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| (Ph V. Polito) |
di Nicola Zuccaro - Una caotica circolazione stradale, accompagnata dallo strombazzare di trombe e fischietti, unitamente al
ronzio di un elicottero - per controllare dall'alto il sereno svolgimento dei cortei - hanno fatto da contorno alla manifestazione
di Bari, legata allo sciopero generale nazionale indetto dalla Cgil e dalla Uil. Per una mattinata, Bari, ed in particolare il suo
centro cittadino, piombando nel caos, ha riproposto, di questa agitazione sindacale la metafora della "montagna che ha partorito il topolino".
La prova è emersa in Piazza Prefettura. Con l'arrivo dei 4 cortei, il luogo storico delle manifestazioni
e lotte sindacali, non ha riservato il pienone previsto alla vigilia.
Una fetta dei manifestanti, abbandonando prima degli interventi di Vera Lamonica ( Segreteria Nazionale Cgil) e di Aldo Pugliese ( Uil Puglia), il luogo del comizio finale, non ha riservato quella cornice di pubblico degna di un momento di "riflessione" sul futuro economico, sociale e lavorativo di Bari, della Puglia e dell'Italia intera. Ragion per cui, quanto rilevato, il 12 dicembre, ha offerto lo spunto per la stesura del racconto dal titolo "Il venerdì del villaggio".