lavori delle sessioni alle quali non è stato possibile partecipare direttamente.

La sessione di apertura del convegno ha visto la partecipazione non solo della vice-presidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, che era programmata, ma anche la presenza straordinaria dello stesso presidente Niki Vendola. E non solo per un saluto istituzionale. Ma per un intervento appassionato e informato. Sulla emergenza del momento. Il dissesto idrogeologico. Che, proprio pochi giorni prima della apertura del convegno aveva visto eventi luttuosi nel Gargano.

Vendola ha detto cose davvero significative. E sorprendenti per un “politico”. Forte e vibrante la sua denuncia: “Le continue sanatorie hanno fatto di questo paese una groviera. Costruire gli alberghi sulla sabbia. Se malediciamo il mal tempo e non la mala politica, non traiamo la necessaria lezione. Piove e piove sempre e piove da sempre. E non è possibile che ogni pioggia sia una tragedia”.

Ma anche di profonda significatività e umiltà: “...la politica non deve essere enciclopedica. Si deve connettere ai luoghi della formazione e del sapere. Altrimenti è una politica ignorante, che può solo far male!”.

Il Convegno è stato articolato in una nutrita serie di sessioni plenarie. Che hanno affrontato temi di grande interesse. Non solo per addetti ai lavori. Ma anche di interesse generale. Per l’intera popolazione. Con l’intervento dei più eminenti esperti nazionali. E che hanno trattato i temi seguenti : ACQUA CIBO ED ENERGIA: LA SFIDA DI HORIZON 2020 / COME DIFENDERE IL TERRITORIO ITALIANO DAL RISCHIO IDROGEOLOGICO/ EVOLUZIONE E PROTEZIONE DELLE COSTE E DELLE FOCI FLUVIALI / SCIENZA E TECNOLOGIA PER L’ACQUA PUBBLICA.

Ha completato il programma del convegno il Simposio organizzato dall’Associazione Idrotecnica Italiana. Una gloriosa associazione culturale, senza scopo di lucro, che ha compiuto da poco 90 anni di età. Che vede tra i soci non solo i cattedratici e i ricercatori universitari, ma anche i professionisti e gli operatori in campo idraulico.

Il titolo di questo simposio è stato : IL FUTURO DELLE ACQUE E DELL’AMBIENTE IN ITALIA ALLA LUCE DELLE DIRETTIVE EUROPEE: RUOLO DI ISTITUZIONI, PROFESSIONI E IMPRESE.

Un resoconto dettagliato del Convegno e di questi seminari, dal grande interesse, non solo scientifico, ma anche giornalistico, può essere letto su una testata specializzata sui temi dell’ingegneria, al link: http://www.ilpareredellingegnere.it/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=260 .

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