Giornata dell’infanzia: in Consiglio un minuto di raccoglimento per Parigi

BARI - Un minuto di raccoglimento nell’aula di via Capruzzi per il venerdì nero di Parigi: consiglieri e studenti, grandi e piccoli. È stato uno dei momenti più intensi dell’appuntamento che ha caratterizzato la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia.

Un pensiero alle vittime del terrorismo ha interrotto per qualche momento l’intervento introduttivo del presidente Mario Loizzo. Il Consiglio regionale, con l’ufficio del garante per i minori Rosy Paparella, ha voluto dedicare alla Giornata una riflessione che ha visto protagonisti i giovani: quelli di alcune scuole baresi, del Parlamento regionale degli studenti, di Radio Kreattiva, di associazioni e di comunità per minori e minori stranieri.

“Non vogliamo semplicemente celebrare una ricorrenza, vogliamo soprattutto ascoltare le ragazze e i ragazzi - ha detto il presidente del Consiglio regionale - conoscere il loro pensiero, la loro visione del futuro e coinvolgerli in un impegno attuale, come Parigi ha dimostrato, averli al fianco nello sforzo di pacificare la società mondiale. Non c’è una guerra nel mondo, ci sono tante guerre. E tutte fanno vittime tra i minori. E molte li schierano come combattenti”.

Non c’è solo l’esercito dei bambini e ragazzi soldato, c’è anche quello ancora più grande dei minori vittime di fame, miseria, malattie, di abusi inaccettabili e di un esodo drammatico, come il piccolo Aylan, il bambino siriano di tre anni annegato nell’Egeo.

“In questo quadro di privazioni, di violenze, di morte, ai danni dell’infanzia e dell’adolescenza, la povertà è un capitolo a parte e non risparmia né l’Italia né la Puglia”, ha sottolineato Loizzo, citando i dati recentissimi diffusi da Save the Children.

“Vedendo all’opera le strutture di Garanzia della Regione, i garanti dei minori e dei detenuti, ci si rende conto che si può arginare il degrado generale che affligge la società. Un arretramento generale, un impoverimento culturale, economico, politico, sociale contro il quale, a quanto si vede, abbiamo la possibilità di creare anticorpi e diffonderli nella società pugliese”.

A dover parlare e, domani, agire sono però soprattutto i ragazzi, con la loro visione più aperta, più solidale, ha concluso Loizzo: “aiutateci a costruire una cultura della non violenza”.

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