“Tasi e Imu: mazzata tremenda per cittadini e aziende pugliesi”
BARI - “Sarà l’ennesima stangata per tanti cittadini pugliesi che già faticano ad arrivare a fine mese o che, addirittura, faticano a trovare un’occupazione, stabile o precaria che sia, senza dimenticare i pensionati e le piccole e piccolissime aziende, anch’esse falcidiate dalle tasse. Capiamo le difficoltà dei Comuni, ai quali, per effetto dei tagli del Governo, non resta che raschiare il fondo del barile attraverso la tassazione locale, tuttavia chiediamo che, almeno, gli introiti della Tasi vengano dirottati verso il finanziamento di servizi degni di tal nome, a favore di una cittadinanza in difficoltà, che ormai affronta quotidianamente lo spettro della povertà”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, commenta così i dati su Tasi e Imu, che in questi giorni i cittadini pugliesi sono stati chiamati a pagare. I principali Comuni della regione hanno infatti confermato le aliquote dello scorso anno. Il costo medio della prima rata della Tasi è stato, in Puglia, di 119 euro. A Bari si è pagato in media 169 euro, a Brindisi 67, a Foggia 163, a Lecce 102, a Taranto 94 con un’aliquota media del 2,52 per mille. Cifre decisamente più alte per quanto riguarda l’acconto Imu per i proprietari di seconde case: l’aliquota media applicata nelle città capoluogo pugliesi si consolida al 10,2 per mille.
“I debiti e i dissesti del passato – prosegue Pugliese - pesano sul tessuto produttivo pugliese, costellato di piccole e medie imprese che guardano per l’80% della loro attività al mercato regionale e nazionale: l’aliquota media Imu-Tasi sugli immobili produttivi si aggira in Puglia al 10,12 per mille e Taranto, con il suo 10,37 per mille, si attesta tra le province con le imprese più tartassate. Per quegli artigiani che hanno un capannone in periferia magari raggiungibile solo percorrendo strade sterrate, pagare tasse così salate per servizi non certo di qualità eccelsa, ha l’amaro sapore della beffa”.
“Una mazzata tremenda – chiosa Pugliese – che indebolirà ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie e quindi proprio la produzione di quelle aziende, la maggior parte, che puntano sui mercati locali. Un circolo vizioso che va spezzato, prima che sia troppo tardi. I dati della povertà relativa e assoluta, in Puglia, continuano ad aumentare: più che della tenuta economica, senza un vero cambio di rotta, a breve sarà a rischio la stessa tenuta sociale”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari-Bat, commenta così i dati su Tasi e Imu, che in questi giorni i cittadini pugliesi sono stati chiamati a pagare. I principali Comuni della regione hanno infatti confermato le aliquote dello scorso anno. Il costo medio della prima rata della Tasi è stato, in Puglia, di 119 euro. A Bari si è pagato in media 169 euro, a Brindisi 67, a Foggia 163, a Lecce 102, a Taranto 94 con un’aliquota media del 2,52 per mille. Cifre decisamente più alte per quanto riguarda l’acconto Imu per i proprietari di seconde case: l’aliquota media applicata nelle città capoluogo pugliesi si consolida al 10,2 per mille.
“I debiti e i dissesti del passato – prosegue Pugliese - pesano sul tessuto produttivo pugliese, costellato di piccole e medie imprese che guardano per l’80% della loro attività al mercato regionale e nazionale: l’aliquota media Imu-Tasi sugli immobili produttivi si aggira in Puglia al 10,12 per mille e Taranto, con il suo 10,37 per mille, si attesta tra le province con le imprese più tartassate. Per quegli artigiani che hanno un capannone in periferia magari raggiungibile solo percorrendo strade sterrate, pagare tasse così salate per servizi non certo di qualità eccelsa, ha l’amaro sapore della beffa”.
“Una mazzata tremenda – chiosa Pugliese – che indebolirà ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie e quindi proprio la produzione di quelle aziende, la maggior parte, che puntano sui mercati locali. Un circolo vizioso che va spezzato, prima che sia troppo tardi. I dati della povertà relativa e assoluta, in Puglia, continuano ad aumentare: più che della tenuta economica, senza un vero cambio di rotta, a breve sarà a rischio la stessa tenuta sociale”.
