La compagna di Latorre, 'Marò italiani veri'

BARI - "Pur consapevoli di essere vittime di una ingiustizia, non hanno mai mollato. E per mille giorni hanno stretto i denti, in attesa della riconquista della libertà. Come fanno i veri italiani". E' la parte conclusiva della lunga lettera di Paola Moschetti, la compagna del marò Massimiliano Latorre, pubblicata oggi su un giornale.

Il loro contegno "è divenuto un modello di patriottismo e stile italiano" e "Massimiliano e Salvatore hanno tenuto fede agli impegni presi".

“La toccante, garbata, coraggiosa lettera al Corriere della compagna di Massimiliano Latorre è una sferzata alla nostra coscienza di italiani e di rappresentanti delle istituzioni poi. I mille giorni senza libertà cui fa riferimento Paola Moschetti Latorre sono anche i mille giorni di colpevole impotenza, sottovalutazione, macroscopici errori, umiliazione e assenza di autorevolezza in cui, purtroppo, i governi Monti, Letta e da ultimo Renzi, si sono rinchiusi, prigionieri di un intollerabile atteggiamento di totale accettazione della situazione e di un isolamento vergognoso a livello internazionale, pur trattandosi di una evidente violazione dei diritti dei nostri due marò quanto delle leggi vigenti.
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri, capogruppo FI 12^ Commissione Senato.

Il risultato di tutto questo, dopo più di due anni, - aggiunge D'Ambrosio Lettieri - è che Massimiliano è tornato in Italia solo temporaneamente perché deve curarsi per un grave ictus certamente conseguenza anche dello stress cui lo hanno sottoposto prigionia e notizie altalenanti sulla propria sorte e quella di Girone, incluso il rischio di applicazione della pena di morte. Una permanenza in Italia che non è certo rose e fiori considerato che, come giustamente riporta la sua compagna, Massimiliano non fa che pensare a Salvatore rimasto laggiù, a confidare e a sperare. L’uno col pensiero dell’altro.

È vero, il contegno dei due leoni del San Marco è stato esemplare. Non hanno mai mollato e hanno sempre mantenuto fede agli impegni presi, come fanno i veri italiani. Renzi faccia in modo che si possa dire la stessa cosa del suo governo, al di là di sterili rassicurazioni. Il ministro Gentiloni se ne faccia carico, ma concretamente, telefonate a parte", conclude il senatore Fi.

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