Perché la guerra? Bertrand Russell non lo sa

di Francesco Greco - Attuale più che mai, anche al tempo del selfie e del terrore globale. A un secolo di distanza. Specie oggi che tutto è attaccato con lo sputo, la supponenza, l'arroganza e navighiamo a vista. In un'Italia paradossale in cui non c'è più traccia di ideologia, il relativismo regna sovrano: non c'è più socialismo, moderatismo, liberalismo. Tutto è intercambiabile, incluso l'idea di destra e sinistra. Esistono solo i politici, animali in cattività, autoreferenziati, auto-nominati, che perseguono il potere con ogni mezzo, lecito e sopratutto illecito, per conto di lobby, logge, mafie. E per conservarlo sono disposti a tutto, anche al crimine. Ingannando i cittadini, saziandoli di propaganda e di menzogne, nel loro intimo disprezzandoli.

Così un filosofo-matematico del peso di Bertrand Russell (1872-1970), gallese, pare aver scritto ieri “Perché gli uomini fanno la guerra”, Piano B edizioni, Prato 2015, pp. 160, euro 12. Otto interventi in cui la guerra è solo un alibi per riflettere più ampiamente su religione, scuola, pacifismo, libertà, educazione e quant'altro. Pensieri controcorrente: infatti alla sua uscita (all'indomani degli orrori della Grande Guerra) il libro fu censurato, le copie ritirate sia dalle librerie britanniche che d'Europa, la civilissima Europa erede dei Lumi. Un ostracismo che ha reso il libro un cult.

E dunque, il Nobel per la Letteratura affronta, con la chiarezza e la lucidità che solo i grandi posseggono, tutte le problematiche che hanno travagliato il “secolo breve”, ma che sono riferibili a ogni tempo, epoca, uomo. Con argomentazioni attualissime sotto la minaccia millenarista del Califfato che si spande minacciosa su tutti i continenti.

La guerra in fondo è solo l'input iniziale, poi l'analisi si allarga e osa voli pindarici, lo sguardo si fa totale quando scende nella carne viva di tematiche forti, le stesse su cui specularono i filosofi greci (Aristotele, Platone), ma anche quelli arabi (prima di Maometto, Avicenna e Averroè) e orientali (Confucio, Lao-Tzu). Oltre ai grandi pensatori europei, Russell incluso.