Torre Navarino tra storia e misteri

A cura di Mario Contino Presidente dell'Associazione Italiana Ricercatori del Mistero - Nel territorio di Molfetta, nascosta tra gli ulivi secolari, è sita Torre Navarino, un antico casale ormai eroso dall'usura del tempo ma ancora in grado di far parlare di se, per la sua imponente architettura e le leggende ad esso legate.

 Proprio seguendo tali leggende, relative a presunte apparizioni spiritiche in loco, l'Associazione Italiana Ricercatori del Mistero (www.associazioneairm.it) è riuscita a risalire ai proprietari e ad ottenere le dovute autorizzazioni per indagare all'interno del sito e cercare di trovare prove concrete che potessero confermare o smentire le leggende legate all'infestazione della torre.

Chi già conosce e frequenta il casolare si starà chiedendo: “Autorizzazioni?”. Certamente, il sito è privato e ci sono, ovviamente, i legittimi proprietari da interpellare per poter accedere senza violare le leggi ed incorrere in denunce e sansoni che potrebbero essere anche di carattere penale.

È storicamente accertato che nel 1749 l'abate Giulio, ospitò tre pellegrini che in una notte tempestosa si recarono al casato in cerca di riparo. In realtà si trattava di tre ladri che sfruttando la situazione derubarono l'abate senza tener minimamente conto del nobile gesto che aveva spinto l'uomo ad ospitarli. L'abate riusci comunque a risalire all'identità dei fuorilegge e segnalò la vicenda al Re Carlo III che per giustizia li fece impiccare a tre ulivi del luogo.

Attualmente la proprietà è purtroppo meta di ragazzi, e non solo, in cerca del brivido dell'avventura: questi accedono facilmente al casato attraversando l'uliveto o il lungo vialetto che dalla strada principale porta all'ingresso principale del fabbricato.

Inutile puntualizzare che il tutto avviene in maniera illegale, infatti il viale è sbarrato da un cancelletto che sembrerebbe non fermare gli avventori, pronti a macchiarsi del reato di violazione di proprietà privata, anche per tali motivi negli ultimi mesi la sorveglianza della zona è stata incrementata.

La costruzione in essere non ha porte o murature che impediscano l'accesso al suo interno, per questo motivo l'azione dei vandali, ben visibile ovunque, nel corso degli anni ha contribuito a rendere quasi irriconoscibile un pezzo di storia che andrebbe invece tutelata e valorizzata. Solo la stupidità e l'ignoranza possono essere alla base dei cospicui danni afflitti alla storica Torre.

Da un modesto passaggio, un tempo un portone, si accede all'antica cappella: in essa è visibile un affresco completamente deturpato, un altare distrutto probabilmente da persone in cerca di “tesori” nascosti, delle aperture sul muro che ricordano, per forma e dimensioni, nicchie in cui venivano poste anticamente le acquasantiere.

L'icona sacra che certamente era affrescata sul retro altare è stata cancellata, al suo posto versi della Divina Commedia relativi all'incisione che Il Sommo Poeta avrebbe letto sulla porta dell'inferno: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Probabilmente una forma indiretta di minaccia rivolta da frequentatori abituali del luogo agli intrusi di turno.

Per nulla scoraggiati dall'avvertimento, ci siamo inoltrati all'interno della costruzione, curiosi di scoprire se le leggende riguardanti presunti spettri, visti più volte da diverse persone, potevano essere riconducibili a fenomeni paranormali o all'azione di vandali pronti a terrorizzare il prossimo pur di trasformare il luogo nel loro “rifugio”, un'ipotesi certamente da non scartare visti i tanti simboli disegnati su tutti i muri dell'edificio con vernice di vario colore. Simboli esoterici utilizzati forse per compiere determinati rituali ma, più probabilmente posti lì da ragazzini in cerca di forme di divertimento alternative.

Abbiamo effettuato registrazioni video con tecnologia capace di riprendere lo spettro luminoso degli ultravioletti e degli infrarossi, in pratica una parte di ciò che, per limiti umani, è normalmente invisibile.

Ci siamo poi dedicati alle registrazioni audio, con potenti strumenti capaci di registrare in maniera nitida suoni nel range degli ultrasuoni e degli infrasuoni. Dapprima ci siamo dedicati al pian terreno, dove sono state registrate anche differenti anomalie nei campi elettromagnetici che, però, sono da ritenersi esclusivamente indicative; ciò in quanto, in assenza di un “interazione intelligente” tramite indicatori led di cui sono dotati i nostri rilevatori, non può essere esclusa l'interferenza data dall'inquinamento elettromagnetico che ha ormai raggiunto livelli preoccupanti anche in aree rurali. 

Successivamente ci siamo recati al piano superiore, incuriositi da suoni ben udibili percepiti durante l'ispezione precedente, simili a quelli prodotti durante lo spostamento, per trascinamento, di pesanti mobili in legno.

Inutile confermare che all'interno del fabbricato non è presente alcun mobile nè altri oggetti in grado di provocare rumori simili.

In una delle stanze poste al primo piano è sito un vecchio camino. Qui ci siamo concentrati a seguito di una segnalazione molto curiosa: sembrerebbe infatti che un turista, durante una scampagnata, sia entrato nel fabbricato ed abbia scattato alcune fotografie.

Proprio in questa stanza pare che abbia ripreso la sagoma di un uomo con giacca e camicia. Secondo alcune testimonianze si tratterebbe dello spettro del vecchio proprietario dell'immobile, molto legato alla costruzione e, forse, intento a proteggerla.

Dopo i rilevamenti classici ci siamo inoltrati nei sotterranei dell'edificio, luogo in cui alcuni ragazzi affermarono di aver visto un'ombra nera, scambiata per la sagoma di un uomo, scomparire letteralmente nel nulla lasciandoli in uno stato di profonda paura.

In seguito alle analisi sul materiale audio-visivo ottenuto, abbiamo potuto riscontrare differenti anomalie che potrebbero avvalorare le tante leggende su Torre Navarino, voci pronuncianti parole nitide ed in forma dialettale, ad esempio in una traccia audio è ben udibile la parola “Vattin”, vattene in dialetto locale.

Questa ed altre anomalie saranno meglio esplicate in un video che sarà divulgato dall'Associazione AIRM attraverso i propri canali. Possiamo però affermare che Torre Navarino merita realmente l'appellativo di luogo misterioso, probabilmente uno dei più interessanti dell'intera regione Puglia.
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