Levante e Morenilla varano il 61° volume della prestigiosa collana “Le Rane”
di Vittorio Polito - Ecco puntuale, dopo il 60°, anche il 61° volume della prestigiosa collana le Rane: “En el umbral de la obra. Personajes y situacion en el prólogo”, a cura di Francesco De Martino e Carmen Morenilla, (Levante editori Bari, 2015.
Da quasi vent’anni il volume di settembre è speciale, perché riservato al congresso internazionale che si tiene presso l'Università di Valencia.
Il nuovo numero riguarda, come il 60°, i personaggi teatrali secondari, ma questa volta nel prologo. Questo doppio registro, secondari e prologo, rende doppiamente interessante il volume. Infatti i personaggi secondari sono una scelta strategica e decisiva dell'autore, in qualche caso difficile da capire, proprio per la straordinaria inventiva e sperimentazione del teatro greco antico. Per fare un solo esempio, Alcesti, protagonista indiscussa dell'omonima tragedia, parla pochissimo. Se tenessimo conto solo del numero dei versi da lei recitati, passerebbe per un personaggio del tutto secondario. Viceversa personaggi subordinati come i servi tendono sempre più a diventare centrali nelle trame. Con la stessa logica eroi e divinità si prestano sulla scena anche ad essere, specie gli dei, complementari, non protagonisti.
Un banco di prova di questo meccanismo teatrale è proprio il prologo, perché vi agiscono e prendono parola i protagonisti ma anche più spesso personaggi che poi scompaiono del tutto oppure ricompaiono ma come secondari. Il prologo è anzi lo spazio sperimentale, il posto ideale per mettere alla prova la validità drammaturgica di un personaggio.
Il prologo è la parte che si brucia prima, ma proprio per questo di maggior esposizione testuale e mediatica, una specie di vetrina, di ‘trailer’ di tutto il dramma. È il biglietto da visita di un dramma. Ne anticipa le finalità e ne esplicita o intenzionalmente ne nasconde, a seconda dei casi, gli elementi nuovi della trama. Ha un forte potenziale informativo e mira a coinvolgere e ad attirare l’attenzione e l’interesse dello spettatore. La sua posizione in prima linea ne fa una parte decisiva anche dal punto di vista tattico.
Il volume mostra che le aspettative del congresso nel quale questa tematica è stata sviscerata non sono state deluse. I contributi sono vari, di valore e diversi per metodologia e per ambito di ricerca, ma sempre a cura di grandi esponenti di università europee: Valencia (Carmen Bernal Lavesa, Juli Leal, Jordi Redondo), Granada (Andrés Pociña e Aurora Lopez), Coimbra (Maria do Ceu FIalho, Maria de Fátima SIlva), Almeria Juan L. Loópez Cruces, F. Xavier Campo Daroca, Lucía P. Romero Mariscal); Valladolid (Enrique Gavilán), Caceres (Myriam Librán Moreno), Verona (Andrea Rodighiero), Foggia (Francesco De Martino), Bari (Delio De Martino, Salvatore Francesco Lattarulo).
Tra le tematiche spiccano i cine-prologhi, il drammaturgo salentino Michele Saponaro, il prologo delle Troiane di Euripide che sembrano un epilogo, e le Rane, la commedia di Aristofane che dà il nome alla collana, in quanto testimonianza di primo piano sui prologhi.
Una bella novità del volume è rappresentata dagli abstract degli interventi dei giovani ricercatori provenienti da vari paesi europei e portoghesi che da questo anno partecipano al congresso valenciano. La giornata dedicata alle loro comunicazioni insieme alla recentissima rivista Tycho, fondata da Carmen Morenilla, dà voce a questi esordienti degli studi sul teatro antico e sulla loro ricezione moderna che hanno mostrato di non essere affatto principianti. Tra di loro un particolare interesse ha suscitato la comunicazione di un gruppo di giovani studiosi dell'Università di Coimbra. A loro nome Ana Maria Seiça Paiva de Carvalho ha incuriosito presentando i risultati di una sperimentazione di grande successo nelle scuole elementari, ossia raccontare il mito ai bambini.
Chiaramente il vostro cronista ha dovuto far ricorso a tutte le sue amicizie di lingua spagnola per riuscire a mettere insieme delle note che riescano a dare un’idea degli argomenti trattati nel libro.
A mio parere in avvenire, qualora i testi in spagnolo dovessero continuare, sarebbe opportuno inserire una pagina in italiano che illustri, anche in maniera sintetica, gli argomenti che il libro si prefigge di sviscerare. Un ringraziamento particolare alla dr.ssa Lopez della Levante editori che con grande disponibilità ha sostenuto la mia fatica.
Da quasi vent’anni il volume di settembre è speciale, perché riservato al congresso internazionale che si tiene presso l'Università di Valencia.
Il nuovo numero riguarda, come il 60°, i personaggi teatrali secondari, ma questa volta nel prologo. Questo doppio registro, secondari e prologo, rende doppiamente interessante il volume. Infatti i personaggi secondari sono una scelta strategica e decisiva dell'autore, in qualche caso difficile da capire, proprio per la straordinaria inventiva e sperimentazione del teatro greco antico. Per fare un solo esempio, Alcesti, protagonista indiscussa dell'omonima tragedia, parla pochissimo. Se tenessimo conto solo del numero dei versi da lei recitati, passerebbe per un personaggio del tutto secondario. Viceversa personaggi subordinati come i servi tendono sempre più a diventare centrali nelle trame. Con la stessa logica eroi e divinità si prestano sulla scena anche ad essere, specie gli dei, complementari, non protagonisti.
Un banco di prova di questo meccanismo teatrale è proprio il prologo, perché vi agiscono e prendono parola i protagonisti ma anche più spesso personaggi che poi scompaiono del tutto oppure ricompaiono ma come secondari. Il prologo è anzi lo spazio sperimentale, il posto ideale per mettere alla prova la validità drammaturgica di un personaggio.
Il prologo è la parte che si brucia prima, ma proprio per questo di maggior esposizione testuale e mediatica, una specie di vetrina, di ‘trailer’ di tutto il dramma. È il biglietto da visita di un dramma. Ne anticipa le finalità e ne esplicita o intenzionalmente ne nasconde, a seconda dei casi, gli elementi nuovi della trama. Ha un forte potenziale informativo e mira a coinvolgere e ad attirare l’attenzione e l’interesse dello spettatore. La sua posizione in prima linea ne fa una parte decisiva anche dal punto di vista tattico.
Il volume mostra che le aspettative del congresso nel quale questa tematica è stata sviscerata non sono state deluse. I contributi sono vari, di valore e diversi per metodologia e per ambito di ricerca, ma sempre a cura di grandi esponenti di università europee: Valencia (Carmen Bernal Lavesa, Juli Leal, Jordi Redondo), Granada (Andrés Pociña e Aurora Lopez), Coimbra (Maria do Ceu FIalho, Maria de Fátima SIlva), Almeria Juan L. Loópez Cruces, F. Xavier Campo Daroca, Lucía P. Romero Mariscal); Valladolid (Enrique Gavilán), Caceres (Myriam Librán Moreno), Verona (Andrea Rodighiero), Foggia (Francesco De Martino), Bari (Delio De Martino, Salvatore Francesco Lattarulo).
Tra le tematiche spiccano i cine-prologhi, il drammaturgo salentino Michele Saponaro, il prologo delle Troiane di Euripide che sembrano un epilogo, e le Rane, la commedia di Aristofane che dà il nome alla collana, in quanto testimonianza di primo piano sui prologhi.
Una bella novità del volume è rappresentata dagli abstract degli interventi dei giovani ricercatori provenienti da vari paesi europei e portoghesi che da questo anno partecipano al congresso valenciano. La giornata dedicata alle loro comunicazioni insieme alla recentissima rivista Tycho, fondata da Carmen Morenilla, dà voce a questi esordienti degli studi sul teatro antico e sulla loro ricezione moderna che hanno mostrato di non essere affatto principianti. Tra di loro un particolare interesse ha suscitato la comunicazione di un gruppo di giovani studiosi dell'Università di Coimbra. A loro nome Ana Maria Seiça Paiva de Carvalho ha incuriosito presentando i risultati di una sperimentazione di grande successo nelle scuole elementari, ossia raccontare il mito ai bambini.
Chiaramente il vostro cronista ha dovuto far ricorso a tutte le sue amicizie di lingua spagnola per riuscire a mettere insieme delle note che riescano a dare un’idea degli argomenti trattati nel libro.
A mio parere in avvenire, qualora i testi in spagnolo dovessero continuare, sarebbe opportuno inserire una pagina in italiano che illustri, anche in maniera sintetica, gli argomenti che il libro si prefigge di sviscerare. Un ringraziamento particolare alla dr.ssa Lopez della Levante editori che con grande disponibilità ha sostenuto la mia fatica.
