Vino diVino: Non è Natale senza Moscato di Trani

di Augusto Marino Sanfelice di Bagnoli - I dolci colori del Natale fanno credere che un mondo migliore sia ancora possibile ed è forse questa speranza che ci fa vedere tutto sotto una luce diversa; i bambini giocano e sognano allegramente, nelle case si respira aria di festa, le famiglie si riuniscono tutte sotto uno stesso tetto e le generazioni iniziano il loro proficuo scambio di idee e di esperienze. Ah... i nonni quante ne hanno ancora da raccontare, tra tante storie visto che in questa rubrica parliamo di vino, mi piace ricordare quella del Moscato invecchiato dai nonni con una specie di metodo *soleras non convenzionale.

Un tempo quando ancora il vino si produceva quasi del tutto “in proprio”, i contadini tenevano per sè una piccola quantità di Moscato o Aleatico che venivano vinificate e poi messe a dimora nelle grandi damigiane in vetro che oggi spesso ammiriamo come complemento d'arredo in masserie e ristoranti. Il vino prodotto, particolarmente dolce e “ruffiano”, veniva conservato per le occasioni speciali come il Natale e una volta consumato la damigiana veniva ricolmata con il vino nuovo, creando un fantastico e forse involontario blend tra varie annate come accade per la produzione del Marsala.

La leggenda del Moscato di Trani si perde nei meandri della storia della nostra regione, considerato un vino nobile e reale fin dall'antichità: tracce del Moscato di Trani sono state rinvenute nei documenti che testimoniano il commercio del vino pregiato con i mercati veneziani attorno all'anno 1000, quando Roberto d'Angiò pose un freno all'esportazione di moscato verso i mercati veneziani tanto da creare sconcerto e malumore tra i lagunari. Nel ‘500 il celebre viaggiatore Fra’ Leandro Alberti, autore di “Descrittione” dell’Italia, ne aveva apprezzato la bontà definendolo “tanto eccellente ch’è cosa molto delicata da gustare”.

La nobile storia del Moscato di Trani riparte quando nel 1974 fu creata la d.o.c. Specifica. Le uve di Moscato Reale sono mature già nei primi giorni di Agosto e vengono lasciate appassire in pianta fino a fine Ottobre, la raccolta e la selezione delle uve avviene solo mediante tecniche manuali, il mosto viene sottoposto a pigiatura soffice e fatto fermentare per circa due mesi, dopo un periodo di affinamento in bottiglia il Moscato è pronto per essere messo in commercio.

Incastonati tra i due castelli che furono di Federico II, ovvero quello di Trani, dove leggende narrano di Bianca Lancia, l'ultima moglie dell'imperatore, e quello più famoso di Castel del Monte, si trova una delle più antiche e caratteristiche aziende vinicole della zona, Villa Schinosa, che vi consiglio vivamente di visitare vista l'antichità e la storicità dell'antico casolare che presenta anche una bellissima cappella di famiglia in ottimo stato di conservazione.

L'azienda è ovviamente circondata dai vigneti che si estendono in un percorso in salita fin quasi ad arrivare nel agro di Corato. Accarezzate dal vento che spira dall'Adriatico e favorite da terreni da sempre vocati alla viticultura, le uve trovano una naturale ed ideale maturazione che valorizza ed esalta le complesse qualità organolettiche delle numerose cultivar innestate da Ferdinando, il papà di Corrado che attualmente è alla guida dell'azienda di famiglia.

*Soleras deriva dalla parola suolo ed è un antico metodo di produzione utilizzato soprattutto nella produzione di Sherry, Madeira, Marsala, Brandy e Rum. Consiste nel disporre botti di rovere una sopra l'altra, solitamente per 5 livelli. La botte in basso (soleras) viene riempita per 2/3 dal distillato o dal vino, la botte in sommità (criadera) viene riempita con il distillato/vino da invecchiare, e man mano 1/3 del suo contenuto viene trasferito nelle botti in basso. Così facendo avremo distillato/vino di annate differenti in tutte le botti. Una volta arrivati alla botte più in basso, 1/3 del distillato/vino di almeno 5 anni viene tolto ed imbottigliato, dando comunque origine ad un ciclo continuo di produzione ed invecchiamento.

NOME: Moscato di Trani d.o.c.
AZIENDA PRODUTTRICE: Villa Schinosa
VITIGNO: Moscato Reale
GRADAZIONE ALCOLICA: 14,5%
ANNATA: Vendemmia 2012
CATEGORIA DI PREZZO: 12-15 € *
COLORE: Il vino si presenta di un bellissimo color oro brillante.

NOTE OLFATTIVE: al naso mostra tutte le sue qualità seduttive, frutti tropicali, banana, fiori d'arancio, arancia e cedro canditi in chiusura una leggerissima nota di vento marino accarezza i nostri sensi.
GUSTO:  Al palato sorprende innanzitutto la sua non stucchevolezza, ha una buona acidità che lo rende dolce ma non eccessivamente invadente. Le sensazioni avute al naso si ripropongono con una precisa corrispondenza al palato, ottimi aromi retronasali e lunga persistenza.
ABBINAMENTI: Abbineremo il nostro moscato ai dolci della tradizione natalizia, pasticceria secca a base di mandorla, panettoni con frutta candita che richiamano gli odori del moscato e perché no anche ad una bella torta caprese a base di mandorla limone e cioccolata fondente (guarda foto), infine provate a bagnare i vostri panettoni e pandori spesso troppo secchi e asciutti con uno sciroppo a base di Moscato,  ( 50 ml di moscato 100 ml di acqua e 80 g. di zucchero )

Se si vuole fare un tutto pasto a base di Moscato di Trani, l'azienda produce il Garbino un vino fatto da Moscato Reale secco ovvero vinificato direttamente senza subire l'appassimento in pianta, ritroverete molti dei profumi e sapori descritti in maniera meno marcata ed incisiva, uniti ad una discreta sapidità che sapranno conquistare i palati anche più esigenti. L'abbinamento da me consigliato è pesce crudo, sushi e sashimi ed aragosta al ghiaccio aromatizzata con burro all'aneto.

*i prezzi solitamente sono frutto di una media tra l'acquisto in enoteche ed il consumo in wine-bar.

Francesca de Leonardis, consulente  e organizzatrice di eventi nell'ambito di cibo e vino, esponente dell'associazione “Le donne del Vino”  ambasciatrice del vino di tranese ed in generale pugliese,  referente dell'O.N.A.V  Bat , assaggiatrice e giudice di concorsi enologici, reduce dal successo della manifestazione Vin'a Trani ci racconterà qualcosa in più sui vini di Trani.

Francesca de Leonardis
1)     Innanzitutto raccontaci cosa sono “I Trani” e perché le osterie a Milano si chiamavano così?
 “i Trani” hanno due  significati il primo era utilizzato per indicare un vino rosso corposo e ricco di colore che proveniva dalla zona tranese, chiamato “Nero di Trani” attualmente “Nero di Troia” utilizzato anche per rinforzare i vini lombardi dal poco tenore alcolico e zuccherino. La storica famiglia de Toma aveva la propria cantina lungo la ferrovia a Trani, affittò un binario per rifornire  Milano e tutta la Lombardia in generale degli ottimi vini prodotti nel territorio.  Il secondo significato di “i Trani” si riferisce alle osterie popolari che servivano vino pugliese ad operai e contadini. Giorgio Gaber scrisse una famosa canzone, “Trani a gogò” dedicata appunto a queste osterie,  famosi erano “i Trani” di via Lambro.
  https://www.youtube.com/watch?v=zOSaRIUlQg4

2)     Parliamo di Moscato di Trani. Quali sono i mercati che hanno interesse ad avvicinarsi ad un prodotto d'eccellenza pugliese come il Moscato di Trani?
Il mercati dipendono dal modo di comunicare la nostra eccellenza al resto del mondo, in generale c'è molo fermento ed una grossa attenzione nei confronti del Moscato di Trani.  La strada da percorrere per i produttori è sempre e solo quella della qualità.

3)     Potrebbe il Moscato di Trani essere rilanciato tra i giovani attraverso il mondo del Bartending?
Marco Lorusso il bartender del “Vecchio e il Mare” quest'estate ha ideato un drink per richiamare il territorio tranese a base Moscato di Trani,  quindi è ovvio che questa è una delle tante strade che il moscato può percorrere con successo.
(LA CONTRORA : jonny walkerblack lable blanded scotch whisky, moscato di trani premuta di lime, zucchero liquido, bianco d'uovo, soda) 

4)     Il Moscato di Trani, un dolce fine pasto spesso dimenticato dai nostri ristoratori. Quali sono le peculiarità organolettiche del moscato e perché preferirlo ai più blasonati amari o distillati che comunemente chiudono un pasto?
       Se c'è questo vitigno nel nostro territorio un motivo ci sarà, è un vino molto apprezzato dai turisti e  i ristoratori lentamente lo stanno “preferendo” alla distilleria classica, per portare avanti un'idea unica di territorio. Dal punto di vista organolettico sorprendono pesca, burro, fiori bianchi, che accompagnano il fine pasto senza “resettare” il valore di ciò che si è mangiato. Il Moscato di Trani è un prezioso, alleato anche nella ristorazione per tirare risotti, per creare dressing ed è un'ottima combinazione con le ostriche, addirittura nella “Bruschetta dei Trani” ideata da me e Francesco Di Terlizzi,  con un pomodorino cotto nel forno al legna sfumato con il Moscato di Trani.  Il Moscato trovo che sia un modo elegante e gentile per chiudere un ricco pasto pugliese. Se c'è da noi, non è una casualità bisogna essere orgogliosi e fieri del nostro prodotto.

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