Bari: una città per Amore
di Grazia Stella Elia - Siamo in tanti a sapere quanto grande sia, da sempre, l’amore di Rino Bizzarro per la sua Bari. Un amore per il quale ha rinunciato ad opportunità lavorative allettanti; un amore per la sua terra, per il Sud, che lo ha portato ad operare molto, con abnegazione, nell’intento di realizzare finalità culturali di notevole rilievo.
Rino Bizzarro, poeta, attore, drammaturgo, regista, autore di molte pubblicazioni, ha affidato ancora una volta a Levante editori il suo nuovo volume dal breve, incisivo titolo “Bari così – Personaggi”, per descrivere la sua città attraverso la descrizione di personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno saputo dare lustro a Bari, lasciando tracce importanti ed incisive.
Dedicando ad ogni personaggio un paio di pagine, l’autore ha realizzato una serie di “medaglioni” (23 per l’esattezza) descrittivi, che evidenziano le peculiarità salienti e i modi di contribuire al progresso della loro città, includendo il rapporto di amicizia e devozione intercorso tra lui e quelle persone, ormai passate ad altra vita.
Si tratta di medici, cantanti lirici, pittori, intellettuali, meridionalisti, attori, scrittori, poeti e musicisti. Vi è, fra tutti, un pioniere dell’editoria, Mario Cavalli, a tutti noto come Don Mario, che ha lasciato una feconda eredità di serietà e maestria indimenticabili.
Sono tutti personaggi che più o meno intensamente hanno inciso sulla sua vita artistica, letteraria ed affettiva. Il libro consta di due parti o, se si vuole, di due sezioni: la prima, quella dei “medaglioni”, e la seconda, intitolata “Per Rino”, curata da Gianni Cavalli, il quale ha voluto fare omaggio al poliedrico personaggio Rino Bizzarro del pensiero di amici carissimi, che ne hanno delineato il profilo umano ed artistico.
Francesco Bellino chiude così il suo contributo: “Bizzarro porta i segni della teatralità nella sua fisicità. La sua maschera fragile nasconde l’enorme forza di volontà, l’innocenza del poeta, la purezza del cuore dei veri artisti”.
Vincenzo Di Mattia ne traccia la figura di attore, definendolo “un violino, uno Stradivario… sulle tavole del gran teatro del mondo.”
Daniele Giancane, l’amico di oltre otto lustri, ne sottolinea la poetica innocenza, l’andare verso il passato migliore, l’essere “come un fanciullo che non si è completamente adattato al mondo degli adulti.” E per concludere Daniele dice: “Rino è un ‘mite speciale’, un costruttore di ponti… ha la disponibilità umana che ne fa una persona speciale”.
Tra le varie testimonianze risulta particolare quella di Vito Maurogiovanni. In realtà è la prefazione ad un libro di Rino e risale a molti anni fa. Fin da allora, quando era soltanto un ragazzo, un giovanissimo attore-poeta ricco di sogni e di aspirazioni, Maurogiovanni, con il suo occhio clinico, ne ravvisò il talento, le spiccate qualità artistiche.
Michele Mirabella, nel suo sintetico e pregnante intervento, lo definisce “un artigiano schietto amante del paziente ‘labor limae’”, mentre Egidio Pani, profondo conoscitore dell’attore Bizzarro fin dagli esordi, ne delinea il profilo partendo dal CUT per giungere alla realizzazione della Compagnia “Puglia Teatro” con la riscoperta della maschera pugliese Don Pancrazio Cucuzziello.
Dulcis in fundo, le pagine di Francesco De Martino, il quale, con la facondia che gli è propria, scrive la significativa storia di Rino Bizzarro. Inizia con la descrizione dell’editore Mario Cavalli, cosa che fa in maniera molto efficace, tanto da renderlo vivo e verace nella ammirevole statura etica e lavorativa anche agli occhi di chi, come me, non ha avuto il piacere di conoscerlo. Questo perché Rino aveva avuto, con un tale pioniere dell’editoria, rapporti di affettuosa stima. È così che il Prof. De Martino giunge a parlare di Rino dall’uscita del suo primo libro con Schena nel 1968, fino all’ultimo, “Su il sipario. Viaggio nella drammaturgia pugliese del secondo Novecento” con Levante nel 2005.
Numerose, pregnanti ed efficaci le citazioni di versi in dialetto barese tratti dai libri di Rino. Chiudo queste note con un pensiero dell’articolato contributo di Francesco De Martino: “Bizzarro è uno dei ‘testardi creatori di poesia’, uno dei ‘cacciatori di sogni e di utopie’, ma legato a doppio taglio a ‘chessa Pugghia benedette che jè longa longhe e non fernesce ma’”.
Si può dire, in definitiva, che “Bari così” è un libro – scrigno per i Baresi e un libro da leggere piacevolmente anche per chi barese non è, ma ama la lettura di pagine pregne di cultura, che esaltano i talenti e gli entusiasmi di uomini da imitare.
Rino Bizzarro, poeta, attore, drammaturgo, regista, autore di molte pubblicazioni, ha affidato ancora una volta a Levante editori il suo nuovo volume dal breve, incisivo titolo “Bari così – Personaggi”, per descrivere la sua città attraverso la descrizione di personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno saputo dare lustro a Bari, lasciando tracce importanti ed incisive.
Dedicando ad ogni personaggio un paio di pagine, l’autore ha realizzato una serie di “medaglioni” (23 per l’esattezza) descrittivi, che evidenziano le peculiarità salienti e i modi di contribuire al progresso della loro città, includendo il rapporto di amicizia e devozione intercorso tra lui e quelle persone, ormai passate ad altra vita.
Si tratta di medici, cantanti lirici, pittori, intellettuali, meridionalisti, attori, scrittori, poeti e musicisti. Vi è, fra tutti, un pioniere dell’editoria, Mario Cavalli, a tutti noto come Don Mario, che ha lasciato una feconda eredità di serietà e maestria indimenticabili.
Sono tutti personaggi che più o meno intensamente hanno inciso sulla sua vita artistica, letteraria ed affettiva. Il libro consta di due parti o, se si vuole, di due sezioni: la prima, quella dei “medaglioni”, e la seconda, intitolata “Per Rino”, curata da Gianni Cavalli, il quale ha voluto fare omaggio al poliedrico personaggio Rino Bizzarro del pensiero di amici carissimi, che ne hanno delineato il profilo umano ed artistico.
Francesco Bellino chiude così il suo contributo: “Bizzarro porta i segni della teatralità nella sua fisicità. La sua maschera fragile nasconde l’enorme forza di volontà, l’innocenza del poeta, la purezza del cuore dei veri artisti”.
Vincenzo Di Mattia ne traccia la figura di attore, definendolo “un violino, uno Stradivario… sulle tavole del gran teatro del mondo.”
Daniele Giancane, l’amico di oltre otto lustri, ne sottolinea la poetica innocenza, l’andare verso il passato migliore, l’essere “come un fanciullo che non si è completamente adattato al mondo degli adulti.” E per concludere Daniele dice: “Rino è un ‘mite speciale’, un costruttore di ponti… ha la disponibilità umana che ne fa una persona speciale”.
Tra le varie testimonianze risulta particolare quella di Vito Maurogiovanni. In realtà è la prefazione ad un libro di Rino e risale a molti anni fa. Fin da allora, quando era soltanto un ragazzo, un giovanissimo attore-poeta ricco di sogni e di aspirazioni, Maurogiovanni, con il suo occhio clinico, ne ravvisò il talento, le spiccate qualità artistiche.
Michele Mirabella, nel suo sintetico e pregnante intervento, lo definisce “un artigiano schietto amante del paziente ‘labor limae’”, mentre Egidio Pani, profondo conoscitore dell’attore Bizzarro fin dagli esordi, ne delinea il profilo partendo dal CUT per giungere alla realizzazione della Compagnia “Puglia Teatro” con la riscoperta della maschera pugliese Don Pancrazio Cucuzziello.
Dulcis in fundo, le pagine di Francesco De Martino, il quale, con la facondia che gli è propria, scrive la significativa storia di Rino Bizzarro. Inizia con la descrizione dell’editore Mario Cavalli, cosa che fa in maniera molto efficace, tanto da renderlo vivo e verace nella ammirevole statura etica e lavorativa anche agli occhi di chi, come me, non ha avuto il piacere di conoscerlo. Questo perché Rino aveva avuto, con un tale pioniere dell’editoria, rapporti di affettuosa stima. È così che il Prof. De Martino giunge a parlare di Rino dall’uscita del suo primo libro con Schena nel 1968, fino all’ultimo, “Su il sipario. Viaggio nella drammaturgia pugliese del secondo Novecento” con Levante nel 2005.
Numerose, pregnanti ed efficaci le citazioni di versi in dialetto barese tratti dai libri di Rino. Chiudo queste note con un pensiero dell’articolato contributo di Francesco De Martino: “Bizzarro è uno dei ‘testardi creatori di poesia’, uno dei ‘cacciatori di sogni e di utopie’, ma legato a doppio taglio a ‘chessa Pugghia benedette che jè longa longhe e non fernesce ma’”.
Si può dire, in definitiva, che “Bari così” è un libro – scrigno per i Baresi e un libro da leggere piacevolmente anche per chi barese non è, ma ama la lettura di pagine pregne di cultura, che esaltano i talenti e gli entusiasmi di uomini da imitare.
