Domani in piazza Prefettura sit-in di protesta dei giornalai

di Luigi Laguaragnella - Il primo dicembre le edicole di Bari saranno chiuse per uno sciopero indetto da Si.Na.Gi. (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia), il sindacato di categoria organizzando un sit-in di protesta in Piazza Prefettura dalle 9 alle 13 che rischia di essere il primo di un pacchetto di otto giornate di stato di agitazione dopo il continuo silenzio da parte del Governo alle richieste e alle necessità di un settore che risente maggiormente della crisi della stampa. Più volte il sindacato dei giornalai ha avanzato tavoli d’incontro sulla questione della liberalizzazione della vendita dei quotidiani e dei periodici. Allargando la rete di vendita, senza alcuna regola e limitazioni, come sembra essere intenzione del Governo, si rischia di annientare una categoria, già fortemente destabilizzata; sono dodicimila le edicole su quarantamila che hanno abbassato le saracinesche portando sul lastrico tante famiglie. Dell’intera filiera della stampa, certamente la categoria dei giornalai è quella che soffre direttamente la crisi del quotidiano e soprattutto non è adeguatamente appoggiato dalla classe politica. Procedendo con la liberalizzazione indiscriminata della vendita dei quotidiani, si mette in discussione l’attuale obbligo di parità di trattamento per tutte le testate. In tal modo si limita il libero accesso all’informazione pluralistica della rete di vendita delle edicole. La generica liberalizzazione apre quindi ad una disparità di trattamento di categoria lasciata troppo sola anche dagli editori. Si altera così, il valore ideale riconosciuto anche dalla Costituzione del diritto all’informazione, riducendo i giornali esclusivamente a un mero “prodotto commerciale”.

Lo sciopero del primo dicembre giunge dopo numerosi tentativi (falliti) del sindacato Sinagi di incontrare la Federazione Editori per il rinnovo dell’accordo Nazionale scaduto da 5 anni e dopo il voltafaccia dell’attuale governo, successivo all’apertura da parte del precedente governo Letta pronta a riconfermare le norme del decreto legislativo 170/2001 sulla programmazione della rete di vendita.