I carabinieri sequestrano la discarica di Trani: poteva esplodere

La discarica Amiu di Trani
TRANI - Una potenziale minaccia per la salute dei lavoratori e dei cittadini tranesi. E' "incombente e concreto il pericolo di esplosione della discarica, a causa della mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas": per questa ragione i carabinieri del Noe hanno sequestrato la discarica Amiu di Trani. Le analisi hanno evidenziato infatti un "esito allarmante ed inquietante" sulla contaminazione di suolo, sottosuolo e delle acque di falda per la presenza di metalli pesanti (cromo, nitriti, ferro, arsenico, nichel). Sono 16 gli indagati, tra rappresentanti istituzionali e dirigenti regionali.

Pastore: “Difficile parlare di responsabilità senza affrontare le criticità regionali” - La discarica comunale di Trani, gestita dall’Amiu spa ha rischiato di esplodere, ne sono convinti gli inquirenti che ne hanno disposto il sequestro. 16 persone, a livello comunale e regionale, rappresentanti politici, istituzionali e funzionari, comunali e regionali, ne sono responsabili. Al netto, però, di ciò e di tale analisi, vi sono cause più profonde e che vanno anche oltre il territorio di Trani, l’Ambito che rappresenta e oltre la provincia Bat, e che coinvolgono l’intera regione e la criticità in cui versa per quanto riguarda la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Il quadro è quello in cui, con la chiusura della discarica di Trani, di fatto inattiva da settembre scorso, a guadagnarci sono gli impianti privati. E chi paga? I cittadini - contribuenti che, pure, con sacrificio e impegno e non senza difficoltà, in diversi comuni, fra cui Andria e Barletta per citare i più grandi della provincia Bat, fanno la raccolta differenziata porta a porta. Quando la discarica di Trani “esplodeva” di rifiuti, dovendo accogliere anche quelli conferiti dai comuni del sud barese dopo la chiusura della discarica di Giovinazzo, la contrarietà che le istituzioni locali e provinciali esprimevano, venivano tacciate come strumentazioni politiche. E invece la misura, allora, era già colma. Il problema non è solo Trani e la sua discarica, ma è molto più ampio. E’ un problema infarcito di burocrazia, scarse risorse, tempi lunghi e necessità di interventi complessi e indispensabili agli impianti in tutta la regione.