L’ulivo: storia, curiosità e modi di dire

di Vittorio Polito - Fin dalla notte dei tempi l’ulivo è stato considerato un albero sacro, tanto che il prodotto dei suoi frutti, l’olio, oltre che essere componente essenziale in cucina e nelle diete, è stato da sempre utilizzato anche nei riti sacri (battesimo, cresima, ordine sacro, unzione degli infermi, ecc.).

La mitologia greca attribuisce alla giovane dea Atena la nascita dell’olio. Atena, anche dea dell’intelligenza, protettrice di virtù, quali la sapienza, la saggezza e le arti, nata dalla mente di Giove rappresenta l’evoluzione dell’uomo ed il prevalere della mente contro gli elementi primordiali, quali la terra ed il fuoco.

La mitologia vuole anche che a creare l’olivo fu la dea Minerva per stupire Giove, la realtà è che il leggendario albero dell’ulivo e l’olio, ricavato dai suoi frutti, hanno accompagnato la storia dell’umanità. Infatti, già ottomila anni fa l’ulivo veniva coltivato in Medio Oriente e le prime coltivazioni si ebbero probabilmente in Siria o a Creta. Furono i Fenici, in seguito, a diffondere l’ulivo su tutte le Coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero sempre più numerose, ma furono i Romani che provarono a coltivare in ogni territorio conquistato questi frutti polivalenti. In molti casi i Romani ordinarono alle popolazioni conquistate il pagamento dei tributi sotto forma di olio d’oliva. Gli stessi Romani riuscirono a costruire i primi attrezzi per la spremitura delle olive ed a perfezionare sempre di più le tecniche per la conservazione dell’olio.

I frutti dell’ulivo sono stati presenti nella storia degli uomini sin dall’antichità, sia nei riti sacri che nella vita quotidiana, come simbolo di pace, forza e purificazione. Il valore religioso attribuito all’olio dagli antichi popoli dell’area mediterranea non dipende soltanto dalla venerazione, molto diffusa degli alberi in generale, ma anche dall’importanza alimentare della pianta. L’olio di oliva venne utilizzato sia per arricchire gli alimenti, sia nella massoterapia e nella cosmesi. Pare anche che la coltivazione dell’olivo sia una conquista legata a quella fase storica in cui le forme fondamentali di una civiltà sedentaria e agricola si sono costituite.

I poemi omerici ci informano che l’olio d’oliva era utilizzato per la pulizia e l’igiene, mentre i romani lo classificavano in cinque qualità: “oleum ex albis ulivis”, proveniente dalla spremitura delle olive verdi, “oleum viride”, proveniente da olive raccolte in uno stadio più avanzato di maturazione, “oleum maturum”, proveniente da olive mature, “oleum caducum”, frutto di olive cadute a terra e “oleum cibarium”, proveniente da olive quasi appassite, destinato all’alimentazione degli schiavi.

Gli archeologi in vari scavi dell’area mediterranea hanno rinvenuto numerosi utensili per la raccolta e spremitura delle olive, mentre in diversi passi della Bibbia e del Corano si parla dell’importanza storica di questo frutto e del lavoro dell’uomo.

All’alba del terzo millennio l’olio d’oliva costituisce un prodotto carico di misticismo e soprattutto un componente fondamentale della ormai famosa dieta mediterranea, una moda di cui molti esperti attestano gli aspetti benefici per la salute. Ma la storia dell’ulivo non finisce qui. Come già detto, dalle olive si ricava l’ingrediente base per la dieta mediterranea cioè l’olio. All’olio d’oliva sono riconosciute azioni positive sulla cistifellea, aiuta il fegato a disintossicarsi, tutela lo stomaco contro le gastriti, facilita l’assorbimento del calcio e di alcune vitamine e frena anche la minaccia dell’osteoporosi nelle persone anziane.

Anche nella storia di Bari e della Puglia l’ulivo, ed il suo prodotto definito da Omero “oro liquido”, ha avuto un ruolo importante, ha sempre rappresentato il riferimento più significativo per la sua crescita economica e sociale, al punto da poter affermare che, insieme al mare, è stato la sua fortuna.

E per restare in tema qualche modo di dire a proposito dell’olio: “gettare olio sul fuoco” = fomentare dissidi e incomprensioni, alimentare odi e passioni; “essere all’olio santo” = versare in cattive condizioni, allo stremo delle forze; “allargarsi a macchia d’olio” = espandersi velocemente; “andare liscio come l’olio” = risolversi positivamente senza ostacoli e difficoltà, non avere ripercussioni negative.

Per concludere ricordo che il Martirologio Romano annovera tre Santi con il nome Olivo/a: un Santo dal nome Olivo, martire, venerato a Carpignano Sesia (Piemonte), che la Chiesa ricorda solitamente la IV Domenica d’aprile; Santa Oliva di Anagni e l’altra di Palermo.



Amabili ulivi
di Grazia Stella Elia

Ulivi, che all’azzurro
con mitezza
la chioma volgete,
amabili ulivi,
una musica di pace
diffondete nel mondo
che arde di guerra.

Compagni della Passione,
la voce portate del Cristo
orante nell’Orto
che di voi portava il nome.

Con l’aureo balsamo
l’ira che acceca addolcite,
sanate le piaghe dell’odio.
A candide colombe
affidate ancora
i messaggi del Nazareno.

Ulivi di pazienza e di speranza,
remoti angeli dei campi,
lari della mia terra,
l’universo abbracciate
con rami d’amore!
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Da “L’Anima e l’Ulivo” di Grazia Stella Elia (Levante Editori).