Il meraviglioso e sorprendente linguaggio dei fiori

di Vittorio Polito - Il fiore rappresenta un tocco di bellezza che rallegra la vita ma destinato inevitabilmente a sfiorire ben presto. Vi sono fiori bellissimi senza profumo e senza sentimento e miseri fiori, come quello dell’ortica, che mostrano inaspettatamente lati gentili od anche fiori senza alcuna bellezza ma profumatissimi.

In primavera siamo attratti dai giardini, dalle piante e dai bellissimi colori che sprigionano i fiori. Una domanda sorge spontanea: perché i fiori sono colorati? Il colore è dovuto alla necessità di attrarre insetti impollinatori che trasportando il polline provvedono alla fecondazione e quindi alla nascita dei frutti. Se gli impollinatori sono animali diurni i fiori manifesteranno colori sgargianti, se invece i fiori si affidano ad animali notturni saranno poco colorati ma molto profumati. Le piante che vengono invece fecondate dal vento, come le graminacee, non hanno fiori vistosi e neanche profumati.

Ed ora vediamo il linguaggio di alcuni fiori.

Iniziamo dalla margheritina detta anche “pratolina”, uno dei più piccoli e semplici fiori, che in primavera copre i nostri prati. Il suo nome scientifico è “Bellis” e deriva da una leggenda. Bellis, figlia del dio Belus, un giorno mentre danzava con il suo fidanzato, attirò l’attenzione del dio della primavera a causa della sua bellezza, il quale tentò di strapparla al fidanzato che reagì con violenza e la poveretta per salvarsi da entrambi si trasformò in una margheritina. Questo fiore fu molto amato nei tempi antichi e Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, fece ricamare margheritine sulle vesti delle cortigiane: aperte indicavano la vita, chiuse la purezza.

La stella alpina sarebbe stata un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile d’animo che nonostante fosse desiderata da molti spasimanti, non incontrò mai nessuno degno di diventare il suo sposo e quando morì, ancora zitella, fu portata sulle alte vette delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che in tedesco significa nobile, bianco), e nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani, dal momento che per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, per gli svizzeri è sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo possa conquistare.

Il crisantemo, considerato da noi il fiore dei morti, in Cina, Giappone e nei paesi anglosassoni è considerato simbolo di gioia, vitalità e pace e viene regalato alle spose, mentre in Inghilterra in occasione delle nascite. Il crisantemo rosso significa “ti amo”, bianco significa “verità”.

Il comune aromatico rosmarino, dal profumo pungente, è definito da alcuni “rugiada del mare”, ed è stato sempre associato alla magia e quindi a molte leggende. Nel linguaggio dell’amore evoca un cuore felice e se lo si regala significa: “sono felice, quando ti vedo”.

La modestissima camomilla, ritenuta dai giardinieri del passato capace di “sanare” le altre piante sofferenti e più deboli, ha i suoi cespugli collocati in prossimità degli arbusti e alberi malati per vedere già dopo poco tempo risultati soddisfacenti. A questo fiore viene attribuito il significato di “forza nelle avversità”, probabilmente per le note proprietà rilassanti degli infusi a base dei suoi fiori.

La strelitzia, fiore dalla forma curiosa, simile ad un uccello in volo, viene chiamato in Inghilterra “Uccello del Paradiso”. La varietà conosciuta è quella “regina”, creata in onore della regina Carlotta Sofia, consorte del Re Giorgio III d’Inghilterra. Per la sua bellezza, il suo carattere decorativo e l’imponenza il fiore è simbolo di nobiltà e maestosità.

Sapete perché i gelsomini si regalano alle spose in segno di buon augurio?
Una leggenda narra che i gelsomini, pianta di esclusiva proprietà della Famiglia dei Medici, venivano coltivati soltanto nei loro giardini. Un giovane giardiniere rubò una pianta e la regalò alla sua fidanzata, che la mise in terra e la accudì con tanto amore che essa crebbe e fece tanti fiori meravigliosi. I due fidanzati si sposarono e vissero felicemente, diffusero la coltivazione del fiore e l’usanza di regalarlo alle giovani spose come segno di buon augurio.

Il girasole detto anche Elianto, appartiene alla famiglia delle composite, poiché durante il giorno è rivolta sempre verso il sole, per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l’astro che gli permette di vivere. Van Gogh ha raffigurato i girasoli in diverse sue opere.

La camelia, originaria dalla Cina e dal Giappone, raggiunse grande notorietà in seguito al successo del romanzo di Dumas, “La signora delle camelie”. Da allora, infatti, il fiore della camelia iniziò ad essere usato come ornamento di scollature ed orli degli abiti delle signore. Madame Chanel ha insegnato a portarla sui suoi tailleur. Nel linguaggio dei fiori la camelia vuol dire perfetta bellezza e superiorità non esibita; se regalata è segno di stima.

L’orchidea è considerata da secoli un fiore afrodisiaco: elisir d’amore, pozioni magiche e ricette contro la sterilità venivano preparate con le radici o gli steli. Simboleggia sensualità, ma anche lusso, fascino e ricercatezza.

Le rose invece hanno un significato diverso a seconda del colore. Rosa arancio equivale a fascino; bianca: amore puro e spirituale; rosa color pesca: amore segreto; rosa rossa: passione d’amore. Oggi c’è anche la rosa nera, un prodotto creato dall’uomo ma di scarso significato, a parte la curiosità.

Sapete come nacquero le rose rosse? La leggenda narra che le rose erano in origine tutte bianche e un giorno Venere, correndo incontro ad uno dei suoi innamorati, calpestò un cespuglio di rose e le spine la punsero facendola strillare dal dolore. Le rose, bagnate dal suo sangue per la vergogna dell’offesa recata a Venere, arrossirono all’istante, rimanendo così per sempre. La floricoltura poi ne ha create di diversi altri colori. La rosa gialla che simboleggia infedeltà e gelosia è nella storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha. Si narra che ella lo tradiva e Maometto chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose, e se avessero cambiato colore i suoi dubbi sarebbero stati fondati. Infatti Maometto offrì alla sua Aisha delle rose rosse e le ordinò di lasciarle cadere nel fiume. Le rose divennero gialle.

Anche il narciso ha la sua storia. La mitologia greca ci fa sapere che Narciso era un giovane bellissimo e duro di cuore. Una ninfa, indispettita per essere stata respinta, decise di vendicarsi. Lo portò a specchiarsi in un lago, ed egli, vedendosi riflesso sull’acqua si innamorò perdutamente della sua immagine convinto che fosse quella di una ninfa bellissima. Quando l’acqua del lago si increspò, l’immagine di Narciso scomparve ed egli, convinto di aver perso la sua amata si gettò nel lago disperato e annegò. Cupido trasformò il giovane in un fiore che chiamò Narciso, affinché tutti ricordassero le disgrazie cui porta la vanità e l’egoismo.

Infine il bellissimo tulipano che è un fiore originario della Turchia. Fu introdotto in Europa nel 1500 e divenne subito di gran moda in Olanda e in Inghilterra. I prezzi aumentarono a tal punto che solo i ricchi potevano permetterseli, costringendo il governo inglese ad imporre un prezzo fisso per i bulbi. Rosso: dichiarazione d’amore; screziato: i tuoi occhi sono splendidi; giallo: amore disperato.

E perché no qualche proverbio a proposito di fiori: “Essere il fiore all’occhiello”, costituire motivo d’orgoglio e di vanto; “Se son rose fioriranno”, una sospensione di giudizio di fronte a situazioni incerte e che solo dopo aver visto i risultati si potrà giudicare; “Non sono tutte rose e fiori”, le cose non sono facili come potrebbe sembrare; “Anche l’ortica fa il suo fiore”, nel senso che le cose nocive, inutili o brutte partecipano ugualmente alla vita. Alla stessa stregua dei cattivi che qualche volta hanno momenti di tenerezza e gentilezza.

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