Che fine fecero i tre ragazzi salvati da San Nicola?

di Vittorio Polito - Tutti conoscono il miracolo più conosciuto e famoso di San Nicola, quello dei tre bimbi risuscitati dalla salamoia, ma pochi conoscono i nomi dei tre ragazzi e cosa fecero dopo.

Padre Gerardo Cioffari, storico della Basilica di San Nicola di Bari, puntualmente lo ricorda nel libro “La Storia di Santa Claus” (Ed. Centro Studi Nicolaiani) citando il premio Nobel Anatole France (1844-1924), pseudonimo dello scrittore francese Jacques Anatole Thibault, il quale nel suo testo “Le sette donne di Barba Blu” e altri racconti meravigliosi, inserì anche il noto Miracle de Saint Nicolas, nel quale ricorda che i tre ragazzi si chiamavano Massimo, Roberto e Sulpizio.

Dopo il loro salvataggio i ragazzi furono adottati da San Nicola ed affidati alle cure di una vedova, Basina, che si occupava anche di una nipote orfana del Santo di nome Miranda. I tre giovani si dimostrarono abbastanza indisciplinati: Massimo a 17 anni entra al servizio del re Traveggola; Sulpizio, intraprese la carriera ecclesiastica e Roberto, che si occupava della contabilità della diocesi di Beviballa, si arricchisce mettendo in difficoltà San Nicola che vorrebbe invece con quel denaro aiutare i poveri. Miranda si indebita con Roberto aggravando ancor più la situazione. Il più turbolento si dimostrò Sulpizio che annunciando la sua ortodossia, fondò la setta degli Edenici che si diffonde a Beviballa.

I tre giovani si dimostrarono abbastanza indisciplinati. Sulpizio, ordinato frate, divenne malvagio predicatore, divulgando false ed improponibili dottrine ed incitando la popolazione alla rivolta. Massimo, divenuto capo di una banda di scansafatiche, finì col rapire oneste fanciulle, convivendo con loro. Roberto, che pareva il più onesto, elargiva somme di denaro al Santo al fine di aiutarlo nelle sue opere di carità, ma, successivamente, richiese indietro il denaro elargito in precedenza inviandogli efferati esattori.